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La Cina statalizza le terre rare: è la prima risposta alle restrizioni degli USA?

Author: Hardware Upgrade

La Cina ha emanato una nuova regolamentazione sulle cosiddette “terre rare” con il quale notifica la proprietà statale di tutti materiali necessari alla produzione di semiconduttori. Come riportato da Nikkei, lo Stato mira a proteggere gli interessi nazionali e industriali, ma la manovra si presenta come una risposta alle continue pressioni adottate dal Governo degli Stati Uniti.

Da diversi anni, ormai, gli USA impongono sempre più restrizioni alle esportazioni verso la Cina, numerose aziende sono finite nella cosiddetta “blacklist” ed è stato negato l’accesso ai macchinari per la produzione di microchip con tecnologie di processo produttivo inferiore ai 14 nm.

Con la nuova norma cinese, a qualsiasi individuo è severamente vietato ottenere o danneggiare le risorse provenienti dalle terre rare senza il consenso del governo. Le limitazioni coprono l’intera filiera produttiva, dall’estrazione e fusione, fino alla distribuzione e l’esportazione. Il testo sottolinea sicurezza, innovazione e sviluppo sostenibile come principi guida di questa manovra.

Ma quali sono le conseguenze di questa scelta? Per avere un’idea di più chiara, possiamo dirvi che nel 2023 la Cina ha fornito il 70% degli elementi delle terre rare dell’intero mercato mondiale. In particolare, nel caso del gallio utilizzato per i circuiti integrati di alimentazione, la Cina ha prodotto il 94% della fornitura mondiale. È chiaro, quindi, che le nuove restrizioni avranno conseguenze in diversi settori.

Nel caso dei chip più avanzati come CPU, GPU e memorie, l’impatto potrebbe risultare marginale, soprattutto ora che gli Stati Uniti si stanno impegnando ad estrarre le risorse direttamente in territorio americano. Per quanto riguarda il nitruro di gallio (GaN) e l’arseniuro di gallio (GaAs), fondamentali per chip di alimentazione, amplificatori a radiofrequenza, LED e altre applicazioni, la dipendenza dal mercato cinese è a dir poco forte.

In realtà metalli come il gallio e il germanio non sono eccessivamente rari. Il predominio della Cina è dovuto alla capacità di mantenere i costi di fornitura estremamente bassi. Inoltre, come riporta Nikkei, nonostante gli sforzi per aumentare la produzione interna, anche gli Stati Uniti dipendono fortemente dall’approvvigionamento cinese.

La nuova norma entrerà in vigore dal prossimo 1° ottobre e mira chiaramente a proteggere la posizione dominante della Cina nel mercato di questi elementi. Non resta che chiedersi: quali saranno le conseguenze per i consumatori?

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