Author: Wired
Il rigore nel calcio fu inventato in Inghilterra il 14 febbraio 1891. Era l’ultimo minuto di un quarto di finale di FA Cup, la principale coppa nazionale inglese, disputato tra Notts County e Stoke City. Quando un difensore del County fermò sulla linea di porta un tiro usando la mano, allo Stoke fu assegnato un calcio di punizione a pochi centimetri dalla porta. Come era consentito all’epoca, il portiere si piazzò proprio davanti al pallone e il giocatore dello Stoke non potè far altro che calciargli contro, vedendosi bloccare il tiro.
In una riunione dell’International Football Association Board (Ifab) tenutasi a Glasgow il 2 giugno 1891, la federazione irlandese propose una mozione per introdurre quelli che sarebbero diventati i calci di rigore che conosciamo oggi. L’approvazione dell’Ifab diede così il via a decenni di angoscia e gioia. La regola originale prevedeva che i giocatori potessero tirare un rigore “da qualsiasi punto posto a 11 metri dalla linea di porta” e che il portiere potesse avanzare di 5,5 metri per provare a pararlo. Nel corso del tempo, però, la norma è stata modificata e perfezionata fino ad arrivare alla forma odierna.
La probabilità che un rigore venga segnato è di circa il 70%. Ai mondiali del 2022, sono stati segnati 22 dei 29 rigori assegnati durante le partite (il 76% del totale). Escludendo l’edizione in corso, nella storia degli Europei sono stati fischiati 88 rigori, con un tasso di conversione del 70%, pari a 62 rigori. Anche i tiri di rigore, quelli calciati dopo i tempi regolamentari e supplementari nelle partite a eliminazione diretta – introdotti per la prima volta negli Europei nel 1976 e nella Coppa del Mondo nel 1978 – hanno percentuali simili.
Ma perché i rigori devono essere tirati dai fatidici 11 metri? La distanza è sempre rimasta quella stabilita nel 1891, presumibilmente perché una probabilità di successo di 7 su 10 offre un buon mix tra rischio, gratificazione e drammaticità.
Avvicinando o allontanando il pallone dal dischetto infatti le probabilità di segnare cambierebbero troppo. Come sottolinea John Wesson in The Science of Soccer, tenendo conto della resistenza dell’aria, un “rigore” calciato a circa 125 chilometri orari nell’angolino in teoria potrebbe superare un portiere anche da una distanza di 32 metri. Se si avvicina il dischetto di due metri alla porta o più, la probabilità di segnare aumenta sensibilmente. A circa 3 metri, la possibilità di segnare è quasi del 100%.
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