Author: Wired
Anche Sam Altman, il fondatore di OpenAi, ha preso parola sulla questione ed è intervenuto con un post su Twitter, annunciando lo stop temporaneo del servizio in Italia e precisando che rispettano le leggi.
Il blocco immediato di ChatGPT è lo scenario più estremo che si potesse palesare. Ma si è presentato. Di fatto il Garante ha contestato a OpenAi l’uso senza consenso di dati personali per addestrare il suo algoritmo. In linea teorica, se l’azienda avesse sospeso il trattamento di quelli degli utenti italiani, avrebbe potuto proseguire con l’erogazione del servizio. OpenAi ha invece scelto di sospendere l’accesso.
Secondo il garante la startup OpenAi non ha mai fornito una informativa sul trattamento dei dati degli utenti e degli interessati. E, soprattutto, manca “una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”. Peraltro, siccome ChatGPT spesso restituisce risposte con errori, secondo il garante si configura anche “un trattamento di dati personali inesatto”. E poi c’è la questione minorenni. Sebbene ChatGPT si rivolga a chi ha più di 13 anni, non esiste un filtro per controllare l’età di chi lo usa. E quindi, concludono da piazzale Venezia, questo espone “i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza”. Una mossa simile a quanto fatto con TikTok.
OpenAi non ha una sede all’interno dell’Unione europea, ma ha designato un suo rappresentante in Irlanda, e ora ha 20 giorni di tempo per rispondere al Garante e spiegare come rispetta il Gdpr. Pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo. Nella risposta data a Wired l’azienda riconosce che vengono adoperati anche dati personali e annuncia l’intenzione a ridurli. Tuttavia afferma di seguire con la massima attenzione tutte le regole sulla riservatezza delle informazioni. Inoltre sul sito di OpenAi è presente un modulo per la richiesta di modifica, cancellazione e trasferimento dei dati personali, diritti riconosciuti dal Gdpr. Insomma, OpenAi è pronta a difendere le sue posizioni e ottenere una revoca della sospensione dal trattamento dei dati.
Chi vuole ricorrere ai servizi di ChatGPT, può farlo con una virtual private network, che consente di far rimbalzare la connessione su altre reti fuori dall’Italia aggirando così il blocco. Wired ha fatto alcune prove ed è riuscito ad accedere all’algoritmo.
Come precisato, il blocco imposto dal Garante riguarda il trattamento dei dati. È il primo caso al mondo. A fine aprile è in calendario un incontro delle autorità europee e il tema sarà sul tavolo. Non foss’altro per il clamore internazionale che sta suscitando. In Italia alcuni legali hanno espresso perplessità sulla linea dura scelta dal garante e sulla forma del provvedimento d’urgenza. Per adeguarsi a quanto scritto nel provvedimento dell’authority, la società di ChatGPT ha scelto anche di sospendere il servizio (una opzione che non era consequenziale, ma possibile), assicurando di voler tornare a offrirlo in Italia dopo aver chiarito con il Garante. La partita è aperta.
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