Categories: EconomiaTecnologia

La nuova stretta degli Stati Uniti sull’export di chip in Cina

Author: Wired

Negli ultimi mesi, gli ordini di chip H800 da parte delle aziende tecnologiche cinesi – tra cui Bytedance (la società che controlla TikTok), Baidu, Alibaba e Tencent – avrebbero raggiunto i 5 miliardi di dollari. Non è chiaro se queste vendite andranno in porto prima dell’entrata in vigore delle nuove norme.

In occasione di un evento tenutosi a Pechino questa settimana, il gigante cinese delle ricerche online Baidu ha annunciato una nuova versione del suo modello linguistico più avanzato, Ernie 4.0, sostenendo che le sue prestazioni sono pari quelle del modello AI alla base di ChatGPT. Baidu ha dichiarato di aver utilizzato decine di migliaia di chip per addestrare Ernie 4.0, senza specificarne il tipo. Una fonte dell’azienda, che ha chiesto di rimanere anonima perché non autorizzata a parlare della questione, ha però confermato l’utilizzo di chip Nvidia.

Le nuove regole vieteranno alle aziende statunitensi di vendere chip sulla base della loro velocità di calcolo e densità di potenza. Anche se il governo statunitense non ha li ha citati esplicitamente, i chip H800 sono ampiamente considerati un obiettivo dei nuovi controlli.

Secondo Allen le nuove restrizioni sulle attrezzature per la produzione di chip potrebbero essere importanti quanto l’inasprimento sulle vendite. Mentre i controlli precedenti si basavano sull’uso finale, le ultime regole vietano anche la vendita di alcune apparecchiature, impedendo così alle aziende cinesi di acquistarle omettendo come intendono sfruttarle.

Le reazioni

Le limitazioni imposte dal governo statunitense l’anno scorso sono state molto discusse dai produttori di chip statunitensi, alcuni dei quali sarebbero restii a ulteriori controlli.

La Semiconductor industry association, un organismo che rappresenta le aziende statunitensi produttrici di chip, ha diffuso una dichiarazione in risposta alle nuove norme, segnalando la propria preoccupazione: “Riconosciamo la necessità di proteggere la sicurezza nazionale e riteniamo che mantenere l’industria dei semiconduttori statunitense in buona salute sia una componente essenziale per il raggiungimento di tale obiettivo – si legge nella dichiarazione –. Controlli unilaterali e troppo ampi rischiano di danneggiare l’ecosistema dei semiconduttori statunitensi senza promuovere la sicurezza nazionale, perché incoraggiano i clienti stranieri a rivolgersi altrove. Di conseguenza, esortiamo l’amministrazione a rafforzare il coordinamento con gli alleati per garantire condizioni di parità per tutte le aziende“.

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