Categories: Tecnologia

Donne, perché la loro privacy è sempre più in pericolo

Author: Wired

Negli Stati Uniti le donne stanno abbandonando le applicazioni per il monitoraggio delle mestruazioni poco affidabili dal punto di vista della tutela dei dati, come Flo, in favore di quelle che promettono una maggiore privacy, per esempio Stardust. Il problema però non è limitato alle app per il ciclo: qualsiasi sistema di tracciamento della temperatura, per esempio, può entrare in possesso di dati che permettono di dedurre lo stato riproduttivo dell’utente. Per non parlare delle informazioni che si possono intuire sulla base degli acquisti o degli interessi. Google ha annunciato che cancellerà i dati di localizzazione di chi visita le cliniche abortive, ma non ha detto niente riguardo alle ricerche relative alle strutture sul proprio motore di ricerca 

In sostanza, negli Stati Uniti le società tecnologiche si conformeranno quasi sicuramente alle leggi locali dei vari stati, a meno che non ci sia una normativa che le rimpiazzi. Questo significa che le aziende consegneranno alle autorità le informazioni richieste a seguito di un’ordinanza di un tribunale. Cancellare le app che monitorano il ciclo non è sufficiente, dal momento che la maggior parte dei dati eliminati è recuperabile. Gli utenti sono poi monitorati attraverso anche gli smartphone, i computer, i siti visitati e le altre app. Anche nel Regno Unito è perfettamente legale vendere questi dati, purché siano aggregati e, in teoria, resi anonimi. Come sostiene la ricercatrice informatica Latanya Sweeney, però, il termine “set di dati anonimizzati” dovrebbe includere la parola “pseudo” in relazione all’anonimato.

Fondamentalmente, il modello di business di tutto il web “legale” è finalizzato a conoscere gli utenti abbastanza bene da poter vendere loro ciò che potrebbero desiderare. E la gravidanza influenza i potenziali acquisti di una donna. Da ingegnere ed evangelista della tecnologia, sono preoccupata da ormai molto tempo per la mancanza di autonomia individuale sul fronte delle impronte digitali che tutti noi ci lasciamo dietro. Prevedo che nel 2023 vedremo le donne e i loro alleati scendere in piazza per esigere la tutela dei dati, come mezzo per riappropriarci del controllo sui nostri corpi.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired Uk.

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