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Questo aspirabriciole Rowenta costa POCHISSIMO! (-43%)

Author: Tom’s Hardware

L’aspirabriciole senza fili Rowenta Extenso dispone di un sistema di aspirazione ciclonico per una pulizia efficace su tutte le superfici. Il contenitore della polvere integrato è facile da svuotare e il beccuccio a lancia consente di raggiungere anche i punti più difficili. Grazie alla sua ergonomia e alla facilità d’uso, questo aspirapolvere è comodissimo da usare su tavoli, divani, piani cottura e mobili. Oggi, grazie a un super sconto Amazon del 43% potete acquistarlo per soli 39,99€ invece che 69,99€.

Aspirabriciole Rowenta Extenso, chi dovrebbe acquistarlo?

L’aspirabriciole Rowenta Extenso è una soluzione ideale per chi cerca un dispositivo pratico e versatile per affrontare le piccole operazioni quotidiane di pulizia. Questo dispositivo senza fili si rivela perfetto per piccole emergenze o per spazi ristretti dove sarebbe impossibile arrivare con un aspirapolvere tradizionale. Con una capacità del contenitore della polvere di 375 ml, offre maggior capienza rispetto ad altri modelli simili sul mercato, riducendo così la frequenza con cui deve essere svuotato. Inoltre, il suo sistema ciclonico assicura una separazione ottimale tra aria e polvere, ottimizzando l’efficacia di aspirazione.

Immagine di aspirabriciole Rowenta Extenso a soli 40€!

Coloro che apprezzano la comodità troveranno nell’aspirabriciole Rowenta Extenso un ottimo investimento, grazie al manico ergonomico che assicura una presa confortevole e facilità d’uso. Non meno importante è la facilità di pulizia: il filtro permanente e lo scomparto per la polvere si puliscono in modo semplice e rapido, garantendo così un’elevata durata nel tempo. Completo di accessori come la base di ricarica da muro, questo dispositivo è inoltre una scelta eccellente per chi deve raggiungere punti difficili della casa, poiché è dotato di un beccuccio a lancia integrato.

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In conclusione, l’aspirabriciole Rowenta Extenso è una scelta eccellente per chi cerca un’opzione pratica e efficiente per le pulizie di tutti i giorni. Con il suo sistema ciclonico avanzato, capacità di contenimento elevata e comodità d’uso, rappresenta un valido aiuto per mantenere la vostra casa pulita senza fatica. Grazie alla disponibilità di una base di ricarica da muro e alla sua praticità d’uso, vi offre l’equilibrio perfetto tra prestazioni e comodità. Oggi potete acquistarlo per soli 39,99€ grazie a uno sconto Amazon del 43% sul prezzo originale di 69,99€.


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Perché i browser in-app sono una minaccia per la privacy, la sicurezza e la libertà di scelta

Author: IlSoftware

Perché i browser in-app sono una minaccia per la privacy, la sicurezza e la libertà di scelta

L’uso dei browser incorporati nelle app (i cosiddetti browser in-app) è una pratica diffusa che, sebbene possa sembrare vantaggiosa, nasconde una serie di problemi significativi che minacciano la privacy degli utenti e l’innovazione nel mondo digitale.

Open Web Advocacy (OWA) è un’organizzazione che promuove e difende l’apertura e la standardizzazione del Web. Si tratta di un impegno per garantire che il Web rimanga libero, universale e accessibile a tutti, contrastando pratiche anti-competitive e favorendo l’innovazione nel settore delle applicazioni.

Il team di OWA ha come obiettivo anche la sensibilizzazione degli enti regolatori e dei legislatori sulle questioni cruciali che riguardano il futuro del Web, come nel caso dell’iniziativa volta a promuovere l’utilizzo di browser di terze parti su Apple iOS.

Perché i browser in-app rappresentano un serio problema

I browser in-app sono funzionalità che consentono agli utenti di visualizzare pagine Web direttamente all’interno di un’applicazione, anziché aprirle con il browser predefinito impostato sul dispositivo. Nel caso di Android, un esempio è il noto componente System WebView.

OWA, in una nota volta proprio ad accendere un faro sulla questione, ha evidenziato come i giganti tecnologici stiano limitando la scelta degli utenti riguardo al browser predefinito. E ciò proprio spingendo sull’uso dei browser in-app.

Questo comportamento, oltre a danneggiare gli interessi dei consumatori e degli sviluppatori, arrecherebbe gravi danni all’ecosistema Web nel suo complesso.

Limitazione della libertà di scelta, possibili violazioni della privacy e conseguenze negative sull’innovazione

L’utilizzo di browser in-app, osserva ancora OWA, prende automaticamente il posto (peraltro in modo silenzioso) del browser Web impostato di default dall’utente limitando la sua libertà di scelta.

OWA prosegue argomentando come i browser in-app consentano eventualmente alle applicazioni di “spiare” e manipolare i siti Web di terze parti, mettendo a rischio la privacy degli utenti. “Applicazioni come Instagram, Messenger (Meta) e Facebook sono state sorprese a iniettare codice JavaScript nei siti Web di terze parti usando il browser in-app“, si legge nell’intervento di OWA.

Queste operazioni possono portare alla racconta di dati personali e informazioni riservate senza il consenso dell’utente.

Infine, sempre secondo OWA, la presenza di browser incorporati all’interno delle app limita la concorrenza e l’innovazione nel settore dei browser. I browser in-app non sarebbero soggetti a sostenere la pressione competitiva per migliorare le proprie funzionalità e la sicurezza.

Le soluzioni proposte per affrontare il problema

Per confrontarsi, in ottica futura, con il problema dei browser in-app, OWA propone una serie di rimedi.

Innanzi tutto, le app dovrebbero utilizzare per default il browser predefinito impostato dall’utente per aprire collegamenti verso siti Web di terze parti. Sia Apple che Google, inoltre, dovrebbero aggiornare i propri sistemi per garantire il rispetto della scelta del browser da parte dell’utente.

Gli sviluppatori e le aziende, inoltre, dovrebbero essere messi nelle condizioni di scegliere di non utilizzare browser incorporati nelle loro app.

Le app, inoltre, dovrebbero richiedere il consenso esplicito degli utenti allorquando intendessero utilizzare il browser in-app anziché quello predefinito.

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Alfa Romeo Milano, scopriamo profilo e logo della prima elettrica del Biscione

Author: Hardware Upgrade

Mancano pochi giorni al 10 aprile, giorno in cui scopriremo in via ufficiale la Alfa Romeo Milano. Una vettura importante per il marchio, perché introdurrà due novità fondamentali. La prima, forse quella più ovvia, riguarda la versione elettrica, su cui sarà posta molta attenzione, come già successo per altre vetture Stellantis nate sulla stessa piattaforma. Di fatto sarà la prima elettrica del Biscione, motorizzazione che è destinata a restare l’unica del marchio entro pochi anni.

La seconda, un po’ meno pubblicizzata, ma non meno importante, riguarda la quasi certa versione mild hybrid, che contribuirà a portare sul mercato finalmente una Alfa Romeo più accessibile, per avvicinare anche clientela giovane.

Alfa Romeo Milano

Poche ore fa Alfa Romeo ha diffuso una nuova immagine sui suoi profili social, mostrando il profilo della Milano. Abbiamo giocato con luminosità e contrasto, ma i grafici sono stati abili a nascondere le fattezze. Si riesce però ad esaltare quelli che sono alcuni dettagli, come una linea genericamente arrotondata (tra le gemelle forse ricorda di più la Fiat 600e), ed un posteriore con un taglio verticale inedito.

L’auto è sempre realizzata sulla piattaforma multienergia e-CMP, e nella versione elettrica avrà sicuramente il solito motore da 156 CV e batteria da 54 kWh. Ma essendo una Alfa Romeo c’è in programma anche una seconda versione più prestazionale, di cui non sappiamo molto. Sembra esclusa la possibilità che possa avere due motori (anche se esiste un prototipo Jeep Avenger così costruito), ed è più probabile che Stellantis scelga un propulsore di gamma superiore, come quello della appena nata Peugeot E-3008, per portare la potenza intorno ai 240 CV.

Alfa Romeo Milano

Qui sopra potete vedere inoltre la targhetta con il nome, che era stata rivelata qualche giorno prima. A gennaio inoltre avevamo visto le foto con carrozzeria camuffata, durante i test sul tracciato di Balocco.

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GDDR7 Approaches: Samsung Lists GDDR7 Memory Chips on Its Product Catalog

Author: AnandTech

Now that JEDEC has published specification of GDDR7 memory, memory manufacturers are beginning to announce their initial products. The first out of the gate for this generation is Samsung, which has has quietly added its GDDR7 products to its official product catalog.

For now, Samsung lists two GDDR7 devices on its website: 16 Gbit chips rated for an up to 28 GT/s data transfer rate and a faster version running at up to 32 GT/s data transfer rate (which is in line with initial parts that Samsung announced in mid-2023). The chips feature a 512M x32 organization and come in a 266-pin FBGA packaging. The chips are already sampling, so Samsung’s customers – GPU vendors, AI inference vendors, network product vendors, and the like – should already have GDDR7 chips in their labs.

The GDDR7 specification promises the maximum per-chip capacity of 64 Gbit (8 GB) and data transfer rates of 48 GT/s. Meanwhile, first generation GDDR7 chips (as announced so far) will feature a rather moderate capacity of 16 Gbit (2 GB) and a data transfer rate of up to 32 GT/s.

Performance-wise, the first generation of GDDR7 should provide a significant improvement in memory bandwidth over GDDR6 and GDDR6X. However capacity/density improvements will not come until memory manufacturers move to their next generation EUV-based process nodes. As a result, the first GDDR7-based graphics cards are unlikely to sport any memory capacity improvements. Though looking a bit farther down the road, Samsung and SK Hynix have previously told Tom’s Hardware that they intend to reach mass production of 24 Gbit GDDR7 chips in 2025.

Otherwise, it is noteworthy that SK Hynix also demonstrated its GDDR7 chips at NVIDIA’s GTC last week. So Samsung’s competition should be close behind in delivering samples, and eventually mass production memory.

Source: Samsung (via @harukaze5719)

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Hyundai assume 80mila persone, investimento da 50 miliardi per le elettriche

Author: Tom’s Hardware

Hyundai ha svelato un ambizioso piano di investimento da 50 miliardi di dollari per garantirsi un posto di rilievo nel mercato delle auto elettriche, un settore in continua crescita. L’azienda prevede di assumere 80.000 persone in Corea del Sud, per consolidare la propria posizione e diventare uno dei primi tre produttori di auto elettriche entro il 2030. 

Questa strategia non solo contribuirà alla creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche a una maggiore competitività nel mercato delle auto elettriche, spingendo l’innovazione e la tecnologia nel settore. Al momento il marchio leader è Tesla, ma la pressione di BYD, della stessa Hyundai e di altri marchi si fa sentire ogni giorno di più. 

Hyundai destinerà oltre la metà dell’investimento (26 miliardi di dollari) alla ricerca e sviluppo dell’infrastruttura e della produzione di auto elettriche per “dominare le tecnologie di base”. Altri fondi saranno impiegati nella ricerca e sviluppo per veicoli elettrici, veicoli software-defined (SDV) e tecnologia delle batterie.

Hyudai aprirà nuove fabbriche nel corso del 2025, destinate sia al mercato nazionale sia a quello internazionale. L’anno prossimo, dunque, anche in Europa dovremmo vedere un maggior numero di EV, si spera a prezzi più bassi

Nel 2026 Hyundai inizierà la produzione del “SUV elettrico ultra-large” Genesis. Questo marchio ha presentato di recente un SUV elettrico di lusso, il Neolun Concept, che servirà da faro tecnologico per Hyundai. Il marchio di lusso ha anche annunciato una nuova linea ad alte prestazioni, Magma, che sfiderà Mercedes-AMG.

L’azienda prevede di avere 31 veicoli elettrici con una capacità di produzione annua nazionale di 1,51 milioni di unità l’anno entro il 2030. Ma già oggi il successo non manca, come dimostrano le ottime vendite di modelli quali IONIQ 5, IONIQ 6, Kia EV6 e Genesis GV60. Presto dovremmo vedere anche IONIQ 9, un SUV elettrico sette posti che dovrebbe completare il catalogo. 

Come computer e smartphone, tuttavia, un SDV toglie controllo al “proprietario”, che diventa in un certo senso solo un licenziatario. Qualcosa per cui, forse, non siamo ancora pronti. 

Che cos’è un’auto Software Defined?

Un veicolo definito dal software (SDV) è fondamentalmente un’auto che si affida al software per le sue funzioni e caratteristiche principali, anziché all’hardware fisico. È come un computer gigante su ruote. La differenza è notevole rispetto all’auto tradizionale, che si definisce in base alle sue caratteristiche meccaniche (come la potenza del motore o il tipo di trazione).

In un SDV, il software svolge il ruolo principale. Le funzionalità dell’auto possono essere aggiornate e migliorate aggiungendo o modificando il software, invece di dover sostituire i componenti fisici. In teoria, una casa può anche produrre un solo modello hardware, e poi differenziare prezzo e prestazioni tramite il software – qualcosa che Tesla e altri stanno già facendo in effetti. 

In questo modo è possibile aggiungere nuove funzioni, migliorare le prestazioni o persino correggere i bug in modalità wireless. Immaginate di scaricare un potenziamento delle prestazioni della vostra auto!

I vantaggi degli SDV sono vari, e includono gli aggiornamenti OTA per la guida autonoma, con miglioramenti continui degli algoritmi. Ma anche le funzioni connesse, con la comunicazione tra mezzi e con l’infrastruttura. Diagnostica a distanza e molto altro.

Come computer e smartphone, tuttavia, un SDV toglie controllo al “proprietario”, che diventa in un certo senso solo un licenziatario. Qualcosa per cui, forse, non siamo ancora pronti.