Categories: Tecnologia

Le case smart rappresentano un grave rischio per la privacy

Author: Wired

La presenza nelle nostre case smart di una vasta gamma di dispositivi di domotica, sistemi di intrattenimento, impianti di illuminazione e assistenti virtuali costituisce un rischio significativo per la sicurezza delle informazioni personali. Lo spiega uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Association for computing machinery. Gli autori dell’indagine mettono in guardia sul fatto che la comunicazione all’interno di una casa smart comporta un rischio del quale la maggior parte degli utenti non è neanche consapevole.

Il team di ricercatori ha analizzato il traffico di informazioni in una rete domestica tradizionale e ha verificato le minacce associate alla sicurezza informatica e alla privacy dei suoi abitanti. Stando quanto emerge dallo studio, nell’ecosistema delle case intelligenti esistono evidenti vulnerabilità nella sicurezza delle informazioni. La raccolta invisibile dei dati, infatti, consente di conoscere alla perfezione i comportamenti degli abitanti della casa. “La nostra analisi rileva dispositivi vulnerabili, l’uso insicuro dei protocolli di rete e l’esposizione di dati sensibili da parte dei dispositivi Internet of Things”

Nel laboratorio Internet of Things della Northeastern University è stata verificata la comunicazione tra i dispositivi (Foto: Northeastern University).

I rischi per la privacy

Secondo gli esperti, uno dei principali fattori di rischio per quanto riguarda la violazione della privacy nelle case intelligenti è la falsa convinzione che i dispositivi smart non comunichino tra loro. Tuttavia, quando un nuovo dispositivo elettronico si integra nella rete locale di una casa intelligente, esso è in grado di riconoscere automaticamente gli altri dispositivi presenti e di acquisirne informazioni. In questo contesto, lo scambio di dati avviene in modo del tutto inconsapevole da parte degli utenti, come ha spiegato David Choffnes della Northeastern University di Boston, coautore dello studio.

Per mitigare questo problema, fanno sapere i ricercatori, sarebbe necessario introdurre controlli che richiedano il consenso esplicito dell’utente prima di consentire a terze parti di eseguire scansioni o connessioni nella rete locale. Inoltre, è di fondamentale importanza che tali dispositivi siano dotati di software sicuri e che ricevano regolarmente gli aggiornamenti necessari per correggere eventuali vulnerabilità.

Queste vulnerabilità forniscono agli aggressori una chiara visione di ciò che è presente all’interno delle nostre abitazioni e di chi le occupa. Abbiamo scoperto che alcune applicazioni ne approfittano per raccogliere informazioni per scopi completamente estranei alla loro funzione originaria”.

Più i consumatori sono consapevoli dei rischi, più le aziende saranno motivate a implementare misure di sicurezza aggiuntive nei loro prodotti, spiegano. In questo senso è cruciale che le aziende produttrici di dispositivi smart adottino rigorosi standard di sicurezza e privacy per proteggere gli utenti e i loro dati. Questo atteggiamento può contribuire significativamente a ridurre i rischi e a creare un ambiente più sicuro all’interno delle case smart.

Il gruppo di ricerca sottolinea l’importanza di adottare protocolli di standardizzazione per i prodotti Internet of Things al fine di rafforzare la privacy degli utenti. Matter, per esempio, è un linguaggio comune utilizzato da alcuni dispositivi domestici intelligenti che fornisce una tecnologia standard di crittografia dei dati. Con Matter, ogni membro della rete viene autenticato prima dell’accesso, garantendo così la protezione delle informazioni private.

Questo articolo è comparso in precedenza su Wired en espanol

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