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Seychelles, creata un’area marina protetta grande quando la Germania

Author: redattore2 Rinnovabili

L’arcipelago delle Seychelles ha esteso ad altri 400.000 km quadrati di acque lo stato di tutela grazie ad un accordo “debt-for-nature”

aree marine protette
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Il Governo ha sbloccato 21,6 milioni di dollari, ri-destinandoli all’area marina protetta

(Rinnovabili.it) – Via libera alla nuova area marina protetta delle Seychelles. O, più precisamente, alle 13 nuove zone di tutela approvate con decreto dal Presidente della Repubblica, Danny Fure, lo scorso 26 marzo. Il provvedimento estende le attività di protezione ad altri 400 km quadrati di acque nazionali, creando una riserva grande quasi quanto la Germania. Riserva che da oggi proteggerà flora e fauna dagli effetti dei cambiamenti climatici e dallo sfruttamento economico non regolamentato. 

La misura arriva, in realtà, ben 10 anni dopo la promessa governativa di portare la tutela al 30% della sua zona economica esclusiva e delle sue acque territoriali, rispetto all’allora 0,04%. A fare la differenza tra ieri e oggi è un nuovo accordo finanziario del tipo “debt-for-nature”. Questo strumento permette, tramite intese con economie ricche, di cancellare una parte del debito estero di una nazione in via di sviluppo, in cambio di investimenti locali in misure di conservazione ambientale. Si tratta di un’operazione finanziaria molto criticata, ma che ha permesso all’arcipelago di sbloccare 21,6 milioni di dollari, ri-destinandoli all’area marina protetta.

Circa la metà 13 nuove zone saranno di tipo 1, ossia aree vietate ad attività economiche come la pesca o la trivellazione. Le altre saranno classificate Zona 2, consentendo in questo caso solo attività soggette a regolamentazione.

La speranza è di salvaguardare così gli habitat e i siti di nidificazione delle tartarughe in via di estinzione, l’ultima popolazione di dugonghi rimasta nell’Oceano Indiano e le barriere coralline.

Leggi anche: “WWF: “La tutela delle aree marine protette non è un hobby. L’Ue deve fare di più”

Rimane però un problema: i fondi erogati attraverso l’accordo “debt-for-nature” potrebbero non essere sufficienti a garantire la protezione. Gestire efficacemente una rete di aree marine protette così estesa richiederebbe, annualmente, dai 75 ai 106 dollari per chilometro quadrato, secondo una stima del Conservation and Climate Adaptation Trust (SeyCCAT) delle Seychelles. La cifra massima, quindi, si attesterebbe intorno ai 42 milioni di dollari all’anno. È questo il motivo per cui il governo sta cercando nuove sovvenzioni e prestiti, considerando anche l’idea di imporre una tassa ambientale di 10 dollari ai turisti. 

Leggi anche: “Barriera corallina: surriscaldamento e acidificazione la potrebbero far sparire entro il 2100”

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Idrogeno pulito, potrebbe ridurre di un terzo le emissioni più difficili entro il 2050


Author: Lorenzo Vallecchi QualEnergia.it

Il calo dei costi di produzione dell’idrogeno da energia eolica e fotovoltaica traccia una via promettente per ridurre le emissioni in alcuni dei settori economici più dipendenti dai combustibili fossili, come l’acciaio, i veicoli pesanti, le spedizioni marittime e il cemento. È quanto indica il nuovo Hydrogen Economy Outlook, un nuovo studio globale della società […]

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Energia

L’emergenza coronavirus è un crash test per le politiche Ue sul clima


Author: Luca Re QualEnergia.it

L’emergenza coronavirus è un “crash test” per saggiare la tenuta del Green Deal e delle altre politiche europee sull’energia e il clima.

Lo sostiene il centro europeo che promuove la corretta regolazione dei diversi settori (telecomunicazioni, reti energetiche, trasporti), il CERRE, Centre on Regulation in Europe.

Difatti, il responsabile energia del centro, Máximo Miccinilli, ha diffuso un documento (allegato in basso) per approfondire i possibili impatti della crisi sanitaria sulla strategia Ue per combattere il cambiamento climatico, identificando cinque punti che l’emergenza Covid-19 ha reso ancora più critici e dove occorre intervenire con urgenza.

In linea generale, evidenzia il documento (traduzione nostra dall’inglese, con neretti), “sarebbe inaccettabile usare il pretesto dell’emergenza coronavirus per indebolire i pilastri esistenti delle politiche Ue rivolte all’energia e al clima”.

La situazione attuale, insomma, non deve far perdere di vista la sfida più importante del nostro secolo, che rimane quella di risolvere l’emergenza ambientale come aveva sottolineato anche la IEA in una nota, dove il suo direttore, Fatih Birol, affermava che la crisi da Covid-19 sarà anche un test per verificare l’impegno dei governi a combattere i cambiamenti climatici su scala globale.

Così la “prima vittima” della crisi sanitaria potrebbe essere il mercato europeo della CO2: il sistema ETS (Emissions Trading Scheme), infatti, si legge nel documento, è certamente lo strumento climatico più esposto allo shock del coronavirus, come avevamo già spiegato in questo articolo sull’evoluzione dell’ETS citando proprio la nota del CERRE.

In sostanza, i prezzi del carbonio sono scesi ai livelli minimi da novembre 2018 sui 14-15 euro a tonnellata, spinti al ribasso dalla caduta della domanda elettrica e dalla sovrabbondanza di quote di CO2 in circolazione nel mercato ETS.

Anche se nelle ultime sedute le quotazioni si sono leggermente rialzate, portandosi a un passo dai 18 euro/tonnellata per poi consolidarsi tra 16-17  €/ton.

Ma non c’è solo l’andamento del mercato ETS a far preoccupare gli analisti.

Un secondo problema, evidenzia Miccinilli, è che il piano climatico europeo al 2030 – ricordiamo che si punta a ridurre del 50-55% anziché del 40% le emissioni di CO2, rispetto ai livelli del 1990 – rischia di essere poco efficace senza uno scenario che includa le implicazioni della crisi sanitaria ed economica generata dalla diffusione del coronavirus.

Rallentamento delle produzioni industriali, difficoltà di alcuni settori strategici (aviazione, turismo, automotive), prezzi più bassi della CO2, sono solo alcuni dei fattori che la Commissione Ue dovrà valutare attentamente nella stesura del prossimo piano per l’azione climatica, considerando che potremmo essere solo all’inizio di una recessione che potrebbe durare alcuni anni.

Un altro punto critico, continua la nota del CERRE, riguarda la definizione delle nuove linee guida sugli aiuti di Stato attese per la fine del 2021, che dovranno essere pienamente compatibili con la legge europea sul clima e abbastanza flessibili da garantire la piena operatività dei settori industriali strategici, tra cui l’energia, anche durante le fasi di turbolenza economica.

Ricordiamo che intanto Bruxelles ha appena approvato nuove regole temporanee che allentano i vincoli degli aiuti di Stato in modo da sostenere l’economia durante l’emergenza coronavirus; in pratica, sarà più facile concedere alle imprese agevolazioni fiscali, sovvenzioni dirette, garanzie statali e prestiti pubblici agevolati per far fronte alle esigenze urgenti di liquidità.

Le altre due raccomandazioni del CERRE, infine, riguardano il potenziamento delle autorità nazionali di regolazione, il cui ruolo diventerà sempre più centrale nello sviluppo dei piani su energia e clima; e la valutazione degli effetti distributivi delle diverse politiche Ue nell’ambito del Green Deal e della transizione energetica, in modo da includere le ricadute sociali ed economiche innescate dalla crisi sanitaria.

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How do connected assets drive sustainable development?

Author: Howard Bowland Schneider Electric Blog

In my previous blog, we discussed how corporate social responsibility (CSR) is playing an ever-growing part in determining a company’s social licence to operate. A core component of CSR – and one that Schneider Electric has taken to heart – is in the push for sustainable development.

At the core of our strategy and our actions are four key trends that we must acknowledge:
• We are living with finite resources and offering strategies for sustainable utilisation
• We are living in a world of data, where digitisation is a sustainability enabler
• We are living by principles and building business resiliency through increase circularity
• We are living with integrity by adopting sustainability as an integral part of business.

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So how do we contribute to providing for the needs of the present generation without compromising our future generations?

We believe that taking a proactive approach to managing onsite assets generates greater benefits than a reactive approach. By adopting technologies that harness the power of the internet of things, our customers can enjoy greater visibility of their assets. Sensors capture live data from operating environments and asset performance. This data is evaluated by applying advanced analytics to produce actionable insights. By doing so, unplanned downtime, operational losses, and costly interventions can be avoided.

What does this mean for our customers? A power failure at a hospital may result in loss of life. Meanwhile, a power failure at an airport could result in $ 50m losses for one airline alone. Having access to scheduled maintenance during planned downtime can ensure your equipment is performing efficiently and operating safely, this provides more than just a financial benefit.

By investing in technologies that enable safer and more efficient output, Schneider Electric is doing its part in working towards the United Nations Sustainable Development Goals. These are a collection of 17 global goals that call for concerted efforts towards building an inclusive, sustainable and resilient future for people and the planet. Businesses that don’t respond to such a shift will be out-performed and left behind by their competitors, employees and customers. Unsurprisingly, 75% of CEOs surveyed see digital technologies as enabling more sustainable business models.

In striving to meet the needs of the present generation, without compromising future generations, sustainable development is not only the “right thing to do”, but “the right thing to do to grow business”.

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Energia

Lavori di completamento e messa a norma di un polo scolastico a Sperlonga (LT)


Author: Leonardo Berlen QualEnergia.it

[unable to retrieve full-text content]Lavori di completamento e messa a norma, anche dal punto di vista energetico e impiantistico, del polo scolastico denominato “Sottotenente A. Aspri” a Sperlonga (LT). Durata: 120 giorni. Importo: 490.288 euro Scadenza: 27 aprile 2020 Bando (zip)

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