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City 20 potrebbe stravolgere il genere dei sandbox | Provato

Author: Tom’s Hardware

City 20 è un survival sandbox e già questo e bastato per accendere la nostra curiosità. Il genere dei survival, specialmente in quella vasta porzione del mercato composta dai titoli doppia a, è da sempre florente, al punto che a ogni nuovo survival che si affaccia sugli store digitali, l’effetto sorpresa viene sempre meno.

Per quanto riguarda i sandbox, invece, la situazione è leggermente diversa, poiché per quanto in molti abbiano provato a realizzare dei sandbox convincenti, altresì in tantissimi non sono riusciti a conquistare i cuori dei giocatori, limitandosi a proporre esperienze con delle ottime idee, ma una mediocre realizzazione. 

Per questo motivo, quando ci è stata data l’opportunità di assistere a un evento a porte chiuse di City 20, seguito dalla possibilità di provare con tutta calma un codice di gioco ancora in fase di sviluppo, le nostre aspettative erano molto tiepide. 

Nulla è cambiato, almeno per quanto ci riguarda, sapere che Untold Games, la software house dietro a City 20, sia italiana. Certo fa sempre piacere vedere che, anche dalle nostre parti, nascano costantemente nuovi progetti, ma non abbiamo mai sposato quella visione patriottica per la quale “italiano = da incentivare”, quello che interessa a noi è la qualità finale del prodotto, non la sua provenienza.

Ci è bastato, però, assistere ai primi momenti della presentazione del progetto, per rimanere incuriositi dall’incipit alla base di City 20: rappresentare una società post apocalittica, enfatizzando i rapporti fra le fazioni, le relazioni tra le persone e quella quotidianità che, anche in un mondo oramai alla fine dei suoi giorni, è parete integrante della natura umana.

In una città messa in isolamento, in seguito a un incidente radioattivo, si è sviluppata una società suddivisa in varie fazioni. Il questo scenario post apocalittico, il protagonista viene salvato da un uomo di nome Goga, il quale gli offre un giaciglio su cui dormire, acqua e cibo, in cambio di contribuire al sostentamento di entrambi.

Laddove l’incipit non sembra nulla di diverso da quanto già visto più volte in passato, il fatto che si possa fin da subito decidere di non aiutare Goga, e semplicemente ignorare le sue richieste, mostra chiaramente la natura sandbox di City 20.

Nel gioco, difatti, tutto ruoterà attorno alle routine dei vari abitanti della società, le quali muteranno in base alle azioni che il giocatore compirà. Ovvio, ci sono tantissime missioni da portare a termine, ma se, e come, farlo rimarrà sempre nelle mani del giocatore. Queste missioni, difatti, non si basano su una linearità narrativa ben definita, ma si ergono sui bisogni personali dei vari abitanti. 

Un esempio? Un abitante potrebbe chiedervi della benzina, indispensabile per permettergli di spostare il suo furgone, così come potrebbe chiedervi altre risorse in base ai suoi bisogni in quello specifico momento della giornata. Anche reperire queste risorse è totalmente nelle mani del giocatore, che potrà decidere se ottenerle in maniera onesta, o in maniera totalmente disonesta. 

Insomma, un progetto davvero ambizioso, visto che nella sua versione finale dovrebbe gettare il giocatore all’interno di una società popolata da abitanti virtuali che, a differenza di quello a cui siamo stati abituati, non presentano delle routine predefinite.

Lo scopo ultimo è proprio quello di far si che ognuno dei personaggi si comporti in maniera sempre diversa, gestisca i suoi problemi e si comporti esattamente come farebbe un essere umano in uno scenario del genere.

In City 20, difatti, il giocatore potrà decidere semplicemente di immergersi in questo mondo e vivere alla giornata, pensando agli affari suoi come in un life-sim post apocalittico, o decidere di rivoluzionare la società, migliorandole ove possibile o distruggendola fin nelle sue fondamenta.

Peccato che la demo a nostra disposizione non ci permettesse di valutare appieno questi aspetti, limitandosi a mostrarci come verrà strutturato il gameplay della versione definitiva del titolo.

Al momento, infatti, le cose da fare sono proprio poche, ci sono poche azioni e una manciata di strumenti da poter sfruttare. Insomma una versione in stato embrionale che ci ha permesso giusto di saggiare alcuni aspetti di quello che vuole essere un progetto molto, molto, ambizioso, ma che prenderà forma, un tassello alla volta, durante la sua fase di Early Access.

Al momento, però, City 20 risulta comunque godibile, seppur molto basico nella sua struttura. Si possono sfruttare gli strumenti a disposizione per raccogliere risorse, scambiarle con altri personaggi ed esaudire, quindi, le richieste dei vari abitanti. Ovviamente è possibile agire con la violenza, e menare le mani per rubare risorse cercando di risolvere tutto molto più rapidamente, ma la scarsa prestanza fisica del protagonista, non la rende la corsia preferenziale per approcciarsi a City 20.

Interessante il fatto che, nelle prossime versioni del titolo, verranno integrati dei sistemi di legge per ognuna delle fazioni presenti nel mondo, ma al momento il massimo che può succedervi è di venire sbattuti fuori, privi di sensi, dalla proprietà che avrete violato, o ricevere una sanzione per i reati commessi. 

Non mancano infine tutte quelle dinamiche pensate per rendere vivo il mondo di gioco. Si possono piantare semi, cacciare animali e, con il progredire degli aggiornamenti, verranno introdotte alcune dinamiche legate al meteo e alle stagioni, ma al momento, così come per le meccaniche legate al reperimento delle risorse, ci troviamo di fronte solo a un’infrastruttura molto basilare. 

In conclusione, City 20 si presenta come un progetto molto ambizioso ma con ancora moltissima strada da fare. Le basi ci sono, ma le promesse sono tante e il rischio che il voler implementare tutti questi aspetti, faccia deragliare il progetto verso i lidi di un’esperienza maggiormente guidata sono molto alte.

In tutta onestà speriamo che gli sviluppatori si prendano tutto il tempo necessario per sviluppare al meglio ogni aspetto e riuscire a realizzare quello che, se tutti i tasselli verranno inseriti al posto giusto, potrebbe diventare un eccellente esponente per un genere sempre più affollato e, purtroppo, ricolmo di produzioni mediocri.

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