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Dustborn Provato: soffi di rivolta nel deserto digitale | GamesVillage.it

Author: GamesVillage.it

Abbiamo atteso per molto tempo un’epopea on the road come quella di Dustborn, un titolo che promette di richiamare alla memoria l’epoca d’oro delle atmosfere più spassionatamente americane degli anni ’80. Questa avventura si ispira alla mitica ricerca di Jack Kerouac, evocando la Middle America delle stazioni di servizio e degli infiniti orizzonti, dove l’unico confine è la linea che separa il deserto da un cielo di un azzurro intenso. Dustborn si propone anche come una ‘buddy adventure’, un genere che esalta le dinamiche tra personaggi profondamente diversi, uniti da un viaggio attraverso paesaggi che hanno fatto la storia della letteratura, e punta offrire ai giocatori entrambe le esperienze, rendendolo un candidato ideale per gli appassionati di questo tipo di narrativa. Fin dalle prime battute, il nuovo progetto sviluppato da Red Thread Games, software house fondata da Ragnar Tørnquist che in molti conoscono per la saga di Dreamfall, e pubblicato da Quantic Dream presenta un cast eclettico che incarna tematiche sociali di grande attualità. I giocatori si troveranno a fronteggiare nemici noti come i Justice e i Puritani nei panni di Pax, una giovane punk rocker dal cuore sensibile ma sempre pronta a difendersi in un mondo ostile.

Dustborn: tra realtà e polvere di sogni

La nostra prima esperienza con il nuovo titolo dell’azienda di David Cage ha portato alla luce un contesto profondamente originale che ha superato le nostre aspettative. La dimostrazione giocabile è riuscita a confermare l’unicità dell’opera, con riferimenti che spaziano dalle visioni distopiche di Orwell a un’interpretazione alternativa di figure storiche come Kennedy. Il concetto di solarpunk, presentato in una luce sia letterale che metaforica, potrebbe apparire insolito ai giocatori, sfidando l’immaginario comune con veicoli elettrici e dispositivi alimentati da energia solare. La costruzione di una società basata su questi principi, in relazione alla natura complessa dei protagonisti, è un compito arduo, ma la nostra esperienza con questi primi assaggi di gioco dimostra che la sfida è stata brillantemente superata. Gli innovativi meccanismi di gioco, ormai distintivi dello stile di sviluppo di Quantic Dream, arricchiscono l’esperienza. I dialoghi e le interazioni con i personaggi costituiscono il fulcro del gameplay, offrendo scelte di tono e risposte immediate che influenzano la relazione con la protagonista.

Tali interazioni, che si alternano con precisione a momenti di azione ed esplorazione, sono ben integrate all’interno del gruppo di personaggi. La dipendenza reciproca tra i membri del gruppo è un elemento chiave, e il gioco facilita l’interazione indicando chi tra loro è più adatto a risolvere determinate problematiche, sottolineando il tema dell’interdipendenza. In aggiunta ai combattimenti, che verranno esaminati più dettagliatamente in seguito, Dustborn introduce una funzionalità unica: l’eco. La protagonista, dotata di un dispositivo che ricorda un Game Boy sia nell’aspetto che nelle grafiche, può catturare l’essenza dell’eco attraverso un minigioco dedicato. Una volta acquisita, l’eco può scatenare vari effetti, come esplosioni o la liberazione di personaggi non giocanti dal controllo mentale. I progressi nel gioco sono tracciati in un fumetto animato che si sviluppa man mano che la storia procede, offrendo una risorsa consultabile che evidenzia dettagli e strategie comunicative che potrebbero essere sfuggiti durante il gioco.

L’armonia della discordia

Oltre agli elementi già discussi, Dustborn arricchisce l’esperienza di gioco con un dispositivo che omaggia le classiche console portatili. All’interno dell’avventura, sono presenti tre minigiochi che rendono un doveroso tributo ai pionieri del settore, come il leggendario Pong. Il successo in questi giochi non è solo un tributo nostalgico, ma conferisce anche vantaggi tangibili nel gioco principale, sottolineando l’importanza dei potenziamenti. Questa caratteristica si inserisce armoniosamente nel contesto citazionistico di Dustborn, offrendo una riflessione sulla persistenza degli archetipi ludici nel tempo, un tema ancora poco esplorato nella cultura videoludica.

Un’ulteriore sorpresa piacevole è rappresentata da un minigioco ispirato a Guitar Hero, che permette ai giocatori di comporre musica e sfruttarne i benefici all’interno del gioco. Questa funzionalità, già apprezzata nella nostra anteprima per la sua sfida, promette di arricchire notevolmente l’esperienza complessiva. La colonna sonora risultante e il processo di composizione delle strofe da parte della protagonista sono convincenti e piacevoli all’ascolto, arricchiti da numerose referenze iconiche. Sebbene, a nostro parere, possano sembrare distanti dall’atmosfera punk rock che il gioco aspira a ricreare, contribuiscono comunque a un’esperienza di gioco immersiva e multiforme.

Un viaggio nel cuore della rivoluzione

In Dustborn, l’azione gioca un ruolo predominante, arricchita dalla possibilità di potenziare l’equipaggiamento tecnologico, come la fidata mazza da baseball che accompagna il giocatore. Questa funzionalità di personalizzazione, accessibile ovunque e completamente reversibile, assicura che i giocatori possano sperimentare senza timore di dover ricominciare da zero a causa di scelte non soddisfacenti. Le battaglie, ispirate alle dinamiche dei Musou, vedono la protagonista confrontarsi con orde di avversari di ogni foggia e dimensione, inclusi dei carismatici robot zombie. L’arsenale a disposizione include un’arma speciale, reminiscente di quella utilizzata da Donovan in Darkstalkers, che ritorna al giocatore dopo ogni lancio.

Oltre ai frenetici combattimenti, Dustborn introduce un’abilità sonora che colpisce gli avversari nell’area circostante, con un tempo di ricarica che aggiunge un ulteriore livello strategico. Le meccaniche di gioco sembrano calibrate per soddisfare sia i giocatori più esperti che quelli più giovani, con rallentamenti cinematografici e combinazioni di mosse spettacolari. La protagonista dispone di una riserva di energia considerevole, suggerendo una progressiva escalation di difficoltà e un gameplay che privilegia l’immersione nell’avventura piuttosto che la frustrazione di dover ripetere le partite. Per anticipare l’esperienza di gioco completa, Dustborn offrirà una demo gratuita di 30 minuti durante il Steam Next Fest, che si terrà dal 24 al 30 giugno. I giocatori potranno immergersi nel sovversivo mondo di gioco e calzare i panni di Pax, esplorando le meccaniche, le interazioni narrative e i temi profondi che l’opera si propone di esplorare.

Piattaforme: PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S

Sviluppatore: Red Thread Games

Publisher: Quantic Dream, Spotlight by Quantic Dream

Data di uscita: 20 agosto 2024

L’anteprima di Dustborn rivela una serie di aspetti promettenti che anticipano un’esperienza di gioco ricca e coinvolgente. Il titolo si distingue per la sua complessità narrativa e la profondità tematica, elementi che non mancheranno di soddisfare il vasto pubblico al quale è destinato. La direzione artistica è poi particolarmente notevole, con un sapiente uso di citazioni che arricchiscono una grafica curata e un design dei personaggi distintivo e di alto livello. La colonna sonora, infine, impreziosisce il tutto e conferma Dustborn come una produzione destinata a lasciare un’impronta indelebile sia per le tematiche affrontate sia per l’universo immaginativo nel quale vuole immergerci.

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