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War Hospital Recensione: come gestire il dolore durante la Grande Guerra | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Quel che sappiamo della guerra, purtroppo, sono in primis le immagini di bombardamenti, soldati all’attacco o nelle trincee, soprattutto se si parla di conflitti meno contemporanei di quelli attuali. Sappiamo della sofferenza dei civili, ci arrivano ogni giorno video e foto di dolore e distruzione, ma ultimamente sembra che il mondo videoludico abbia spostato la propria bilancia sulle retrovie del dolore fisico e psicologico dei soldati. Coloro che combattono sono pur sempre umani, hanno un proprio background e il proprio vissuto, come ci ha insegnato qualche mese fa Ad Infinitum (di cui vi riproponiamo qui la nostra recensione). Ancora una volta, torniamo guardare negli occhi il terrore e il dolore della guerra attraverso l’esperienza dei soldati, grazie al lavoro svolto dal team di sviluppo Brave Lamb Studio e il publisher Nacon con War Hospital, il titolo a metà tra simulatore gestionale e survival-game, pubblicato lo scorso 11 gennaio su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC. Di seguito vi raccontiamo la nostra esperienza dopo aver messo alla prova questo titolo su PC.

War Hospital: un gestionale survival tra le fila del dolore

Come anticipato brevemente, il titolo in questione ci catapulta in medias res nella gestione di un ospedale da campo britannico, nel corso della Prima Guerra Mondiale. Dobbiamo vestire i panni del maggiore Henry Wells e saremo chiamati non solo a portare avanti in condizioni critiche l’ospedale, con l’obiettivo di gestire la riabilitazione di tutti i soldati feriti (e in condizioni più o meno gravi), ma saremo anche chiamati a prendere molte decisioni difficili. Ciascuna di queste, non in egual misura, contribuiranno a cambiare in meglio o in peggio il futuro del nostro ospedale, e il suo destino è nelle nostre mani. Nel contempo, il conflitto prosegue imperterrito e sempre più persone necessitano del nostro aiuto.

War Hospital prende così tutti i tratti distintivi classici dei giochi di simulazione e gestione, con risorse molto limitate, nel tentativo di migliorare gradualmente la situazione in atto, ma riletti in chiave ben più cupa e difficile da gestire. Qui le risorse a disposizione sono in realtà delle vite umane, e i conseguenti mezzi per curarle, mentre il nostro margine di profitto sta nel numero di vite salvate. Come viene misurato inoltre il nostro miglioramento e la nostra crescita? Sono dettati dalla nostra capacità di evitare di mandare indietro sempre meno soldati feriti dal nostro ospedale, chiaramente a corto di personale, con fondi insufficienti e ben poco rifornito.

Vivere o morire

Guardando dunque al puro gameplay, War Hospital può essere valutato su diversi livelli, di cui il primo è rappresentato dagli edifici. I feriti vengono prima di tutto portati in un luogo dove decidiamo se affidarli a medici specifici o, in casi estremi, li abbandoniamo al loro destino (che accade abbastanza raramente). A questo punto, i soldati si recano all’ospedale dove vengono operati, per poi affrontare una convalescenza temporanea. Lo schema di gioco di per sé risulta abbastanza semplice, mentre bastano pochi dettagli per renderlo un poco più complesso e aumentare il ritmo di gioco. La base di quest’ultimo è determinata da personaggi quali un’infermiera, un medico e un ingegnere, ognuno con i suoi incarichi.

Il gameplay si basa in gran parte sull’assegnazione delle persone giuste a luoghi specifici, in modo che tutto possa andare per il meglio. Ma il peggio è che la situazione di gioco è in costante cambiamento, per diversi fattori in atto. Tra questi, l’arrivo costante di nuovi feriti che devono essere affidati ai medici, con gli interventi chirurgici che richiedono chiaramente del tempo, altra risorsa limitata ma fondamentale ai fini del nostro risultato. In primis, sarà necessario assicurarsi che i casi critici siano trattati come priorità, considerando anche il fatto che non mancherà un secondo parametro: la stanchezza. In War Hospital nessuno è una macchina, si tratta pur sempre di uomini, e hanno bisogno di prendersi una pausa. Se lasciamo un medico esausto in procinto di un’operazione, non solo ucciderà il paziente, ma rischierà di perdere i sensi, impiegando più tempo a rigenerarsi.

Come gestire un ospedale in guerra

Vi sono infine ulteriori meccanismi importanti in War Hospital che includono anche le decisioni riguardanti il ​​destino futuro dei pazienti. Dopo la guarigione, decidiamo se licenziarli dal servizio (e questo aumenta la misura del morale), inviarli al centro di comando (ottenendo un incremento in termini di miglioramento e ordine di risorse) o inviarli al fronte. Quest’ultima opzione è comunque importante perché il nemico attacca regolarmente, quindi dobbiamo avere qualcuno che ci difenda. Oltre a tutto questo, ci sono anche dei meccanici che gestiscono principalmente il cimitero, svolgono compiti aggiuntivi, come delegare parte del personale per svolgere alcune attività, o inviare uno scout in missione. E il ciclo di gioco, dunque? Come prosegue?

Nella fase due, quando lo staff comincia a incrementarsi in quantità, il gameplay ci consente di assegnare nuovi feriti ai medici e stabilire i loro periodi di riposo, prendere decisioni sui soldati ormai guariti, fare un check al livello di energia dello staff e intraprendere le azioni che abbiamo cominciato fin dall’inizio. Il ciclo è, di per sé, relativamente breve e si ripete senza sosta. E se siamo bravi da non dimenticarci nulla, tutto andrà per il meglio. Altrimenti, beh, dovremo rifare tutto da capo e recuperare il prima possibile quanto abbiamo perso.

War Hospital: buone prestazioni grafiche e tecniche

Il tutto, come detto, con un buon ritmo di gioco e con un altrettanto performante motore di gioco, che non fatica a supportare un software dopotutto poco ingombrante, in termini di dimensioni, con pochissimi bug. Un ultimo accenno lo merita la grafica, che per certi aspetti è legnosa e poco verosimile, soprattutto nella rappresentazione dei personaggi. Per altri invece, risulta abbastanza curata e fluida, una scelta artistica fedele alla realtà storica nelle ambientazioni e nei contesti. Rende più umani i personaggi del gioco e più espressivi, con cura nella scelta dei vestiti dell’epoca, a parte nello stile, leggermente più colorato Di sicuro il tentativo di differenziare i personaggi è evidente, e abbastanza riuscito.

Brave Lamb ha aggiunto al titolo anche dei dossier dei personaggi, con informazioni personali o suggerimenti forniti al giocatore durante la presa di decisioni. Il contenuto di queste ulteriori informazioni può anche condurre a scelte più drammatiche: si possono scoprire dettagli molto intimi, come il fatto che uno dei pazienti sia in attesa di un bambino o che ci siano mogli speranzose di rivedere il proprio coniuge e via dicendo. Un contenuto ancora più importante, e verosimile, che non è passato inosservato!

Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X/S, PC

Sviluppatore: Brave Lamb Studio

Publisher: Nacon

War Hospital è un gestionale a sfondo storico dove le scelte che il giocatore deve affrontare non sono semplici, né in ottica di aut-aut. Qualsiasi decisione si prenda, ciascuna porta sempre con sé un proprio insieme di impatti economici e morali, e solo man mano che si prosegue si otterrà davvero la somma di queste. La presa di decisioni in War Hospital significa anticipare le conseguenze, che siano misurabili nel breve o nel lungo termine, mentre respiriamo a pieni polmoni un’atmosfera storica pesante e buia, verosimile nel suo complesso. Se il motore di gioco è buono, un po’ meno per certi aspetti lo è la grafica, solo parzialmente, ma comunque rende nel complesso il panorama della Grande Guerra e dei suoi orrori, soprattutto aggiungendovi una buona dose di dettagli realistici e che ci colpiscono da vicino. War Hospital è dunque in tutto e per tutto un ecosistema dalle situazioni verosimili, con scelte a volte difficili da prendere, con dolori e punti di vista vicini alla realtà e che ci conducono a qualche riflessione. Al netto di qualche lentezza nel ritmo di gioco talvolta, risulta nel suo complesso un gestionale che merita di far parte della vostra libreria di gioco.

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