Author: Hardware Upgrade
La missione statunitense NASA OSIRIS-REx ha riportato sulla Terra 121,6 grammi di regolite prelevata dall’asteroide Bennu. Attualmente la missione sta proseguendo con il nome di OSIRIS-APEX alla “caccia” di un altro asteroide bersaglio, Apophis (dal quale però non recupererà altri campioni). Nel frattempo gli scienziati stanno proseguendo l’analisi dei campioni di Bennu scoprendo alcune novità interessanti.
Secondo quanto riportato dalla NASA e pubblicato anche in uno studio dal titolo Asteroid (101955) Bennu in the laboratory: Properties of the sample collected by OSIRIS-REx, i campioni dell’asteroide Bennu contengono elementi fondamentali per la formazione del Sistema Solare. Questo conferma che asteroide come Bennu possono essere considerate delle ottime risorse per capire com’era il Sistema Solare miliardi di anni, durante la fase di formazione.
In particolare gli scienziati hanno trovato nei campioni riportati da NASA OSIRIS-REx carbonio, azoto ma anche composti organici. Si tratta di componenti fondamentali per la formazione della vita (anche se non sono comunque l’unico elemento necessario per il suo sviluppo). Inoltre le analisi del campione hanno rilevato fillosilicati, magnetite, carbonati, magnesio fosfati ricchi di sodio.
La presenza di composti legati alla presenza di acqua fa propendere per l’ipotesi che l’asteroide Bennu si sia originato da un mondo oceanico di dimensioni relativamente ridotte e probabilmente andato distrutto.
A supportare questa idea c’è la presenza di minerali argillosi (serpentino) che sulla Terra si trova quando il mantello incontra l’acqua. Secondo gli scienziati inoltre “la scoperta più inaspettata è la presenza di fosfati solubili in acqua”. Questi sono composti che in biochimica sono fortemente associati alla vita per come la conosciamo. Minerali simili, sono stati trovati anche nei campioni riportati dalla sonda nipponica Hayabusa2 (asteroide Ryugu) ma quelli di Bennu sono più puri e con strutture di maggiori dimensioni.
Bisogna però ricordare che siamo solo all’inizio delle analisi. Diversi laboratori continueranno gli studi (e parte del campione sarà preservato per analisi con strumenti che saranno sviluppati in futuro). In generale appare però chiaro che studiare direttamente dei campioni piuttosto che avvalersi solo di indagini a distanza, per esempio con flyby, sarà essenziale per avere informazioni più accurate sulla quale basare le ipotesi.
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