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GrimGrimoire OnceMore Recensione: AbracaRTS

Author: GamesVillage.it

Il 2023 continua a rispolverare vecchie glorie della generazione PlayStation 2, permettendo ai giocatori più giovani di provarli per la prima volta e ai veterani di riviverli sotto una nuova luce. E il prossimo 7 aprile 2023 sarà la volta di una piccola gemma sviluppata da un gruppo di artisti famosi per la loro visione artistica: sto parlando di GrimGrimoire OnceMore, la remastered del titolo di strategia in tempo reale di Vanillaware in arrivo su PlayStation 5, PlayStation 4 e Nintendo Switch.

Rilasciato nel 2007, l’originale GrimGrimoire si proponeva come un particolare esperimento che univa la strategia degli strategici in tempo reale con la maestria della software house giapponese nel creare mondi 2D dai tratti pittoreschi e originali, e che con Odin Sphere aveva già raggiunto un livello di dettaglio e bellezza notevole. Tuttavia il risultato finale, seppur bello da vedere, peccava dal punto di vista tecnico tra scelte discutibili in sede di design e limitazioni tecniche della console Sony.

Quale modo migliore per festeggiare l’imminente 20° anniversario dello studio se non quello di rinnovare l’avventura magica di Lillet Blanc con questa riedizione, rimaneggiandola sia dal punto di vista grafico che tecnico con nuove e importanti aggiunte, ma GrimGrimoire OnceMore sarà davvero la versione definitiva dell’opera? Le lezioni stanno per ricominciare quindi prendiamo il nostro libro di evocazioni preferito e scopriamolo!

GrimGrimoire: magie come se non ci fosse un domani!

La storia di GrimGrimoire OnceMore ha come protagonista Lillet Blanc, una giovane apprendista strega di umili origini e da poco arrivata nella peculiare scuola di magia della Silver Star Tower, una torre in grado di perforare i cieli e specializzata nell’insegnamento delle varie evocazioni di esseri incantati tramite l’utilizzo delle rune e suddivise tra di loro secondo diverse scuole di pensiero: il Glamour legato alla natura e a creature fiabesche come fate, elfi e unicorni; la Necromanzia specializzata nella manipolazione degli spiriti dei morti; la Stregoneria, arte collegata ai meandri più bassi dell’inferno e usata per evocare demoni infernali, gatti stregati e draghi; e infine – in completa antitesi rispetto a quanto introdotto prima – l’Alchimia piega la magia e la mette al servizio della tecnologia per dar vita a homunculus, golem d’acciaio e chimere.

Quello che si prospetta un soggiorno tranquillo e all’insegna del divertimento diventa però un vero e proprio incubo dopo poco più di 5 giorni. L’accademia viene invasa dal chaos, professori e insegnanti cadono uno dopo l’altro e senza alcuna spiegazione Lillet rimane l’unica persona ancora in vita davanti a un losco spettro oscuro, che giura vendetta nei confronti della Silver Star Tower e si appresta a uccidere la giovane strega. Se non fosse che… Ding! Dong! Le campane risuonano in tutta la scuola e coprono tutto nell’oscurità. Agitata e in preda al panico, Lillet si risveglia nella sua camera e si accorge di essere tornata indietro nel tempo fino al suo primo giorno di scuola. Confusa e in cerca di risposte, Lillet Blanc corre contro lo scorrere del tempo alla ricerca della risoluzione finale che riporterà tutto alla normalità.

La narrazione si propone come una fiaba ancora prima della lettura di una singola linea di dialogo, con ogni capitolo suddiviso in tomi e che sezionano ogni giorno in fasi di drama e narrazione, seguiti da sessioni di pratica sul campo e dedicato al gameplay puro che tratteremo più avanti. Tornando a parlare della narrativa, sebbene il trope del “loop temporale” non lascia ai personaggi secondari molte opportunità per brillare di luce propria, ognuno di loro riesce comunque non solo a distinguersi e a segnare una parte importante nella crescita di Lillet come strega e persona. Che si tratti dell’avvenente Bartido Ballentyne o del misterioso e inquietante demone Advocat, ognuno di loro avrà un ruolo fondamentale nel fornire alla giovane un tassello che la porterà sempre più vicina alla risoluzione del mistero. Tutto questo è impacchettato all’interno di uno stile visual novel scorrevole e un doppiaggio sopra le righe e che riesce a intrattenere dall’inizio alla fine, anche quando prova a introdurre delle “supercazzole” e tematiche che non sembrano (all’inizio) incastrarsi bene con il tema fiabesco del gioco.

SCACCO MAGICO!

Ma cosa si fa durante queste “prove pratiche”? Il gameplay di GrimGrimoire OnceMore si colloca infatti in una sorta di “limbo”, un ibrido tra RTS e side scroller bidimensionale, in cui il giocatore utilizza le risorse a sua disposizione per creare torrette, evocazioni o strumenti di supporto e completare gli schemi o “i problemi” che accompagnano Lillet Blanc durante le sue peripezie nello spazio-tempo. All’inizio di ogni missione il giocatore ha a disposizione un numero limitato di minion e mana e una singola runa da cui iniziare a evocare ulteriori minion e progredire nello schema, ciascuno dei quali pone davanti un singolo obiettivo da raggiungere e che varia a seconda delle esigenze della narrativa. In generale però, la maggior parte delle sessioni di gameplay si basano sulla distruzione di tutte le rune nemiche sparse sui diversi piani della torre.

Come si può aggiungere ulteriore mana al proprio arsenale? Utilizzando i vari comandi forniti dall’interfaccia grafica e selezionando un minion con il tasto “Y”, basterà indirizzare quest’ultimo nei pressi di un cristallo da cui estrarre questa risorsa, necessaria per l’evocazione di nuove rune, torrette e soprattutto evocazioni che dovranno muoversi all’interno della mappa. Gli scontri ruotano attorno a un bilanciamento “elementale” basato sulle quattro scuole di pensiero menzionate in precedenza: glamour batte la necromanzia, la necromanzia batte la stregoneria; la stregoneria batte l’alchimia e l’alchimia batte il glamour. Ognuna di queste categorie ha a sua disposizione diversi tipi di tomi e che, in base alle necessità del caso, svolgono funzioni diverse e non sempre portano a una vittoria schiacciante contro un elemento specifico. Per esempio, i necromanti sono in grado di eliminare facilmente gli spiriti come spettri o cavalieri fantasma, ma non possono contrattaccare la maggior parte delle altre evocazioni; d’altro canto, unità come draghi o il traghettatore di anime Caronte sono in grado di spostarsi tra mura imponenti e difficilmente superabili da tutti gli altri; e anche nei confronti dell’esplorazione dei piani, gli homunculus sono dei grandi esploratori da mandare in ricognizione. Il segreto quindi risiede nell’uso corretto degli strumenti a disposizione per effettuare strategie in grado di sbaragliare le difese nemiche in un batter d’occhio, per poter poi ottenere un grado finale che terrà in conto del numero di evocazioni effettuate, perse e uccise, oltre che al tempo impiegato.

Sulla versione PS2 di GrimGrimoire questo loop di gioco risultava però fin troppo lento e frustrante, specialmente durante le fasi di endgame in cui la CPU cominciava a utilizzare il pugno di ferro e a proporre sfide più impegnative e lunghe; ma è proprio qui che entrano in gioco i cambiamenti proposti da questa remastered. Soddisfando determinate missioni secondarie o mettendosi alla prova nei livelli bonus sbloccabili durante l’avventura, è possibile ottenere un numero finito di gettoni con il quale potenziare le proprie rune ed evocazioni tramite una skill tree dedicata, in grado di migliorare le prestazioni o ribaltare del tutto il funzionamento di un’unità. Gli elfi per esempio, possono diventare dei guaritori in grado di alleviare le ferite dei pezzi da novanta come i draghi o i demoni, o addirittura le fate possono trasformarsi in spettri astrali per oltrepassare i muri o accerchiare in massa i nemici con una barricata di frecce dal danno elevato. Inoltre, la possibilità di mandare avanti l’azione di gioco tramite il “fast forward” con il tasto dorsale destro azzera quasi del tutto i tempi morti che nell’originale apparivano appena iniziate le operazioni di estrazione del mana. Insomma, con GrimGrimoire OnceMore Vanillaware ha fatto tutto ciò che poteva per prendere le criticità che rischiavano di minare un’esperienza che nonostante tutto ha trovato una sua nicchia di appassionati e che con questa nuova versione troveranno nuovi modi per riprendere in mano il controller, anche grazie ai diversi livelli di difficoltà scalabile, adatte sia ai giocatori alle prime armi con il genere sia a quelli dai nervi saldi e in grado di agire in fretta.

Rimodernizzare un classico

Lo sappiamo, riprendere in mano un titolo abbastanza vecchio e rimaneggiarlo per renderlo appetibile ai nuovi giocatori può rivelarsi un compito non proprio facile , con le software house a cui viene commissionata questa impresa non sempre in grado di soddisfare le aspettative. Ma GrimGrimoire OnceMore è uno di quei rari casi in cui il lavoro di rimasterizzazione viene attuato dalla stessa azienda che ha dato vita al gioco e che ne conosce ogni singolo segreto nascosto all’interno del suo codice sorgente. E infatti il risultato ottenuto rispecchia la cura e l’amore per l’arte bidimensionale che caratterizza i lavori di Vanillaware e che ha caratterizzato l’attrattiva di GrimGrimoire quando quest’ultimo uscì su PlayStation 2 nel 2007.

Ma partiamo per gradi. Come detto prima, l’aggiunta della funzionalità “fast forward”, per far progredire più in fretta l’azione di gioco tramite la semplice pressione del tasto dorsale destro, è riuscita a rendere meno pesante un loop di gioco che potrebbe risultare anacronistico nei confronti di altri titoli RTS più moderni, alleggerendo quindi i tempi d’attesa per la creazione e – attraverso una skill tree per ogni tomo disponibile e vari livelli di difficoltà scalibile – aumentando a dismisura le opzioni disponibili per personalizzare l’esperienza e dare al giocatore un qualche senso di progressione tangibile, al di là della narrativa. Alleggerimento che raddoppia se si pensa alla nuova telecamera e al supporto per risoluzioni widescreen e che permettono quindi una visione completa del campo di battaglia, rispetto a quanto visto nell’opera originale. In quest’ultima infatti la visuale del giocatore veniva quasi strozzata dalle varie opzione della UI, troppo grossa e inguardabile anche a livello estetico e che per fortuna in questa versione è stata del tutto ridisegnata.

Una nuova inquadratura adatta per ammirare una grafica 2D migliorata, e che in alta definizione – anche su Nintendo Switch a una risoluzione di 720p a 60fps – risulta pulita e spettacolare, in grado di tenere testa al “feeling fiabesco” della storia di Vanillaware e fedele ai piccoli dettagli poco visibili nella release originale. Senza tirare in troppo ballo porting di altri giochi che fanno dei loro background bidimensionali una delle componenti principali, è che il più delle volte vengono bistrattati o “upscalati alla bene e meglio” (*cough* Atlus con Persona 3 Portable *cough*), è proprio così che un processo di rimasterizzazione dovrebbe essere portato avanti, cercando di tenere fede al lavoro fatto in passato e migliorarlo. A concludere il pacchetto completo troviamo la colonna sonora originale accompagnata da 7 nuovi brani inediti di tutto rispetto. Che dire, GrimGrimoire OnceMore è un porting incorniciare e prendere come esempio.

PIATTAFORME: PLAYSTATION 5, PLAYSTATION 4, NINTENDO SWITCH
SVILUPPATORE: VANILLAWARE
PUBLISHER: NIS AMERICA
DATA DI USCITA: 7 APRILE 2023

Dopo quasi un anno di attesa rispetto alla versione orientale, GrimGrimoire OnceMore è finalmente pronto a incantare le “librerie” dei negozi fisici e digitali e lo fa nel modo migliore possibile. La remaster va a risolvere diversi problemi che affliggevano la release originale, e sebbene il titolo porti ancora con se alcune di quelle falle intrinseche nel suo design, questa nuova versione rappresenta al 100% la visione che Vanillaware voleva comunicare ai giocatori già 16 anni fa. Certo, la componente narrativa lascia molto a desiderare e può essere messa da parte se si è fan del puro e semplice gameplay strategico (che è in grado di offrire ore e ore di divertimento e sperimentazione), ma alla fine dei conti il risultato finale è più che soddisfacente. Peccato per la versione per Nintendo Switch, penalizzata dalle capacità tecniche ormai datate della console ibrida.

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