Categories: EconomiaTecnologia

Un bonus per riparare scarpe e vestiti invece di buttarli

Author: Wired

Si tratta solamente dell’ultima azione del governo francese per ridurre i rifiuti, grazie alla cosiddetta legge anti spreco del 2020, con cui Parigi ha vietato i sacchetti di plastica nei supermercati, le confezioni monouso nei fast food, introdotto bonus riparazione per elettrodomestici, giocattoli e altri prodotti, costruito fontanelle in tutti gli spazi pubblici per ridurre le bottiglie di plastica e introdotto il cosiddetto eco-score, certificazione su base volontaria che le aziende potranno esporre sui propri prodotti, a partire dal 2024, in cui viene indicato l’impatto ambientale e quanto siano più o meno facili da riparare.

Cosa prevede il bonus

Il Fondo riparazione si basa su due strumenti fondamentali. Il primo è quello che in italiano è stato chiamato bonus rammendo, il cui vero nome è in realtà bonus riparazione tessile. Consisterà in uno sconto diretto in fattura ai consumatori che portino a rammendare o riparare i propri indumenti, come vestiti o scarpe.

Per esempio, per sostituire la pelle consumata di un paio di scarpe si potrà ottenere uno sconto fino a 25 euro, per incollare una suola staccata lo sconto è di 8 euro, mentre per rammendare la fodera di un cappotto lo sconto sarà tra i 10 e i 25 euro, a seconda del lavoro necessario. Cifre consistenti, se si considera che rimettere a posto una suola costa generalmente circa 10 euro.

Il secondo strumento del Fondo viene indicato con il nome francese di Actions complementaires au bonus, cioè le azioni complementari al bonus che consistono in campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul servizio, formazione agli operatori del settore e la pubblicizzazione dell’iniziativa.

Il sostegno agli artigiani del settore

Come sottolinea la ministra Bérangère, si legge sul quotidiano francese Liberation, il fast fashion rischia di rendere l’industria tessile il secondo settore più inquinante della Francia, andando allo stesso tempo a danneggiare l’ambiente e i piccoli artigiani. Per questo il Fondo punta proprio a sostenere sarti e calzolai, coinvolgendoli direttamente nell’iniziativa.

Per partecipare, gli artigiani devono registrarsi sulla piattaforma Refashion, organizzazione per la moda sostenibile partner del governo, che verificherà i requisiti necessari per ricevere i fondi per la riparazione. Attualmente, a pochi giorni dal lancio del progetto si sono già iscritte circa 250 aziende e il governo punta a raggiungerne almeno 500 entro la fine dell’estate, così da attivare il servizio da ottobre 2023.

In più, sia per rendere il servizio più fruibile per tutta la cittadinanza, sia per evitare diseguaglianze tra gli artigiani, tutti i sarti e i calzolai potranno partecipare all’iniziativa senza limitazioni relative alle dimensioni dell’azienda o ai rapporti con i marchi di abbigliamento e non potranno rifiutarsi di aggiustare prodotti di firme diverse da quelle con cui hanno collaborazioni.

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