Categorie
Energia

Ora legale, Terna: con orologi un’ora avanti tutto l’anno, risparmi fino a 160 mln di euro


Author: Giorgia Piantanida QualEnergia.it

Abolire i cambi di ora semestrali nell’UE a partire dal 2021, come deciso dal Parlamento europeo, farà risparmiare all’Italia 800 milioni di kilowattora, stima il gestore della rete.

Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo in Italia è tornata l’ora legale, che durerà per i prossimi sette mesi. Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti, Terna stima un minor consumo di energia elettrica pari a circa 510milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie.

In una nota stampa Terna ha spiegato che, considerando che un kilowattora costa in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte (secondo l’ultimo aggiornamento dell’ARERA a partire dal 1° aprile 2019), la stima del risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2019 è pari a circa 100milioni di euro.

Inoltre, dal punto di vista ambientale, Terna stima minori emissioni di anidride carbonica in atmosfera paria 250 mila tonnellate. Nel periodo primavera-estate, i mesi che segnano il maggior risparmio energetico stimato da Terna sono aprile e ottobre che complessivamente, con circa 350 milioni di kilowattora, rappresentano i due terzi del risparmio totale.

Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.

Dal 2004 al 2018, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 9 miliardi e 100 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio peri cittadini di circa 1 miliardo e 545 milioni di euro.

L’ora solare verrà ripristinata nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 2019. Con riferimento alla decisione di abolire i cambi di ora semestrali nell’UE a partire dal 2021, presa dal Parlamento europeo il 26 marzo 2019, Terna ha effettuato un’accurata analisi sulle ricadute per il sistema elettrico italiano in termini di sicurezza e adeguatezza.

Il gestore di rete ha preso in esame sia lo scenario attuale sia lo scenario previsionale, simulando l’effetto dei diversi regimi orari (ovvero ora legale tutto l’anno o ora solare tutto l’anno) che il nostro Paese dovrà scegliere di adottare dal 2021.

Dallo studio di Terna emerge che lo scenario ora legale tutto l’anno garantisce il massimo beneficio in termini di risparmi energetici: ai circa 500milioni di kilowattora che già si risparmiano mediamente con il sistema di ora legale attualmente in atto (ossia per i mesi da aprile a ottobre) si aggiungerebbero, infatti, altri 300milioni di kilowattora se si estendesse il regime di ora legale anche ai periodi invernali (ossia per i mesi da novembre a marzo), per un beneficio elettrico complessivo annuo di circa 800 milioni di kilowattora, corrispondenti a 400mila tonnellate di CO2 in meno in atmosfera.

Il risparmio economico annuo complessivo ammonterebbe invece a 160 milioni di euro-.

Categorie
Energia

Moduli solari efficienti, il NERL monitora i record mondiali

Author: stefania Rinnovabili

Moduli solari efficienti

Dai dispositivi organici a quelli ibridi multigiunzione: ecco i moduli solari più efficienti

 

(Rinnovabili.it) – Scegliere dei moduli solari efficienti significa oggi sapersi districare in un settore sempre più differenziato, che spazia dal tradizionale fotovoltaico in silicio cristallino a quello organico a base di coloranti naturali. Se per i consumatori orientarsi comporta per lo più un confronto tra il prezzo d’acquisto con la resa, per l’industria fv il discorso è diverso. Su quale settore è più conveniente investire gli sforzi di ricerca e sviluppo? Quale comparto appare il più promettente? In aiuto arriva il National Renewable Energy Laboratory (NREL), braccio di ricerca del Dipartimento dell’Energia statunitense, con il nuovo “Champion Module Efficiencies”. Sulla scia di quanto già fatto con le celle solari, l’ente ha pubblicato un nuovo grafico contenente i progressi compiuti dai pannelli solari dal 1988 a oggi.

La tabella mostra l’evoluzione di 19 differenti tecnologie e i record prestazionali raggiunti da ognuna di esse: si va dal silicio policristallino a quello PERC, dal film sottile al multigiunzione passando per il silicio amorfo e i semiconduttori organici. “Questo grafico consente ai ricercatori, ai responsabili politici e all’industria fotovoltaica di tenere traccia dei progressi e delle tendenze delle diverse tecnologie fv nel tempo a livello commerciale”, ha dichiarato Dean Levi, responsabile del gruppo Cell and Module Performance presso il National Center for Photovoltaics di NREL.

Nel dettaglio il lavoro evidenzia i moduli solari più efficienti oggi in circolazione, segnando il valore più alto raggiunto da ciascuna delle 19 tecnologie. Da un lato della scala troviamo il pannello solare organico sviluppato da Toshiba con un’efficienza dell’8,2% e dall’altro il modulo multigiunzione dell’Università del New South Wales in grado di convertire il 40,6% della luce solare incidente in elettricità. Il segreto di quest’ultimo sta nella sua particolare configurazione: i ricercatori hanno incorporato nella struttura un prisma che divide i raggi in arrivo in quattro bande, usando un ricevitore ibrido a quattro giunzioni per massimizzare l’assorbimento.

“L’aumento di efficienza delle celle fotovoltaiche su scala di laboratorio è essenziale per il progresso tecnologico, ma i benefici di questi sviluppi si realizzano solo nella pratica quando i guadagni di efficienza si concretizzano nei moduli fotovoltaici prodotti commercialmente”, spiega il NREL. Il nuovo grafico, oltre a mostrare le prestazioni delle varie tecnologie, fornisce un’identificazione sulle dimensioni dei prodotti associando a ciscuno di loro un colore:

  • > 14.000 cm 2: modulo grande (arancione)
  • 6.500-14.000 cm 2: modulo standard (giallo)
  • 800-6.500 cm 2: modulo piccolo (verde)
  • 200-800 cm 2: mini-modulo (grigio).

Guarda qui il grafico sui moduli solari efficienti del NREL

Categorie
Energia

Are you keeping up with digitization and Industry 4.0 across the industrial landscape?

Author: Hervé Coureil Schneider Electric Blog

In a recent earnings statement, Netflix announced that its biggest threat is the video game Fortnite. Fortnite has taken much of the world by storm, seemingly emerging from nowhere. Netflix’s announcement surprised many. As tech reviewer John Archer points out in Forbes, “The reason the [statement] stands out so much is that it forces you to abruptly rethink your ideas of competition.”[1] This rethinking is especially true in the age of Industry 4.0.

Having written about the pressing need to cultivate a healthy level of paranoia to know what’s happening outside your traditional industrial boundaries, I personally was more excited than surprised by Netflix’s announcement. In our fast-paced, Industry 4.0 economy, everyone needs to look beyond the periphery to be — and remain — competitive. For system integrators (S.I.s), this means looking out for new tech and trends that affect your ability to design systems on time, on spec, and on budget. Building around digital as new data-centric technologies proliferate quickly across the industrial landscape is essential for maintaining a competitive edge as a trusted advisor.

“What do you do when you see emerging technologies or disruptive trends quickly appearing beyond reach? You cast a network.”

The connective tissue for Industry 4.0 digital innovation

Networks are the connective link for extending your value chain in an asymmetrical marketplace where one-to-one relationships and transactions are no longer enough to meet the demands of Industry 4.0. We had to network with partners across a variety of markets where electrical standards are highly localized very early in Schneider’s history of developing solutions for electrical distribution infrastructure. Today, we have a global network of 20,000+ developers and system integrators and 650,000+ service providers and partners. It may sound like a paradox, but growing this ecosystem enabled us to become more multi-local and close to our end markets wherever we are operating, as our CEO Jean-Pascal Tricoire explains in his “extended enterprise” blog.

The next step for us was to enable a “network of networks” that connects digitally someone like a system integrator to technical experts from diverse disciplines to co-create, collaborate, and scale their businesses. Enter Schneider Electric Exchange: the new business platform that provides technology and developer resources, a diverse and global community of experts with a marketplace — all that organized in a user-centric workspace. It is a place to transform and/or grow your business — as operational infrastructure becomes more and more digitized — to create business value from digital sensing and connected devices.

One of the most impressive digital enterprises, Stripe, which provides payment infrastructure for on-line businesses, describes its mission as increasing the GDP of the internet.

“Similarly, we at Schneider Electric understand that our business model is also about growing the GDP of our overall ecosystem, and we want to do so at scale, digitally.”


More specifically, what’s the value of
Schneider Electric Exchange for system integrators on Industry 4.0 projects?

As a system integrator, you often need quick answers to specific technical questions: How do I connect a certain PLC to a certain sensor? Is there a reference design available for this specific project so I don’t have to start from scratch? Schneider Electric Exchange provides the forum for technical experts with domain expertise and a marketplace of digital solutions and the relevant developer environment.

More things can happen, though, when you engage in the ecosystem in another way: looking beyond the typical segment you serve:

  • You can showcase your portfolio in the community space, growing your business with customers looking for S.I.s with certain technical expertise (e.g., OT system integrators who specialize in security at the convergence of IT/OT).
  • Or you can connect with predictive maintenance specialists for Smart Factory projects.

As part of the Schneider Electric Exchange community, Capgemini, for example, offers expertise in Smart Leakage Management, which integrates innovative algorithms and multiple datasets on a versatile, open, and reusable platform. This capability helps water companies detect and pinpoint leaks faster from a mobile device.

Looking at problems through new lenses

There is power in having multiple perspectives. Schneider Electric Exchange lets you address existing energy and process efficiency problems through not just a new lens but actually a number of lenses (data, software, services). Doing so allows you to devise Industry 4.0 solutions in innovative, better, and more competitive ways. How? The customer problem now can be considered from a number of new angles, instead of from just one perspective. A key part of the ecosystem, as our EVP of IoT & Digital Offers Cyril Perducat discusses, startups, for example, offer the perspective of up-to-the-minute innovation.

We sponsor regular Schneider Electric Exchange competitions to push innovation across boundaries. Analytics competitions, for example, are made of a problem to solve and a dataset published on a platform accessible to competitors. Competitors develop algorithms to solve the problem and submit their result. We recognize winners with prize money, and best codes are published in the development corner of Schneider Electric Exchange.

Empowerment is the value of Schneider Electric Exchange in the Industry 4.0 economy. As our CEO Jean-Pascal Tricoire explains, empowerment… I’m pleased to announce its official launch this week as we bring together digital innovators and expert system integrators from both within —  and beyond — our traditional boundaries. Join us today 

Schneider Electric Call to Action 


[1] https://www.forbes.com/sites/johnarcher/2019/01/17/netflix-reveals-that-its-biggest-threat-is-fortnite/#3b6523b13763

Categorie
Energia

Stiglitz: “Perché Europa e Cina dovrebbero allearsi sul clima contro gli Usa”


Author: Luca Re QualEnergia.it

Un ricorso al WTO contro gli States: l’idea è dell’economista americano e premio Nobel Joseph Stiglitz, già sostenitore di una carbon tax globale per ridurre le emissioni inquinanti dei combustibili fossili.

Europa e Cina alleate contro gli Stati Uniti sui cambiamenti climatici: idea folle?

Può darsi, ma a proporla è un economista americano di fama mondiale, premio Nobel nel 2001, Joseph Stiglitz, tra i maggiori critici di molti aspetti della globalizzazione economica e dei suoi impatti anche in termini ambientali.

Proprio Stiglitz, infatti, è un forte sostenitore della necessità di correggere alcune storture, per esempio applicando su vasta scala il principio “chi inquina paga” con una carbon tax a livello internazionale.

Già nel 2017, Stiglitz e l’ex capo economista della Banca mondiale, Nicholas Stern, raccomandavano di adottare una politica di carbon pricing che consentisse di far pagare sempre di più ogni tonnellata emessa di anidride carbonica nei vari settori industriali, in modo da penalizzare le attività più inquinanti (vedi qui).

Tuttavia, imporre una tassa globale su carbone, gas e petrolio sembra irrealizzabile al momento, per una serie di ragioni: la principale è che una misura di questo genere andrebbe a sovvertire l’equilibrio economico planetario, colpendo soprattutto quei paesi che producono, esportano, utilizzano ingenti quantità di combustibili fossili, tra cui Stati Uniti, Cina, India, Russia (vedi l’approfondimento di QualEnergia.it).

Stiglitz, in questi giorni, è stato a Bruxelles per promuovere il suo nuovo libro, Rewriting the rules of the European economy (scaricabile gratuitamente da questo link); tra le sue dichiarazioni, riportate dall’agenzia EurActiv, spicca l’idea che l’Europa e la Cina dovrebbero promuovere un’azione legale presso il WTO (World Trade Organization, l’organizzazione mondiale del commercio) contro gli Stati Uniti.

In pratica, si tratta di considerare la possibilità di varare sanzioni commerciali contro gli Usa motivandole con il mancato impegno, da parte americana, di rispettare gli accordi internazionali di Parigi sul clima (si parla, infatti, di “climate-related trade sanctions”).

Ricordiamo che la Casa Bianca, con la presidenza di Donald Trump, ha sempre rifiutato di aumentare gli sforzi volti a limitare il surriscaldamento terrestre, come raccomandato dall’ultimo rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change, l’organo scientifico delle Nazioni Unite che studia il cambiamento climatico).

Di recente, la parte più agguerrita dell’opposizione democratica ha proposto di lanciare un Green New Deal per investire massicciamente in tecnologie pulite, in modo da azzerare o quasi le emissioni inquinanti entro la metà del secolo.

Tornando a Stiglitz, la sua idea potrebbe fondarsi sul precedente legale dello Shrimp-Turtle Case del 1998, quando il WTO stabilì che era lecito, come aveva deciso il governo Usa, vietare le importazioni di gamberetti da tutti quei paesi (Thailandia e Malesia ad esempio) che utilizzavano metodi di pesca contrari alla convenzione CITES sulla protezione delle specie a rischio; in quel caso, erano delle trappole per gamberetti che rischiavano di uccidere anche le tartarughe marine.

E ora, proprio il rapporto dell’IPCC con le sue evidenze scientifiche del cambiamento climatico antropogenico (cioè causato dalle attività umane, soprattutto l’utilizzo di carbone, gas e petrolio), potrebbe diventare la base su cui costruire dei procedimenti legali contro chi non si sta impegnando a sufficienza per proteggere la salute dei cittadini, salvaguardare gli ecosistemi, ridurre le emissioni di gas-serra e così via.

Uno scenario, quest’ultimo, che secondo Stiglitz potrebbe vedere Europa e Cina in stretta collaborazione per spingere anche gli Stati Uniti a perseguire gli obiettivi climatici internazionali.

Categorie
Energia

Rinnovabili, una guida agli investimenti in Italia e nei mercati europei


Author: gmeneghello QualEnergia.it

Il nostro paese è tra i più attraenti, nonostante varie criticità.

La difficoltà nel trovare siti adatti, dato il divieto di realizzare impianti incentivati su terreni agricoli; i tempi lunghi delle connessioni, le incertezze autorizzative e il rischio di vedersi decurtare o revocare la tariffa incentivante… A vedere le criticità che elenca riguardo all’Italia, sembra essere ben fatta la nuova guida “Investing in renewable energy projects […]