Volkswagen, via al 20% dei suoi dipendenti amministrativi per risparmiare quasi 11 miliardi di dollari

Author: Hardware Upgrade

Volkswagen sta facendo di tutto per tornare in carreggiata, mettendo a mano a qualsiasi settore possa far risparmiare liquidità: delle riduzioni dei turni in fabbrica abbiamo iniziato a parlare già questa estate e, purtroppo, arrivati a dicembre la situazione non sembra essere migliorata, al punto che la casa di Wolfsburg ha deciso, la scorsa settimana, di mettere in fermo la produzione della VW ID.3 e della Cupra e-Born (qui l’articolo).

La mossa non sembra essere sufficiente a riportare in rotta il marchio, al punto che si è reso necessario tagliare altri posti di lavoro: secondo le stime ufficiali riportate da Automotive News Europe, si parla di circa 112.000 posizioni lavorative. Questa decisione dovrebbe portare nelle casse di Volkswagen circa 10,8 miliardi di dollari.

Per avere un’idea di cosa questo significhi per la casa tedesca, bisogna tornare indietro di qualche anno, fino al 2016, arrivano al “Dieselgate” lo scandalo che investì Volkswagen, rea di aver manomesso i dati sulle emissioni delle sue auto termiche, in modo da farle sembrare meno inquinanti e poter continuare a venderle.

Il colpo fu durissimo, anche e soprattutto in termini di immagine del marchio, che dovette licenziare parte dei suoi dipendenti: sette anni fa, a livello globale, VW aveva circa 600.000 lavoratori e ne lasciò a casa solo 30.000.

Oggi la casa di Wolfsburg ha alle proprie dipendenze circa 560.000 persone, e verosimilmente, come detto prima, ne taglierà 112.000. A riportare questi dati, come detto prima, Automotive News Europe, citando una nota interna al marchio, che specifica che non si tratterà di licenziamenti, ma di pensionamenti anticipati o parziali.

“In futuro avremo bisogno di operare con meno persone in molti settori della Volkswagen”, ha affermato il CEO Thomas Schaefer ai dipendenti presenti a Wolfsburg. “Ciò non significa più lavoro per meno persone, ma piuttosto abbandonare vecchie abitudini e dire no alla duplicazione degli sforzi e alle inefficienze“.