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Obiettivi clima 2040 Europa: tutti i dettagli del nuovo target

Author: Rinnovabili.it


Foto di Tim Mossholder su Unsplash

Con i nuovi obiettivi clima 2040, l’Europa emetterà 850 MtCO2eq rispetto alle 3,2 Gt di oggi

(Rinnovabili.it) – L’Europa punta a ridurre le sue emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. L’obiettivo intermedio presentato oggi dalla Commissione dovrà orientare le future politiche climatiche per colmare il divario tra le misure del pacchetto legislativo Fit for 55, con orizzonte 2030 e in larga parte già approvate, e il traguardo della neutralità climatica entro metà secolo. Non sarà un processo breve né lineare. I nuovi obiettivi sul clima al 2040 dell’Europa sono stati presentati con una comunicazione, un atto dell’esecutivo UE che serve per indicare la rotta alle prossime iniziative legislative ma non ha valore vincolante. In più, non sarà questa Commissione ma la prossima – dopo le elezioni UE giugno 2024 – a tradurre in proposte legislative questa comunicazione. Verosimilmente, quindi, vedremo i primi atti concreti a fine anno o all’inizio del 2025, a seconda della rapidità con cui entrerà in carica il prossimo esecutivo comunitario. Visto il diffuso malcontento verso il Green Deal, sia tra i paesi membri che in una fetta crescente dell’elettorato, è possibile che i target annunciati oggi vengano annacquati.

Tutti i dettagli dei nuovi obiettivi clima 2040 dell’Europa

La comunicazione della Commissione UE sui nuovi obiettivi sul clima al 2040 dell’Europa presenta in 30 pagine il target comunitario di riduzione delle emissioni, abbinandolo a un capitolo sui “costi dell’inazione”. La seconda metà del documento descrive poi cosa significa puntare a -90% di gas serra tra 16 anni per i diversi settori industriali.

Tutte le previsioni si basano su una serie di “fattori abilitanti”, senza i quali secondo la Commissione non sarà possibile tagliare le emissioni del 90% entro il 2040. Tra cui “la piena attuazione del quadro concordato per il 2030”, cioè il Fit for 55, “la garanzia della competitività dell’industria europea” e “condizioni di parità con i partner internazionali”, ovvero l’implementazione di una strategia per la decarbonizzazione industriale solida e un CBAM che dia i risultati sperati. E ancora, “una maggiore attenzione a una transizione giusta che non lasci indietro nessuno”, percorso iniziato con il Fondo Sociale per il Clima, e “un dialogo strategico sul quadro post-2030, anche con l’industria e il settore agricolo”.

Cosa significa tagliare le emissioni del 90% entro il 2040

La Commissione adotta l’opzione più ambiziosa tra le 3 delineate dall’European Scientific Advisory Board on Climate Change (ESABCC), l’ente scientifico consultivo sul clima dell’UE che lo scorso giugno raccomandava di ridurre i gas serra del 90-95%. E lo fa calibrandosi sul margine inferiore della forchetta.

In concreto, significa che al 2040 l’Europa dovrà emettere meno di 850 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq) l’anno (escluse quelle generate da uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura – LULUCF) e poter contare su rimozioni della CO2 dall’atmosfera, tra soluzioni basate sulla natura e tecnologie industriali, pari a 400 MtCO2eq. Secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), nel 2021 l’UE ha generato 3,241 miliardi di t di CO2eq (GtCO2eq) escluse le emissioni LULUCF e la riduzione rispetto al 1990 era del 30,41%.

Sforeremo la “giusta quota” del budget di carbonio globale

Rispetto all’opzione dell’ESABCC che puntava a riduzioni dell’85-90%, il percorso scelto dalla Commissione prevede investimenti più rapidi per la diffusione di nuove tecnologie a basse emissioni di carbonio (idrogeno via elettrolisi, cattura e utilizzo del carbonio e rimozione del carbonio industriale) tra il 2031 e il 2040.

Ciò nonostante, la traiettoria permetterebbe di generare cumulativamente, tra 2030 e 2050, circa 16 GtCO2eq – intese come emissioni nette, cioè contando anche quelle rimosse tramite soluzioni naturali o tecnologiche. L’ESABBC consigliava invece di non superare le 11-14 GtCO2eq, corrispondenti alla “fair share” del budget di carbonio globale per l’UE in uno scenario compatibile con il mantenimento del riscaldamento globale sotto 1,5°C con uno sforamento limitato e temporaneo.

Quanto costano i nuovi target clima al 2040 dell’UE?

Allineare le politiche climatiche dell’UE ai nuovi obiettivi al 2040 significa mobilitare ogni anno, tra il 2031 e il 2040, 710 miliardi di euro in investimenti per il settore energetico, con costi complessivi (incluso il costo capitale) che si attestano al 12,9% del pil europeo. Poco più di quanto non sia già stato fatto nel 2011-2020, quando la percentuale era all’11,9%.

In parallelo, si prevede che i costi dell’importazione di combustibili fossili calino a meno dell’1,4% del pil entro il 2040. In più, con i possibili progressi in altri ambiti come l’economia circolare, si potrebbe tagliare gli investimenti necessari tra 2031 e 2050 per il settore energetico del 7%, cioè 45 miliardi di euro l’anno, e quelli previsti per il comparto trasporti del 9% risparmiando 127 miliardi.

I costi dell’inazione, sottolinea la Commissione, sono ben maggiori. “Nel periodo 2031-2050, il costo cumulativo aggiuntivo del Pil di un percorso che porti a un peggioramento del riscaldamento globale potrebbe ammontare a 2.400 miliardi di euro nell’Ue, rispetto ai costi previsti da un percorso compatibile con l’obiettivo di 1,5°C dell’accordo di Parigi”, si legge nella comunicazione sui nuovi obiettivi clima 2040 dell’Europa.

Il Green Deal diventa un Patto per la decarbonizzazione industriale

L’obiettivo sul clima al 2040 dell’Europa, sostiene la Commissione, “aiuterà l’industria, gli investitori, i cittadini e i governi europei a prendere decisioni in questo decennio che manterranno l’UE sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di neutralità climatica nel 2050”. Oltre a dare segnali su come investire e pianificare in modo efficace a lungo termine, riducendo al minimo i rischi di stranded asset.

“Il Green Deal deve ora diventare un patto per la decarbonizzazione industriale che si basi sui punti di forza industriali esistenti, come l’energia eolica, idroelettrica ed elettrolizzatori, e continui ad aumentare la capacità produttiva nazionale in settori in crescita come batterie, veicoli elettrici, pompe di calore, solare fotovoltaico, CCU/CCS, biogas e biometano ed economia circolare. Anche la fissazione del prezzo del carbonio e l’accesso ai finanziamenti sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni da parte dell’industria europea”, aggiunge la Commissione.

Leggi qui la comunicazione sui nuovi obiettivi clima 2040 Europa.

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