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Spreco alimentare, cosa è e come evitarlo

Author: Rinnovabili.it

Foto di Filmbetrachter da Pixabay

di Daniela Maurizi

Perché è importante ridurre perdite e sprechi alimentari

(Rinnovabili.it) – Quello dello spreco alimentare è un tema quanto mai attuale ed emergenziale, sia in un’ottica ambientale, che economica, che di salute. Ridurre le perdite e gli sprechi di cibo è infatti essenziale in un mondo in cui il numero di persone colpite dalla fame è in costante aumento e in cui un approccio più sostenibile non è solo da perseguire eticamente ma è diventata una vera e propria urgenza.

Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, dal 2014 a oggi sono tonnellate le quantità di commestibile che vengono perse e/o sprecate ogni giorno. A livello globale, circa il 14% del cibo prodotto va perso tra il raccolto e la vendita al dettaglio, mentre si stima che il 17% della produzione alimentare globale totale venga sprecato (11% nelle famiglie, 5% nei servizi di ristorazione e 2% nella vendita al dettaglio).

L’Italia purtroppo può “vantare” la maglia nero dello spreco, con i suoi ben 75 grammi di cibo gettati al giorno, ossia 524 grammi settimanali, vale a dire più di 27 chili di cibo l’anno a persona.

E se è stata appositamente istituita una Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e lo spreco di cibo (ogni anno il 5 febbraio), a questo aggiungiamo che l’ONU ha posto l’ambizioso obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 fra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Ma i singoli consumatori cosa possono fare per ridurre lo spreco? Ecco i miei consigli per intraprendere ogni giorno le buone azioni per fare bene al nostro Pianeta.

A cosa è dovuto lo spreco alimentare?

La perdita e lo spreco di cibo rappresentano l’8-10% del totale dei gas serra globali, contribuendo all’instabilità del clima e a eventi meteorologici estremi come siccità e inondazioni. Questi cambiamenti hanno molteplici impatti negativi, in particolare: 

  • Deteriorano i raccolti;
  • Riducono la qualità nutrizionale delle colture;
  • Causano interruzioni della catena di approvvigionamento;
  • Minacciano la sicurezza alimentare e la nutrizione.

Circa il 14% del cibo mondiale viene perso dopo il raccolto, fino alla fase di vendita al dettaglio della catena di approvvigionamento, senza contare che, secondo le stime, il 17% viene sprecato nella vendita al dettaglio e a livello di consumo. A questo bisogna aggiungere il ruolo giocato dai singoli consumatori: infatti, all’interno delle nostre case sprechiamo un chilo all’anno di frutta e poco meno di un chilo di pane. Nella pattumiera finiscono anche insalata, verdure, aglio e cipolle. E, oltre a far male alla Terra, tutto questo spreco fa male anche ai nostri portafogli, causando perdite per 9 miliardi di euro l’anno in Italia.

A otto anni dal raggiungimento degli obiettivi segnati dall’ONU nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sono ancora molte le azioni da compiere per arrivare a questo fondamentale traguardo. Vediamo insieme cosa poter fare nel concreto.

Cosa possiamo fare contro lo spreco alimentare?

Sconfiggere lo spreco alimentare è un’occasione per procedere con l’innovazione al fine di ripristinare e costruire nuovamente sistemi alimentari migliori e pronti alla resilienza.

Ogni consumatore consapevole e sensibile può intraprendere una serie di buone azioni quotidiane che aiutano a ridurre considerevolmente lo spreco di cibo. Questo vuole essere un semplice decalogo per aiutarvi nella vita di tutti i giorni.

  1. Prima di recarci all’alimentari, facciamo una lista della spesa per essere sicuri di comprare solo quello che davvero ci occorre nelle giuste quantità;
  2. Consultiamo sempre con attenzione le etichette, evitando di cadere nei tranelli dei “formati famiglia” o in offerte del tipo “3×2”, e acquistiamo solo davvero in base alle nostre esigenze;
  3. Impariamo a usare correttamente il frigo e il congelatore: ogni alimento ha il suo giusto luogo di collocazione;
  4. Nel riporre gli alimenti in casa, pratichiamo la regola FIFO (First-In-First-Out cioè “primo dentro primo fuori”), riponendo davanti quelli più prossimi alla scadenza e indietro quelli appena acquistati;
  5. Leggiamo con cura la data di scadenza e verifichiamo se riporta la dicitura “da consumare entro” oppure “da consumarsi preferibilmente entro”: nel primo caso, l’alimento deve essere tassativamente consumato entro la data indicata; nel secondo caso, invece, il cibo può essere consumato anche oltre la data riportata, avendo magari perso le qualità iniziali ma risultando comunque ancora gradevole e sicuro;
  6. Frutta e verdura devono essere consumati in tempi brevi, poiché sono cibi ricchi d’acqua e per questo tendono a deteriorarsi più rapidamente;
  7. Evitiamo di cucinare porzioni eccessive che possono generare con più facilità degli avanzi;
  8. Conserviamo gli avanzi cucinati o riutilizzandoli in ricette fantasiose oppure riponendoli nel congelatore indicando con un’etichetta la data di congelamento;
  9. Alcuni alimenti non più buoni per il consumo possono essere riutilizzati come ingredienti per trattamenti di bellezza, come ad esempio il miele o lo yogurt; così come i fondi del caffè possono trovare una nuova vita come fertilizzante naturale per le nostre piante.

Seguendo queste poche semplici regole, possiamo ridurre anche di molto il nostro impatto sull’ambiente e noteremo nel corso di tempo anche i benefici sul nostro portafoglio. Oltre a questo, non sottovalutiamo l’enorme responsabilità che abbiamo nei confronti dei Paesi più svantaggiati, dove sono purtroppo ancora molte le persone a soffrire la fame.

Leggi anche FAO: 15 consigli per ridurre gli sprechi alimentari e divenire un Food hero

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