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SpaceX completa tre lanci in meno di 24 ore, compresa la missione Crew-8 verso la ISS

Author: Hardware Upgrade

SpaceX ha cambiato per sempre il mercato dei lanci spaziali e l’accesso allo Spazio con il razzo spaziale Falcon 9 che ha dimostrato di essere affidabile, capace di svolgere diverse tipologie di missioni (anche grazie alla possibilità del vettore pesante Falcon Heavy) e di poter contare su un riutilizzo rapido che consente di avere pochi primi stadi ma sfruttandoli il più possibile.

L’intenzione della società di Elon Musk è quella di arrivare a ben 148 lanci nel 2024, contro i 96 lanci del 2023. Si tratterebbe di un record per singolo vettore e più in generale per la capacità di trasportare in orbita una gran quantità di carichi utili (comprese le missioni con equipaggio dirette verso la ISS). Questo senza però dimenticare che SpaceX sta anche sviluppando e testando il nuovo grande razzo spaziale Starship.

SpaceX ha lanciato tre razzi spaziali Falcon 9 in meno di 24 ore

Nelle scorse ore la società è riuscita nell’impresa di lanciare ben tre missioni orbitali in meno di 24 ore. Si tratta di un grande sforzo se si pensa che sono necessari coordinazione tra le varie squadre di terra e che una comprendeva un equipaggio umano e quindi era ancora più complessa da gestire. Grazie all’esperienza accumulata in questi anni la società statunitense ha portato a termine tutte le missioni lanciandosi verso l’obiettivo prefissato del 2024.

La prima missione è stata Crew-8, decollata alle 4:53 del 4 marzo (ora italiana) dal Launch Complex 39A al Kennedy Space Center in Florida. Essendo una missione con equipaggio era presente sulla sommità del Falcon 9 una capsula Crew Dragon. In particolare questa navicella era quella chiamata Endeavour (codice C206) che è al suo quinto utilizzo. La capsula è stata la prima a essere impiegata con un equipaggio per la missione di test Demo-2 nel 2020, poi è stata utilizzata per Crew-2, Crew-6 e Ax-1. Un piccolo contrattempo è avvenuto poco prima del decollo con un crepa nella guarnizione che si trova intorno al portello di ingresso e uscita. NASA e SpaceX hanno determinato che non si trattasse di un problema grave e che la missione sarebbe potuto partire comunque.

Al suo interno erano presenti gli astronauti Matthew Dominick (comandante), Michael Barratt (pilota) e Jeanette Epps oltre al cosmonauta Alexander Grebenkin. Attualmente l’equipaggio è già a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dove resterà per i prossimi sei mesi così da svolgere ricerche scientifiche in microgravità e divulgazione scientifica. Il primo stadio del Falcon 9 è rientrato correttamente alla Landing Zone di Cape Canaveral segnando così il 204° atterraggio consecutivo.

Alle 23:05 del 4 marzo (ora italiana) è invece decollata la missione rideshare Transporter-10 sempre con un razzo spaziale Falcon 9 di SpaceX. Questo genere di missioni permette di sfruttare la potenza del razzo per portare in orbita carichi utili di diverse società che così possono suddividere il costo complessivo rendendo più accessibile lo Spazio anche a piccole realtà.

In questo caso il lancio è avvenuto dallo Space Launch Complex 4E alla Vandenberg Space Force Base che si trova in California. Essendoci diversi satelliti di piccole e medie dimensioni il rilascio è avvenuto con tempistiche scaglionate ma in generale il secondo stadio (non riutilizzabile) ha sfruttato orbite eliosincrone a quote di 520 km (inclinazione di 97,45°) e 600 km (97,75°). Complessivamente erano presenti 53 satelliti anche se a separarsi dal secondo stadio sono state 48 unità per via dell’utilizzo di veicoli di trasferimento orbitale (OTV) che possono trasportare più di un satellite.

Il primo stadio impiegato era il B1081, utilizzato in passato per altre quattro volte: Crew-7, CRS-29, PACE e Starlink. Tutto si è svolto come previsto con il primo stadio che è rientrato alla Landing Zone 4 (LZ-4) della base di Vandenberg. In generale i satelliti lanciati in questa missione erano legati all’osservazione della Terra a varie lunghezze d’onda e con particolari funzionalità (come il rilevamento delle emissioni di metano, gas climalterante).

Alle 0:56 del 5 marzo (ora italiana) è invece stata lanciata una missione Starlink dallo Space Launch Complex 40 (SLC-40) alla Cape Canaveral Space Force Station in Florida. Si è trattato quindi del terzo lancio di un razzo spaziale Falcon 9 in circa 20 ore e tutte e tre le missioni sono state portate a termine correttamente. In questo caso il primo stadio è rientrato sulla droneship A Shortfall of Gravitas (ASOG) che si trovava nell’Oceano Atlantico.

Questa missione ha messo in orbita 23 satelliti Starlink di seconda generazione e si è trattata della 13° missione di questo primo stadio in particolare. In precedenza questo stadio era stato impiegato per le missioni SES-22, HAKUTO-R Mission 1 di ispace, Hispasat Amazonas Nexus, CRS-27 e ora otto missioni Starlink.

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