Author: Camilla Sernagiotto Wired
Hireable Analytics è la piattaforma appena lanciata per monitorare il tasso di assumibilità di chi vuole trovare lavoro. Perché una cosa è certa: ormai Facebook e Instagram fanno parte del cv
Hai un curriculum vitae fatto ad arte, una laurea da 110 e lode, esperienze pazzesche e non ti spieghi come mai non riesci a trovare lavoro? Se come foto profilo su Facebook sei palesemente ubriaco, hai una sigaretta in bocca e fai il dito medio, fatti qualche domanda: ormai è cosa nota che i responsabili delle risorse umane si formino una prima impressione sui candidati da selezionare in base alle informazioni online.
Secondo i dati riportati dal sito cerca-lavoro Monster, l’85% dei recruiter decide se procedere con la selezione dopo avere dato un’occhiatina ai risultati Google e ai profili dei social network.
Ma come si fa a misurare il livello di “assumibilità” che abbiamo sul web? Per farlo è appena stata lanciata Hireable Analytics, la piattaforma che permette di monitorare il tasso di hireablity, appunto, di chi vuole trovare o cambiare lavoro.
Si tratta di un’app che si basa su un algoritmo in grado di determinare la qualità delle immagini profilo al fine di essere assunti da un’azienda. Riesce a farlo combinando il livello di warmth (dimensione personale) e quello di skill (competenza). Questo sistema si basa sulla teoria della cosiddetta “Saggezza della folla”, la teoria vincitrice del premio Nobel per l’economia nel 2013: una massa di persone riesce a fornire sempre risposte più adeguate e più vicine alla realtà dei fatti rispetto a qualsiasi esperto, con buona pace degli esperti.
L’utente di Hireable viene valutato in maniera totalmente anonima dalla community che fa capo alla piattaforma (e ogni user valuta lui stesso gli altri, diventando così parte attiva della community), in modo tale che i pregiudizi possano essere controbilanciati dal volume di giudizi. Gli user potranno così individuare le immagini profilo che hanno maggiore possibilità di successo in relazione a uno specifico ruolo (perché le cose – e le foto – cambiano se cerchi lavoro come tatuatore o come dentista, ovviamente).
Il funzionamento dell’app è semplice e intuitivo: basta creare il profilo (ex novo oppure utilizzando Linkedin); si sceglie il nome, il job title, il settore e l’azienda per cui si lavora (nel caso stiate già lavorando e siate alla ricerca di un nuovo posto), data di nascita e gender (con la possibilità di selezionare non-binary). Si possono caricare fino a 4 foto da fare valutare, guardando i tutorial per sapere come muoversi e poi via, si inizia.
Il primo step è fare rating degli altri profili. Ogni foto riceve un “Hireability score”, un punteggio dell’assumibilità fondato sulla triangolazione di foto, job title e settore. In questo modo chiunque può misurare l’impatto delle diverse immagini di sé per conoscere le prime impressioni, senza per forza doverlo chiedere alla zia, alla nonna e all’amico (che, si sa, non sono mai sinceri al 100%…).
L’app Hireable Analytics è disponibile gratis per sistemi iOS e Android ed è stata sviluppata dalla società londinese omonima, Hireable, fondata dall’italiano Umberto Callegari (che ha lavorato per Octo Telematics e Monitor Deloitte) e dallo statunitense Misho Ceko (direttore operativo della Chicago Harris School of public policy).
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