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Nutanix vuole sfruttare lo spazio lasciato libero da VMware e consolida le alleanze

Author: Hardware Upgrade

Essere nel posto giusto al momento giusto. Si potrebbe riassumere così la strategia a breve termine di Nutanix. Abbiamo recentemente incontrato Thomas Cornely, SVP Product Management di Nutanix, che ci aveva spiegato molto chiaramente come il lungo percorso seguito da Nutanix ha portato l’azienda a proporre sul mercato una piattaforma completa, pensata per adattarsi alle strategie di multi cloud ibrido, seguite da un numero sempre maggiore di aziende.

È un percorso iniziato da lontano, come ci aveva raccontato il CEO di Nutanix, Rajiv Ramaswami, poco più di un anno fa. Sulla bontà e le potenzialità della piattaforma non c’erano mai stati dubbi, ma è stato necessario armonizzare tutte le componenti dell’azienda, prima di tutto per renderla profittevole. Il CEO aveva quindi definito 5 priorità: offrire i servizi in abbonamento, semplificare ed estendere il portafoglio prodotti, estendere le partnership, far crescere i talenti e, forse la cosa più importante, creare un modello finanziario sostenibile.

Risultati finanziari degni di nota per Nutanix

Un percorso che sta decisamente dando i suoi frutti, come è stato confermato nell’incontro con il management italiano di Nutanix: Benjamin Jolivet, Italy Country Manager, Thomas Giudici, da pochi mesi Sales Manager, proveniente da Red Hat, e Marco Del Plato, System Engineer.

Oggi la piattaforma Nutanix è offerta con un modello basato su abbonamento, il portafoglio di prodotti copre davvero tutte le esigenze dell’ambiente multi cloud ibrido, spaziando dalla gestione delle infrastrutture, chiaramente sia on premise sia in cloud, fino alla gestione delle app cloud native, con tutto quello che c’è nel mezzo e una forte enfasi sui database. Il capitolo delle alleanze lo approfondiremo dopo, mentre è importante soffermarsi subito sui risultati finanziari. I dati del Q2 fiscale 2024 parlano di una crescita molto significativa del fatturato (+16% rispetto al trimestre equivalente dello scorso anno), che si attesta a 565 milioni di dollari, portando l’annual recurring revenue (quindi i 12 mesi precedenti) a 1,74 miliardi di dollari. L’elemento chiave di questi risultati è che il notevole risultato in termini di fatturato è accompagnato da un profitto operativo di 124 milioni di dollari, e un free cash flow di 163 milioni di dollari. È notevole per Nutanix, non tanto per le percentuali interessanti, ma perché solo all’inizio del 2023, come ci diceva sempre il CEO nell’intervista dell’anno scorso, l’azienda era riuscita a generare un profitto. A un anno di distanza la capacità di Nutanix di generare profitto, e cash flow positivo, si conferma, per di più accompagnata da una costante crescita del fatturato.

L’acquisizione di VMware crea opportunità per Nutanix

Oltre all’indubbia efficacia della strategia impostata da Rajiv Ramaswami e alla capacità dell’azienda di concretizzare la strategia, Nutanix è l’azienda che in questo momento sta riuscendo a capitalizzare più di ogni altra dalle conseguenze dell’acquisizione di VMware da parte di Broadcom. È davvero nel posto giusto, con la piattaforma giusta, al momento giusto. Abbiamo più volte parlato su Edge9 delle decisioni drastiche prese da Broadcom dopo l’acquisizione di VMware. In sostanza, lato clienti sono state soppresse le licenze perpetue per passare a un modello basato su abbonamento (obbligatorio anche per chi aveva delle licenze perpetue) e la rivoluzione del programma di canale (da molti indicato come un azzeramento).

Nutanix è stata molto chiara e diretta nell’affermare che questo repentino cambio di strategia da parte di VMware sta aprendo grandissime opportunità e che questa è la prima fonte di crescita per Nutanix nell’immediato. Abbiamo chiesto esplicitamente se sta avendo un maggiore effetto il cambio dell’offerta lato clienti o la modifica nel rapporto con i partner e la risposta è stata decisamente interessante. Nell’immediato le prime conseguenze si stanno vedendo lato canale, perché i partner che sono stati tagliati fuori stanno cercando immediatamente delle alternative, che stanno trovando in Nutanix, e sono pronti a investire per colmare eventuali gap in termini di competenze e certificazioni. Chi ancora lavora con VMware, i partner più “grandi”, ha comunque un interesse a iniziare a valutare delle alternative, perché non è chiaro in che direzione andrà VMware. Lato clienti il processo è più lungo, perché, soprattutto per le grandi aziende, definire e valutare progetti di migrazione da VMware a Nutanix ha un orizzonte temporale di almeno 12 mesi. In ogni caso, questo passaggio sta facendo prendere consapevolezza a moltissime aziende che la piattaforma Nutanix può essere valutata come alternativa per varie componenti dello stack e qualsiasi tipo di workload, non solo la virtualizzazione. Allo stesso tempo molte aziende non avevano consapevolezza che Nutanix potesse sostituire VMware proprio sulla virtualizzazione. Da entrambe le prospettive, Nutanix sta ottenendo dei grandissimi benefici da questo momento di passaggio, nel breve come nel lungo periodo. A questo va aggiunto che, anche sul fronte degli MSP e dei cloud provider, le scelte di VMware stanno avendo delle conseguenze e Nutanix sta sviluppando dei programmi specifici per gli MSP.

In prospettiva, sembra configurarsi una forte focalizzazione da parte di VMware sulle aziende di dimensione più grande, facendo leva sui rapporti diretti e i principali partner. Lasciando ai concorrenti, Nutanix in testa, grandissimi spazi di manovra. Se da un lato questa non è più una visione futuribile, ma una realtà concreta a cui tutti stiamo assistendo, dall’altro riteniamo, e questa è una visione soggettiva di Edge9, che è ancora presto per vedere le conseguenze a lungo termine delle scelte, che siamo i primi a criticare, di VMware. La base installata è molto ampia ed è molto difficile migrare le implementazioni più complesse. Sarà importante vedere se e come VMware farà evolvere la propria piattaforma, se ci sarà ancora la voglia e la possibilità di investire in innovazione per capire come si configureranno gli equilibri futuri.

Le partnership di Nutanix generano ulteriori opportunità

Nel frattempo, un altro tassello della strategia di Nutanix di cui ci aveva parlato Rajiv Ramaswami si sta rivelando vincente in questo momento così travagliato: le partnership.

All’evento di Nutanix ha partecipato anche Cisco, per presentare una delle soluzioni offerte congiuntamente sul mercato dopo l’annuncio della partnership strategica dello scorso agosto. Oltre a sottolineare la scalabilità e la flessibilità delle soluzioni iperconvergenti, dove Cisco offre la componente hardware e di gestione, basata sulla piattaforma software di Nutanix, è interessante notare come queste soluzioni e questa partnership si innestino in un più ampio “schieramento”, di cui fanno parte anche Microsoft e Red Hat, per offrire al mercato soluzioni end-to-end che vanno a coprire davvero tutte le esigenze tecnologiche delle aziende.

La sensazione che ci portiamo a casa da questo incontro è che siamo davvero a uno snodo focale per tutto il mercato IT. Da un lato queste dinamiche rafforzano il ruolo che fino ad oggi ha giocato VMware e che, con i vecchi equilibri, faceva sì che determinate posizioni fossero intoccabli. Le scelte di Broadcom, e in parte anche una reputazione negativa che, a torto o a ragione, si è creata negli anni, stanno creando una reazione a catena, che inoltre si innesta in una fase di grandi cambiamenti del mercato stesso, legata all’emergere dell’IA, ma non solo. Stanno avendo un grandissimo impatto l’evoluzione del modello multi cloud ibrido e i nuovi paradigmi applicativi cloud native. Dinamiche competitive da un lato, l’evoluzione dei modelli implementativi dall’altro stanno creando la tempesta perfetta. Nutanix sembra trovarsi in una posizione privilegiata per non solo uscire indenne dalla tempesta, ma per ritrovarsi ancora più forte di prima. Sarà molto interessante vedere cosa succederà nei prossimi mesi.

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