Author: Samantha Bosco Wired
I cinque punti più importanti della puntata di Il trono di spade intitolata La lunga notte, incentrata sulla battaglia tra Grande Inverno e il Re della notte e come questi introducono l’episodio successivo, dedicato allo scontro tra Targaryen e Lannister.
La lunga notte, il terzo episodio dell’ottava e ultima stagione di Game of Thrones scritto dai produttori della serie Dan Weiss e David Benioff, narra a Battaglia di Grande inverno, epico scontro tra l’esercito dei morti resuscitati dal Re della Notte e quello dei vivi – composto dai guerrieri del Nord, della Valle, dai Dothraki e dagli Immacolati – guidati da Daenerys Targaryen e Jon Snow. L’esito di questa puntata, incentrata su un evento che il pubblico della serie fantasy del canale americano Hbo attendeva da anni, è stato a favore dei vivi: l’inverno è arrivato ma la minaccia dell’invasione degli Estranei è stata scongiurata con la morte del Re della notte.
Ai sopravvissuti resta da riunire le forze e concentrarsi sull’Ultima guerra – così viene menzionata nel trailer ufficiale del quarto episodio (il terz’ultimo dello show) –, quella contro Cersei Lannister, la quale ha tradito gli accordi presi con Daenerys e Jon di sostenerli nello scontro con le creature proveniente da oltre la Barriera.
In attesa del quarto episodio da 80 minuti, in prima tv assoluta lunedì 6 maggio su Sky Atlantic, ricapitoliamo i momenti salienti del terzo, intitolato La lunga notte (The Long Night), e vediamo come ne anticipa i fatti.
1. Le profezie di Melisandre
Il ritorno della Strega rossa a Grande Inverno, dopo la permanenza precedente durante la quale aveva resuscitato Jon Snow, era atteso. Melisandre segue da sempre le visioni ricevute dal Signore della Luce e sembra arrivare poco prima dell’inizio della battaglia già sapendo cosa accadrà. L’arrivo dell’esercito degli Estranei avviene in condizioni avverse, nel buio più cupo e in mezzo a un tempesta di neve e ghiaccio accecante. La sacerdotessa incendia le lame dei Dothraki con la magia prima e la trincea eretta intorno al castello poi per impedire l’avanzata dei nemici in una guerra che vede i vivi subito in svantaggio.
La venuta di Melisandre si rivela tuttavia fondamentale non per il suo contributo tangibile ma per le sue parole: imbattendosi in Arya, le ricorda di aver profetizzato che la ragazzina avrebbe “chiuso molti occhi, marroni, verdi e azzurri”, questi ultimi come quelli del Re della Notte. Le dice anche “Cosa diciamo al dio della morte?”, frase che il mentore di Arya Syrio Forel soleva dirle (la risposta è “Non oggi”), indicandole il suo destino. Quello della Strega, invece, è quello di lasciarsi morire dopo aver assolto alla sua missione, togliendosi il gioiello che la mantiene giovane.
2. L’assedio
Gli abitanti di Grande inverno si sono preparati all’arrivo degli Estranei con un piano preciso: usare Bran come esca (il re della Notte gli dà la caccia perché custode della memoria e della conoscenza) e ucciderlo, decretando l’arresto dell’invasione. Tuttavia la battaglia si risolve fin da subito a sfavore dei soldati di Grande Inverno: la prima linea formato dai Dothraki viene spazzata via in un batter d’occhio dagli avversari, la trincea infuocata innalzata per fermare i morti viene abbattuta, e i soldati caduti si risvegliano andandosi a unire alla fila nemiche in un esercito immortale e immenso.
Tra i tanti a soccombere, l’intrepida Lyanna Mormont, che da sola abbatte un gigante, mentre Jaime, Brienne, Tormund, Verme Grigio, Podrick, Davos e Sam cercano di sopravvivere respingendo orde di mostri, e Jorah combatte fino all’ultimo respiro per proteggere l’amata Daenerys. Sarà con questo contingente di sopravvissuti esiguo che Daenerys si accingerà a invadere Approdo del Re nell’episodio successivo.
3. La disfatta dei draghi
L’arma segreta dell’esercito Targaryen, i draghi, si rivela molto meno incisiva in battaglia: anche il Re della Notte ne ha uno, il Viserion di Daenerys che aveva abbattuto e poi resuscitato. A causa della coltre fitta della tempesta che mette in difficoltà Jon e Dany – in groppa a Drogon e Rhaegal – il triello tra i draghi non pende a favore dei due amanti: non solo le creature non riescono a usare il fuoco per incendiare la trincea, ma entrambi vengono feriti dal fratello di ghiaccio.
Alla fine, nel duello tra Viserion e Drogon, che ha dovuto abbandonare Daenerys a terra per liberarsi da un’orda di zombi, quest’ultimo sta per avere la peggio, ma la morte del Re della Notte restituisce Viserion alla morte. Con Rhaegal disperso e Drogon ferito, l’arma più forte dei Targaryen contro i Lannister rischia di non essere abbastanza potente.
4. Il pericolo delle cripte
Mentre in cielo e in terza imperversa la battaglia, sotto il suolo del castello, nelle cripte, Tyrion, Sansa, Missandei e Gilly possono solo udire quello che accade. Sansa e Tyrion ne approfittano per rievocare il loro matrimonio – lei le dice di essere stato il suo miglior marito – e riavvicinarsi, in uno dei pochi momenti romantici della stagione. Poco dopo, loro e gli altri rifugiati si renderanno conto di quanto poco felice sia stata l’idea di rifugiarsi in catacombe gremite di cadaveri, che resuscitano grazie al potere del Re della notte e li attaccano. Nei sotterranei di Grande Inverno c’è anche Arya, braccata da un’orda di mostri: a salvarla sono il Mastino e Beric che, dopo essere stato ucciso e risorto sette volte, muore salvando quella che si rivela la protagonista della profezia del suo Dio, il Signore della Luce. Assolvendo al suo scopo – proteggere questa figura mitica – permette ad Arya di raggiungere illesa il Bosco degli Dei, dove Bran attende il Re della Notte.
5. Il Bosco degli dei
Nei romanzi di George Martin che ispirano Il trono di spade, si menziona Azor Ahai, figura mitica che migliaia di anni prima aveva sconfitto gli Estranei. Per molti questo individuo leggendario sarebbe tornato sotto forma di Jon Snow, risorto dalla morte per mano di Melisandre. Tuttavia, è Arya a uccidere il Re della Notte, con la stessa daga d’acciaio di Valyria che il fratello veggente Bran le aveva donato tempo prima (e appartenuta a Lord Baelish), dopo che questo è stato difeso fino alla morte da Theon Greyjoy. La piccola Stark è Nessuno (così sono definiti gli Assassini senza nome), ovvero “Nessuno può uccidere il Re della Notte”.
Con la sconfitta dell’Estraneo, l’esercito dei non-morti si dissolve e i sopravvissuti devono passare alla prossima battaglia, quella contro Cersei per il trono di spade. Il trailer della quarta puntata mostra Arya che celebra il suo successo baciando Gendry e una Daenerys su di giri che festeggia la vittoria e incita gli uomini all’”Ultima guerra”, mentre Sansa e Jon sfoggiano espressioni preoccupate. Le immagini della flotta con i vessilli Targaryen si intrecciano con quelle di Cersei e Euron Greyjoy che osservano il radunarsi dell’esercito e la Lannister che promette di distruggere l’avversaria. Ancora una volta le battaglie finali di Game of Thrones le combattono le donne.
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