Una carrellata di scatti del più fotogenico tra i registi italiani del secolo scorso, a 30 anni dalla sua scomparsa
Il 30 aprile 1989 se ne andava uno dei più importanti registi nella storia del cinema italiano, nonché il maggiore esponente di un genere, quello dello spaghetti western, che tanta influenza avrebbe avuto sulle generazioni successive: Sergio Leone.
Diventato un guru cinematografico internazionale già nella seconda metà degli anni Sessanta, mitologia e biografia si sovrappongono nella sua storia fino a confondersi. Quel che è certo è invece uno stile difficilmente confondibile fatto dell’uso sapiente dello zoom, nella ricerca ossessiva dei primissimi piani, nella dilatazione straniante dei tempi narrativi in attesa di un evento rimandato, nella teatralità dei riti fondanti.
A corollario, le musiche di Ennio Morricone e le sceneggiature animate dal contributo di talenti emergenti come Dario Argento e Bernardo Bertolucci.
Un’icona senza tempo che vogliamo oggi celebrare, nel trentennale dalla morte, con una carrellata di scatti che trovate nella nostra gallery qui in alto.
Appena l’1% dei fondi necessari raccolti per uno smartphone che prometteva un’autonomia esagerata ma che offriva un design discutibile
Certo, lo smartphone Energizer P18k Pop era sulla carta un progetto interessante perché il suo obiettivo era quello di fornire una autonomia quasi infinita. D’altra parte con una batteria da ben 18.000mAh, mediamente cinque volte più capace dei colleghi tradizionali, poteva permettersi di starsene diversi giorni lontano dalle prese di corrente.
Peccato che “per una autonomia grande ci va una batteria grande” e infatti il risultato è una sorta di corrispettivo mobile dell’Airbus A300-600ST Super Transporter alias Beluga, l’aereo cargo abnorme capace di poter trasportare moduli spaziali o intere statue.
Nel caso dello smartphone Energizer P18k Pop basta guardarlo di profilo: è più spesso di tre normali smartphone messi l’uno sull’altro, rendendolo impossibile da infilare nella tasca e abbastanza inaccessibile nell’uso a una mano. Avrebbe garantito, però, 90 ore di chiamate, 100 ore di ascolto musicale, 24 ore di video e uno standby di 50 giorni.
Visto per la prima volta allo stand della società francese Avenir Telecom allo scorso Mobile World Congress, aveva attratto titoli in tutto il mondo ed era poi sbarcato sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo, ma il risultato è stato tanto risibile quando l’estetica del gadget in questione. Chiusa la raccolta fondi, si è messo in cascina soltanto poco più di 13000 euro ovvero l’1% del target prefissato, pari a circa 1 milione di euro.
Ma è ancora più comica la conta di chi ha voluto investire visto che si annoverano soltanto undici coraggiosi (dei quali possiamo azzardare qualcuno possa essere anche interno al progetto stesso?). Nel dettaglio, gli sparuti “early birds” hanno puntato sul finanziamento che li avrebbe premiati con uno smartphone a ottobre prossimo e tre di loro hanno puntato al pacco da tre smartphone (sconto totale 24%).
Per la cronaca, Energizer P18k avrebbe presentato una scheda tecnica di buon livello con schermo da 6,2 pollici full hd+, processore da 6 gb di ram e 128 gb di memoria interna, dual sim, connessione 4g e processore MediaTek Helio P70.
Avrebbe portato a bordo una fotocamera selfie a scomparsa (da cui il nome “pop”, da “pop-up”) per la prima volta al mondo doppia da 16+2 megapixel, sul retro una fotocamera tripla (da 12+5+2 megapixel) con tanto di sensore di profondità di campo, sistema operativo Android 9 Pie e amenità come la radio Fm inclusa. Ma non uscirà, rimanendo per sempre nel limbo dei concept mai nati (anche se spesso già promessi in uscita).
Mark Zuckerberg ha inventato una sorta di scatola smart che consente di dormire meglio; il progetto è a disposizione per chi vorrà commercializzarlo.
Mark Zuckerberg ha inventato un oggetto molto particolare che potrebbe avere anche un futuro commerciale. Trattasi della sleep box, una sorta di scatola magica smart nata per aiutare sua moglie a dormire ma che potenzialmente potrebbe risultare utile a tutte le mamme che devono accudire di notte i loro bambini o, banalmente, a chi ha problemi di sonno. Per capire cosa sia questo gadget, bisogna spiegare che il fondatore di Facebook ha due figli molto piccoli.
Sua moglie Priscilla li accudisce anche la notte e ha problemi di sonno in quanto deve costamene tenere sotto controllo l’ora per capire se sta arrivando il momento i cui i bambini si svegliano. A causa di questa abitudine, la moglie Zuckerberg ha difficoltà a dormire.
Il funzionamento di questo gadget è presto spiegato. Questa piccola scatola va posizionata sul comodino e quando si avvicina l’orario preconfigurato in cui i bambini sono soliti svegliarsi, inizia ad emettere una debole luce. Sino a che la luce rimarrà spenta significa che il momento di doversi svegliare non è ancora arrivato e quindi ci si può rimettere a letto tranquillamente. Inoltre, non integrando alcun orologio non genera stress su quanto manchi al momento della sveglia.
Questo curioso dispositivo ha funzionato meglio del previsto ed è proprio per questo motivo che Mark Zuckerberg ha voluto mostrarlo al pubblico. Il CEO di Facebook non commercializzerà direttamente questo dispositivo ma ha detto che metterà a disposizione il progetto nel caso qualche imprenditore voglia realizzare nuove soluzioni per aiutare le persone a dormire.
L’Agenzia spaziale americana lavorerà in condizioni di microgravità per comprendere meglio la crescita cellulare. Un video ci anticipa il cuore del progetto
Nel gergo degli scienziati si chiamano tissue chips: tessuti e organiin miniatura costruiti lasciando proliferare le cellule su vetrini da laboratorio appositamente formulati.
Sono strutture tridimensionali, e per studiare meglio la loro organizzazione spaziale oggi si vogliono compiere, in parallelo, esperimenti sulla Terra così come anche laddove le condizioni di gravità, che potrebbero influire sul risultato finale, sono completamente differenti. E quale luogo più indicato se non la Stazione spaziale internazionale?
Di seguito un video in cui la Nasa, che porterà avanti gli studi assieme ai National Institutes of Health statunitensi, ci regala qualche anticipazione sul progetto.
Samsung Galaxy Home, il ben noto smart speaker con l’assistente Bixby sembra sparito nel nulla; in arrivo, invece, una variante mini.
Quando Samsung annunciò il Galaxy Note 9, presentò anche il suo primo smart speaker dotato dell’assistente vocale Bibxy, il Samsung Galaxy Home. Un prodotto particolarmente innovativo che aveva suscitato l’interesse di molte persone. Da allora, di questo progetto se ne è saputo poco o nulla. Samsung ha sempre confermato che il suo smart speaker era vivo e vegeto ed anzi ha più volte comunicato che la commercializzazione sarebbe partita dalla fine del mese di aprile.
Al momento, però, del Samsung Galaxy Home non c’è alcuna traccia e non è chiaro se questo smart speaker sia stato cancellato o rimandato.
Quesiti di difficile risoluzione visto che da Samsung non giungono notizie ufficiali in merito. Tuttavia, mentre si cerca di capire che fine abbia fatto questo smart speaker, il certificatore Bluetooth SIG ha confermato l’esistenza del Galaxy Home Mini, una variante più piccola del Samsung Galaxy Home presentato originariamente. Di questo prodotto si sa, comunque, solo che sarà compatibile con lo standard Bluetooth 4.2 e che il suo codice è SM-V310.
Questo dettaglio è importante per capire che Samsung sta ancora lavorando sui suoi smart speaker. Quello che davvero bisognerà capire è se alla fine la casa coreana punterà sul Galaxy Home Mini piuttosto che sul Galaxy Home o se metterà in vendita un’intera famiglia di smart speaker.
Dubbi che solo la casa coreana potrà sciogliere quando finalmente annuncerà il lancio di questi prodotti. Non ci sono tempistiche certe ma la speranza è che l’attesa non sia troppo lunga.
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