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Telescopio spaziale James Webb: analizzato disco protoplanetario intorno a una giovane stella, trovate diverse molecole organiche

Author: Hardware Upgrade

Come sappiamo il telescopio spaziale James Webb è molto versatile e permette di osservare diversi fenomeni che avvengono nel Cosmo. In passato abbiamo scritto della galassia più distante mai osservata (dal nome di JADES-GS-z14-0) oppure di buchi neri in fase di fusione nell’Universo primordiale ma anche di esopianeti come WASP-107 o 55 Cancri e. Negli scorsi giorni è stato annunciato come il JWST abbia osservato un disco di polveri e gas che orbita intorno a una giovane stella di massa inferiore al Sole, trovando molte molecole organiche.

L’importanza di studiare dischi protoplanetari è quello di capire come si formato gli esopianeti e quando le condizioni potrebbero portare a creare pianeti abitabili come la Terra (e quindi alla possibile formazione di vita). I modelli e gli studi passati suggeriscono che intorno a stelle con masse ridotte è più facile che si formino pianeti di tipo roccioso.

Studiando i dischi di polvere e gas con il telescopio spaziale James Webb è possibile ricostruire quali siano le composizioni chimiche di queste strutture (che poi portano alla formazione di pianeti). Gli scienziati si sono così concentrati sulla stella ISO-ChaI 147, che ha una massa di appena 0,11 masse solari trovando come il disco protoplanetario sia particolarmente ricco di carbonio.

Grazie allo strumento MIRI (medio infrarosso) è stato possibile evidenziare la presenza di idrocarburi in quantità mai viste finora. Questo significa anche che è presente molto carbonio che potrebbe essere tolto agli esopianeti in formazione riconducendo a una situazione simile alla Terra. Sono state rilevate molecole come etano, etilene, metilacetilene oltre al radicale metilico CH3. A titolo di confronto, in stelle di dimensioni simili al Sole è più facile trovare molecole contenti ossigeno come anidride carbonica o acqua.

In futuro il telescopio spaziale James Webb sarà impiegato per condurre un’analisi di altri dischi protoplanetari che orbitano intorno a stelle dalla massa ridotta così da capire quali siano le molecole tipicamente presenti o se ci siano altre differenze che potrebbero spiegare l’evoluzione planetaria.

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