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Al COMPUTEX NVIDIA mi ha mostrato il futuro del gaming

Author: GAMEmag

Al COMPUTEX ho (forse) visto il futuro del gaming. Me l’ha mostrato NVIDIA, la società che oggi è sulla bocca di tutti come regina dell’intelligenza artificiale, ma noi duri e puri gamer e appassionati di hardware sappiamo che le radici di NVIDIA sono altre e, in una sorta di commistione tra passato e presente, la società guidata Jensen Huang è pronta a plasmare il mondo del gaming ancora una volta.

È questa la sensazione che provo se metto insieme i pezzi del puzzle e le demo viste alla manifestazione taiwanese. NVIDIA è da sempre un produttore di GPU e di tecnologie legate alla grafica, ma definirla in tal modo è riduttivo perché, con il passare degli anni, in particolare gli ultimi, ha assunto la dimensione di apripista di innovazioni tecnologiche a tutto tondo.


Dal DLSS alla Frame Generation, per passare al tool di modding RTX Remix, è chiaro che NVIDIA sa bene che coltivare tutto ciò che ruota attorno all’esperienza di gioco è un incredibile volano per la vendita delle GPU. Obiettivo centrato, visto che l’azienda detiene stabilmente una quota del segmento delle GPU dedicate tra l’80% e il 90%.

Ed è proprio in questo solco che al COMPUTEX NVIDIA mi ha mostrato come potrebbe essere il futuro del gaming. La prima demo, in realtà, l’avevo già vista in più occasioni, anche se alla fiera asiatica è stata portata una versione migliorata: sto parlando di Covert Protocol, dimostrazione di NVIDIA ACE.

Badate bene, NVIDIA ACE è molto di più che una tecnologia legata al gaming, si tratta di creare umani digitali capaci di interagire in modo naturale con un interlocutore reale, dando risposte sensate e aiutandolo in ciò che desidera. NVIDIA ACE permette all’umano digitale di capire cosa chiediamo, di darci una risposta e farlo sia con espressioni facciali che un tono di voce concordanti con il contenuto. E magari, perché no, nella lingua che più ci aggrada.

NVIDIA ACE è stata spacchettata in quelli che la società definisce microservizi e, nel caso della tech demo Covert Protocol realizzata in collaborazione con Inworld AI, l’ultima versione contempla NVIDIA Audio2Face per animazioni facciali realistiche basate su tracce audio e NVIDIA Riva ASR, per il riconoscimento automatico del parlato. Il tutto funziona localmente sulle GPU GeForce RTX, ma non è necessariamente vincolato alle GPU di NVIDIA.

Covert Protocol è un esempio di come potremmo interagire in futuro con gli NPC, i personaggi non giocanti dei nostri titoli preferiti: non più una serie di script decisi a monte dallo sviluppatore, con botta e risposta prestabiliti per portarci nella direzione desiderata, ma un’interazione più naturale, come se stessimo parlando con persone vere, per arrivare a ottenere ciò che ci serve.

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Gli NPC con tecnologia NVIDIA ACE percepiscono l’ambiente e il contesto, reagiscono in modo differente anche se la vostra interazione è la stessa, hanno memoria delle conversazioni e, se non adottate la strategia di interazione giusta, possono anche tenervi a conversare per diversi minuti prima di darvi / dirvi quello che volete.

Il potenziale di questo nuovo modo di interagire con gli NPC grazie all’IA potrebbe avere un impatto sostanziale sul game design e sulla narrazione. Come e quanto sta, naturalmente, agli sviluppatori di giochi e alla loro creatività perché, per quanto l’IA giochi un ruolo, la tecnologia deve essere alimentata e supervisionata dall’uomo.

Trattandosi di una tech demo non posso dire con certezza che gli NPC intelligenti arriveranno nei nostri giochi, ma il lavoro costante di NVIDIA e l’interesse di realtà come Ubisoft mi fanno pensare che sia solo questione di pochi anni. Non mi aspetto NPC mossi da NVIDIA ACE nel breve termine, forse mi sbaglio, ma sono certo che già il prossimo anno vedremo grandi evoluzioni perché il settore ha bisogno di evoluzioni. Tra l’altro, GSC Game World adotterà il microservizio Audio2Face in S.T.A.L.K.E.R. 2 Head of Chernobyl, tracciando la strada verso un’integrazione che, passo dopo passo, ci porterà alla visione originale e completa di NVIDIA ACE.

La seconda tecnologia con un potenziale alto impatto nel gaming si chiama Project G-Assist. Questa è stata la novità assoluta del COMPUTEX da parte di NVIDIA e potrei sintetizzarla come un assistente alla Jarvis di Iron Man integrato nei videogiochi.

La tech demo, basata su ARK: Survival Ascended, mi ha da una parte intrigato e dall’altra lasciato qualche dubbio su come sarà recepita dai giocatori. Project G-Assist si presenta come un tool integrato nel gioco con cui interagire sia in forma scritta che verbale per sapere cose sul titolo o per impartire ordini.

Per esempio, i responsabili di NVIDIA in loco mi hanno mostrato come è possibile chiedere all’assistente quale arma è la migliore nelle prime fasi di gioco, o come è possibile uccidere un triceratopo. Può anche consigliarvi, per esempio, su dove spendere i punti esperienza in base al vostro personaggio. Le possibilità sono potenzialmente infinite.

Project G-Assist analizza cosa c’è a schermo e risponde praticamente in tempo reale, andando in certo senso a offrire ciò che le pagine wiki create dagli appassionati offrono sul web, ma in pochi secondi, cioè senza che si debba uscire dal gioco e consultarle per diversi minuti o più.

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Più tecnicamente, la tecnologia riceve input vocali o testuali dal giocatore, insieme a un’istantanea di ciò che si trova a schermo. L’istantanea viene inserita in modelli di “IA vision” che forniscono la consapevolezza del contesto e la comprensione specifica dell’applicazione a un Large Language Model (LLM) collegato a un database di conoscenze del gioco come una wiki. L’output è una risposta personalizzata e approfondita, testuale o vocale, basata su ciò che sta avvenendo nel gioco.

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Ho sollevato al responsabile di NVIDIA la preoccupazione che Project G-Assist possa in qualche modo uccidere le pagine wiki dei vari titoli, una risorsa preziosissima per molti appassionati, ma se da una parte la stessa NVIDIA non ha la palla di cristallo, mi è stato risposto che potrebbe invece essere una spinta in più per gli appassionati per creare risorse che addestrino e formino Project G-Assist in modo che migliori sempre di più.

Ah, Project G-Assist è agnostico, NVIDIA mi ha assicurato che sebbene oggi giri su una sua GPU, qualora dovesse trovare spazio nell’industria funzionerà anche con schede video di altri produttori. Il tool oggi ha un impatto piuttosto marcato sulle prestazioni di gioco, in particolare per l’uso della memoria grafica, ma con il tempo sarà affinato e migliorato.

Oltre a fare da mentore e guida nelle vostre scorribande nei videogiochi, Project G-Assist può anche aiutarvi a ottimizzare il vostro PC, di fatti il responsabile di NVIDIA ha chiesto all’assistente di mantenere 50 fps di media con un consumo più basso possibile: il sistema è andato a modificare diversi parametri automaticamente, restituendo una stima del risparmio energetico ottenuto.

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Allo stesso modo, può anche overcloccare la GPU, cambiare le impostazioni di gioco, monitorare il frame rate, consumo e altro nel corso del tempo e metterveli in un grafico: tante cose che oggi richiedono passaggi, software aggiuntivi e pazienza, con Project G-Assist diventeranno pressoché immediate.

Da una parte, la prima sensazione provata è stata quella di esclamare “figata!“, ma poi da vecchio dinosauro in un mondo che cambia troppo velocemente ho pensato che Project G-Assist andrà a togliere un po’ il gusto dello smanettare e della scoperta. Ovviamente la sensazione corretta è la prima, la mia lagna da vecchio bacucco dell’informatica lascia il tempo che trova, oggi si vuole tutto e subito, poche storie.

NVIDIA ACE e Project G-Assist mi hanno aperto una finestra su come potrebbe evolvere il gaming in futuro, nel giro di pochi anni: cambiamenti importanti nell’esperienza, molto più incisivi di quanto visto negli ultimi due decenni, in cui tutto sommato il gameplay è rimasto invariato.

NVIDIA si riconferma proiettata al futuro e sempre in moto per proporre novità: ora la passa al settore del gaming, che dovrà valutare le tecnologie messe in campo e, se convincenti, adottarle. In base a quanto visto, non ho dubbi che arriveranno nel giro di pochi anni e renderanno l’esperienza di gioco totalmente diversa. Per questo è stato un privilegio poter dire di aver visto in anteprima il futuro del gaming.

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