Author: Wired
Dietrofront dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm): con una determinazione del 26 giugno 2023, immediatamente operativa, il direttore Roberto Alesse ha infatti cancellato l’esenzione che permetteva ai tabaccai di rifiutarsi di accettare pagamenti con carta di credito per la vendita di tabacchi, valori bollati e valori postali.
D’ora in poi per i consumatori sarà dunque possibile tornare ad acquistare, tra le altre, sigarette, francobolli e bolli tramite il pos. Una soluzione che era appunto stata interdetta a fine ottobre 2022 dall’Adm, andando incontro con tale decisione alle esigenze palesate dalla categoria dei tabaccai, in particolare dalla Federazione italiana tabaccai (Fit), per cui su tali prodotti “la bassa marginalità è incompatibile con i costi connessi all’accettazione della moneta elettronica”.
Una posizione, quest’ultima, emersa in seguito all’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti ad accettare pagamenti elettronici imposto dal governo Draghi, entrato in vigore il 30 giugno 2022. A distanza di quasi un anno, i tabaccai tornano dunque a esserne soggetti anche riguardo alla vendita delle suddette tipologie di prodotti, pena una sanzione pecuniaria di 30 euro, a cui andrebbe sommato il 4% del valore totale della transazione per cui il pagamento non in contanti dovesse essere rifiutato.
Se a ottobre l’Adm aveva sposato le posizioni delle associazioni di categoria, il passo indietro del 26 giugno è stato dettato dalla necessità di “rivalutare – si legge nella determinazione – la questione in relazione alle condizioni a oggi offerte dagli intermediari bancari e finanziari per l’erogazione del servizio”. In particolare, il direttore Alesse sottolinea come risultino “sul mercato variegate offerte del servizio pos, tra le quali tariffe flat, indipendenti dal numero di transazioni effettuate, e tariffe che prevedono il rimborso delle commissioni per i micro-pagamenti inferiori a 10 euro”.
“Tali soluzioni contrattuali – è spiegato ancora nel documento – permettono di superare la criticità a suo tempo rappresentata dagli operatori e, in effetti, fanno anche venir meno la specificità, rispetto ad altri operatori e/o rispetto ad altri prodotti, posta alla base per l’adozione” del provvedimento di ottobre 2022.
La revoca di quest’ultimo “amareggia ma non stupisce” la Fit. In una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale la federazione di categoria ammette che “si siano fatti grandi passi avanti, in considerazione dei volumi transati e dell’ammontare delle commissioni”, anche perché “temendo questo momento, la federazione ha continuato a lavorare per far sì che nel rispondere alla crescente richiesta di pagamenti elettronici da parte dei clienti l’incidenza sui ricavi delle relative commissioni fosse sempre più contenuta”. “Fit – si legge ancora – continuerà la sua azione in ogni sede per mitigare ulteriormente i costi della moneta elettronica a tutela della categoria”.
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