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Inscryption Recensione: il misterioso gioco di carte arriva su Nintendo Switch

Author: GamesVillage.it

Inscryption, il gioco di carte realizzato dal team di Daniel Mullin (creatore di Pony Island e Hex) e rivelazione del panorama indipendente nel 2021 è finalmente arrivato su Nintendo Switch. La prima reazione avuta quando mi è stata offerta l’opportunità di provare questo nuovo porting del gioco è stata permeata da un senso di curiosità. Questo perché, pur essendo un fanatico dei giochi di carte collezionabili, ho sempre provato molta diffidenza per quanto riguarda le esperienze single player. Un po’ per la loro semplicità una volta imparate a fondo le meccaniche di gioco, e un po’ perché (soprattutto nel caso delle trasposizioni digitali dei giochi di carte più popolari come Yu-Gi-Oh!, Magic etc.) vengono percepiti come degli enormi tutorial, con la più grande colpa che risiede nell’ignorare le caratteristiche principali di questi ultimi: l’ingegno e l’interazione con chi ti sta davanti sul tavolo da gioco. E devo dire che giocando a Inscryption, questa diffidenza ha fatto molta fatica a “prendere il largo”. Ma senza dilungare oltre, è arrivato il momento di “passare il turno” e lasciare che sia il gioco a parlare. E parlerà, statene certi.

Hey tu, hai paura del cartomante?

Per chi non conoscesse ancora il gioco, sappiate che la storia di Inscryption comincia fin dall’avvio del software, ancor prima di mettersi al tavolo da gioco e aver pescato la prima carta. Il gioco setta subito il tono meta-narrativo del suo primo atto, rimuovendo la possibilità di iniziare una nuova partita dal menu di gioco, in favore di un salvataggio misterioso lasciato da qualcun altro. Subito dopo il caricamento ci si ritrova davanti a una figura misteriosa in cerca di un avversario, intimando il giocatore a prendere parte al suo gioco di carte. Nessun compromesso, nessuna apparente via di fuga. La partita ha così inizio e il losco individuo tira fuori mappa e pedine, guidando il prigioniero in un’avventura con la stessa dimestichezza di un Dungeon Master di Dungeons & Dragons, tra incontri inusuali ed eventi che – nel bene o nel male – aumentano le possibilità di salvezza, rafforzando il potere combattivo del mazzo di carte iniziale.

Ma è una volta arrivati alla fine del percorso, che il gioco inizia a mostrare il suo lato oscuro. Il boss che separa dalla libertà è infatti tutto fuorché leale, modificando le regole a suo piacimento per mettere in scacco matto chiunque. Ed è infatti quello che accade. Al termine della partita il sapore amaro della sconfitta viene seguito dall’orrore e dal panico, quando due grosse mani si avvicinano per afferrare il giocatore e portarlo all’interno di una stanza ancora più inquietante. È arrivata l’ora di morire… o forse no. La strana figura non sembra essere cresciuta a pane e omicidi, ma ha invece un modo tutto suo per “reclamare le vite” dei suoi sfidanti, fotografandoli e imprigionandoli all’interno di una carta. Un trofeo niente male. Senza lasciare un attimo per elaborare il tutto, la figura tira fuori la sua macchina fotografica, inquadra la preda e… Click. Un bagliore luminoso ti riporta sul tavolo da gioco, o forse no?

Carte, Forbice, Sasso, Bastone, Scudo, Coltello, Ossa, Occhi… Morte!

Quello che avete appena letto è un breve “riassunto” della primissima partita di un potenziale giocatore neofita di Inscryption, dall’inizio del viaggio fino a un’improvvisa battuta d’arresto e successiva morte. Ma come si traduce tutto questo nel gameplay? Di base, Inscryption si presenta come un gioco di carte con telecamera top-down, con elementi che si avvicinano molto al genere rogue-like, con ogni morte che va ad incrementare le potenzialità del proprio mazzo. All’inizio di ogni partita, viene proposta una mano iniziale di ben 4 creature, distinguibili tra di loro secondo altrettante caratteristiche: salute, potenza d’attacco, costo per l’evocazione e abilità speciale. Il ritmo della partita viene invece stabilito dalle varie caselle presenti nella mappa, con il giocatore che è chiamato il più delle volte a compiere una scelta tra due o più biforcazioni e alla selezione di una casella bonus o casella battaglia. Al termine del percoso ci si trova davanti a una battaglia contro il boss di fine livello per proseguire al prossimo scenario.

Parlando invece delle battaglie tra carte, queste ultime vengono disputate all’interno di un terreno di gioco da ben 12 caselle, 4 per il giocatore, e 8 per il nostro avversario e con l’ultima riga dedicata alla visualizzazione delle prossime mosse effettuabili dalla CPU. Allo stesso modo, all’inizio di ogni scontro il giocatore ha a disposizione una mano iniziale di ben 4 carte, 3 provenienti dal mazzo principale e uno scoiattolo proveniente da un side deck dedicato a varie copie di questa esile creatura evocabile a costo zero. Senza interpellare (per il momento) strategie particolari, per poter vincere in Inscryption il giocatore è portato a sacrificare questi scoiattoli dal valore infimo per mandare in campo carte ancora più forti come un Lupo, una Rana Toro e un Ermellino. Una volta ottenuti i valori d’attacco desiderati, la semplice pressione del grilletto destro ZR farà suonare la campanella di fine turno, dando il via alla fase d’attacco in cui le carte assaliranno la rispettiva casella avversaria. A questo punto la battaglia può terminare in 3 modi: la morte di una carta avversaria, la sottrazione dei punti ferita di una carta ancora in piedi oppure il calcolo dei danni diretti. Quest’ultimo conteggio viene affidato ad una bilancia a due piatti in grado di sopportare fino a 5 danni di differenza e che, una volta raggiunti, sanciranno la fine dello scontro.

A dare il giusto pepe e a smorzare l’eventuale ripetitività tra una partita e l’altra ci pensano le varie abilità speciali, i vari effetti delle carte che – come in altri giochi di carte digitali come Hearthstone o MTG Arena – possono cambiare le sorti di una partita. E anche in questo frangente il termine “chi più ne ha più ne metta” calza a pennello tra generatori di minion, replicanti o dispensatori di attacchi multidirezionali e tanto altro ancora. E se aggiungiamo la possibilità, tramite i vari scenari proposti dalla mappa di potenziare il proprio mazzo con una libertà di scelta il più delle volte totale, rientrando comunque di particolari requisiti da rispettare, Inscryption si propone come una sfida di deckbuilding affascinante e coinvolgente. E il bello è che le sorprese non finiscono qui.

Alcune di queste abilità possono essere ottenute per un solo turno tramite l’utilizzo degli oggetti, strumenti trovabili durante il “viaggio” alla ricerca della libertà, oppure durante l’esplorazione del misterioso cottage. Proprio così: Inscryption combina le meccaniche e il bilanciamento del proprio gioco di carte alla prosecuzione di un’avventura grafica, riempiendo l’ambiente di enigmi e puzzle che premieranno l’attenzione ai dettagli e le proprie conoscenze sul gioco stesso. Non stiamo parlando di prove di logica alla The Witness, ma rappresentano un ottimo momento per staccare tra uno scontro e l’altro, oltre che uno dei requisiti per sbloccare ciò che si trova oltre Inscryption stesso.

Inscryption: tra l’Eros e il “Meta-Thanatos”

Avete presente Ajimbo? Per chi magari fosse troppo giovane o all’epoca non era neanche nato, Ajimbo era un gioco di carte fittizio sul quale girava attorno un intero episodio della seconda stagione del vecchissimo cartone animato Disney “Ricreazione”. Per farla molto breve, si trattava di un gioco che creava dipendenza all’interno del parco giochi della scuola elementare in cui i protagonisti vivevano le loro pause tra una lezione e l’altra, al punto da creare una vera e propria setta di fanatici. Ebbene, con Inscryption la sensazione avuta con il suo loop di gioco è proprio questa.

Ogni sconfitta comporta un sacrificio, il sacrificio del giocatore che ha fallito nell’impresa e verrà tramutato in una carta da tramandare al proprio successore. Si tratta di un loop all’apparenza infinito e che può essere usato anche a proprio vantaggio. Per esempio, un giocatore potrebbe morire di proposito dopo aver ottenuto carte e abilità piuttosto potenti e tentare la fortuna nella creazione della carta più forte di tutte, in grado di terminare le partite in un solo turno e “trivializzare” il gioco. Un sadico e avvincente “giogo” nei confronti della morte e del metagame.

Eppure, nonostante tutto quello di cui ho parlato in queste righe, la vera anima di Inscyption arriva dopo aver superato questo primo atto. Senza fare spoiler – perché in fin dei conti Inscryption è un titolo che va vissuto in prima persona e in totale blind – ciò che offre il gioco al di là del “gioco di carte roguelike” è difficile da spiegare a parole senza rovinare la sorpresa agli ultimi arrivati. Ma se dovessi riassumere l’esperienza in una sola frase, opterei per questa: “Inscryption è una lettera d’amore indirizzata a TUTTO ciò che gira attorno ai giochi di carte collezionabili. Game designer, illustratori, content creator, fan, collezionisti e soprattutto giocatori.”

“Sorridi, sei su Nintendo Switch!”

Quando si parla di un porting per Nintendo Switch di un titolo piuttosto recente, si tende a denigrare il lavoro svolto dagli sviluppatori per cercare il giusto compromesso tra resa grafica e fluidità riducendo la qualità dei modelli o delle texture. Con Inscryption questo processo sembra essere quasi invisibile. Sarà per il contesto in cui il gioco prende vita, uno schermo a tubo catodico o sarà anche per il fatto che alla fin fine l’azione sia del gioco da tavolo che degli enigmi puzzle si svolgono all’interno di una singola scena in cui la suggestione e i giochi di luci e ombre la fanno da padrone, Inscryption sulla portatile Nintendo è spettacolare.

Le uniche sbavature riscontrate risiedono in un aliasing costante e che “rovina” sotto certi aspetti la visibilità delle carte, e alcuni momenti in cui l’hardware comincia a mostrare il suo lato peggiore con dei rallentamenti che – per dare a Cesare quel che è di Cesare – arrivano quando ci si diverte un po’ troppo con le meccaniche di gioco e il bilanciamento di una partita va a quel paese. Impressione positiva anche per quanto riguarda il comparto sonoro, tra musiche di background ed effetti sonori inquietanti, e che uniti alla direzione artistica grezza e misteriosa rendono Inscryption una delle esperienze creepy più rilassanti da giocare al buio e comodamente sul proprio divano o letto.

Piattaforme: PS5, PS4, Switch, PC
Sviluppatore: Daniel Mullins Games
Publisher: Devolver Digital

Anche nel 2022, Inscryption fa la sua porca figura e si riconferma come una delle esperienze videoludiche pseudo-indipendenti che un giocatore DOVREBBE provare almeno una volta nella sua pluriennale carriera. Anche se non si è avvezzi con le meccaniche basilari che il gioco usa come scheletro, il suo gameplay, la sua estetica e soprattutto la sua “meta-narrativa” criptica vi faranno innamorare e considerare la possibilità di immergervi nel fantastico mondo dei giochi di carte. La versione Nintendo Switch inoltre non ha nulla da invidiare rispetto ai suoi gemelli presenti su altri lidi, se non qualche minuzia dal punto di vista grafico e delle performance. Un acquisto più che consigliato!

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