Categories: Tecnologia

Perché l’intelligenza artificiale non ucciderà il giornalismo

Author: Wired

Con la diffusione dei modelli di intelligenza artificiale generativa, in grado di realizzare un testo o un’immagine in pochi secondi partendo da una serie di istruzioni (prompt), si inizia immaginare un mondo in cui questa nuova tecnologia prenderà il posto di alcune figure professionali. Secondo il parere degli esperti, però, l’intelligenza artificiale non solo non sostituirà questa professione, ma può rivelarsi uno strumento fondamentale. Sono tanti, infatti, gli ambiti e le funzionalità in cui l’intelligenza artificiale può rendere il lavoro del giornalista più agile.

La situazione in Italia

Il mestiere del giornalista è tra quelli che negli anni hanno dovuto più di tutti stare al passo con i tempi, trasformandosi e reinventandosi, soprattutto con l’arrivo di Internet e dei nuovi media. Rispetto ad altri paesi, però, non si è ancora capito cercare di impiegare e sfruttare al meglio tutti i vantaggi che comporta l’impiego dell’intelligenza artificiale.Quello della stampa è un settore molto antico, che è nato con Gutenberg ed è passato per la macchina da scrivere – spiega a Wired Nicola Grandis, amministratore delegato di Asc27, la startup che si occupa di intelligenza artificiale e cybersecurity nata nel 2020 Roma, e di Aida46, frutto dalla joint venture tra DigitalPaltforms e Asc27 -. Ma ecco che il giornalista ha imparato a evolversi: io ho amici giornalisti che ormai realizzano le videointerviste con lo smartphone, le battono al telefono e le pubblicano. Invece, a livello proprio industriale in Italia non si è ancora capito che l’ultimo dinosauro è quello che si è estinto urlando contro il meteorite. Ecco, l’intelligenza artificiale è un meteorite buono, però si l’industria italiana della della stampa, dell’informazione ci ricorda po’ questo ultimo dinosauro”.

Quello che emerge dal confronto con le redazioni italiane è, secondo Grandis, un livello più basso di preparazione del personale dell’editoria rispetto a quello di altri settori, ma a fare resistenza non sono i giornalisti. “Noi di Asc27 abbiamo sviluppato una piattaforma, Asimov, di derivazione militare, in ambito cybersecurity per l’applicazione nella difesa sicurezza nazionale – spiega Grandis -. Poi è stata introdotta nel mondo della news industry e altre sue declinazioni del mondo enterprise. Quello che abbiamo notato nel mondo della news industry italiana è che noi, all’inizio, pensavamo ci fosse una resistenza al cambiamento da parte dei giornalisti. Poi nel tempo siamo diventati amici di molti giornalisti che utilizzano privatamente la nostra piattaforma. Anzi, noi gliela diamo anche normalmente in comodato d’uso gratuito. Abbiamo notato che a livello di redazione, per l’organizzazione e tecnologicamente siamo indietro”.

Il primo passo sarebbe rivolgersi agli esperti.“Abbiamo incontrato altre figure molto pittoresche: per esempio, i consulenti, che anche datati, che fino a ieri facevano i siti web, mentre oggi sono esperti di intelligenza artificiale e magari provano vendere i loro servizi alle redazioni – continua Grandis -. Quello che manca nel mondo del giornalismo italiano è la consapevolezza della necessità di rivolgersi a un’azienda che si occupi di intelligenza artificiale. Non serve una Business Unit fatta di ricercatori che fino a ieri facevano tutt’altro”.

Gli impieghi nel giornalismo

In che modo l’impiego dell’intelligenza artificiale può aiutare i giornalisti nel loro lavoro: “Il nostro software, Asimov, come tutte le buone intelligenze artificiali, ha l’obiettivo di sollevare le persone dai lavori ripetitivi e tediosi – continua Grandis -. All’interno di una redazione, dove possono giungere centinaia di comunicati stampa al giorno o all’ora, Asimov può fare una prioritizzazione di questi comunicati in modo che i giornalisti si possano dedicare maggiormente alle altre mansioni più importanti”. Assistere il giornalista nella fase di pubblicazione online, in modo tale che rispetti determinati requisiti che i motori di ricerca richiedono, creare un summary, trascrivere le interviste: sono solo alcune dei compiti che potrebbero ma che potrebbero venire sbrogliati da un sistema di intelligenza artificiale, come Asimov.

Anche la ricerca e la scelta delle immagini può essere velocizzata e resa più semplice attraverso l’utilizzo di un software: “Quando un giornalista scrive un pezzo – spiega Grandis -, Asimov in automatico gli propone un certo numero di immagini, alcune create con l’intelligenza artificiale, altre prese dalla libreria del giornale, cosicché in un secondo, se vede una che gli piace, la sceglie, oppure può andare avanti finché non ne trova un’altra”.

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