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Pc Games

Dots & Co evolve lo schema di gioco di Two Dots

Two Dots è uno dei più apprezzati puzzle game per dispositivo mobile. Offre uno schema di gioco semplice ma coinvolgente, che prevedono di unire i puntini dello stesso colore, meccaniche differenti man mano che si procede nel gioco, uno stile visivo accattivante. Inoltre, gli sviluppatori hanno rilasciato nel corso del tempo vari aggiornamenti che hanno reso l’esperienza di gioco sempre fresca.

Dots & Co

Dopo aver rilasciato oltre 700 livelli di gioco per Two Dots, gli sviluppatori di questa serie di puzzle game rilasciano adesso la nuova versione, Dots & Co, che evolve lo schema di gioco e introduce l’importante meccanica degli amici, che dà nome al gioco stesso. Fondamentalmente, però, non cambia niente rispetto al passato: i giocatori devono unire i puntini dello stesso colore e possibilmente formare dei quadrati per rimuovere tutti i puntini di quel colore dalla griglia.

Per ogni livello bisogna raggiungere un obiettivo usando un certo numero di mosse: a seconda del quantitativo di punti conseguito si ottengono una, due o tre stelline. Il giocatore ha 15 punti di energia e ne spende 3 per ogni livello che inizia, ma ne recupera una, due o tre a seconda delle stelline ottenute nei livelli. Questa nuova meccanica allenta la struttura free-to-play di Two Dots, e rende l’esperienza più rilassata. In passato, infatti, il giocatore aveva cinque vite, che si ripristinavano solo se si aspettava dopo le sessioni di gioco. In Dots & Co ci sono dei gettoni che possono essere utilizzati per ripristinare l’energia e quindi continuare a giocare anche se non si terminano i livelli con 3 stelline. Tuttavia, all’inizio del gioco si hanno a disposizione 25 gettoni e, una volta esauriti, bisogna procedere ad acquisti in-app se si vuole continuare a utilizzarli.

La principale novità rispetto al passato è rappresentata dagli amici, che forniscono aiuti considerevoli nel momento in cui si riempie la barra amici. Per farlo bisogna coinvolgere i puntini amici a forma di triangolo quando si tracciano le linee per unire i puntini. In Dots & Co ci sono diversi amici, che si sbloccano man mano che si portano a termine i livelli. Ciascuno di loro dispone di abilità differenti e aiuta a modo suo il giocatore.

La nuova meccanica degli amici non altera gli equilibri di gioco così tanto amati dagli appassionati, anzi fornisce ulteriore spessore al gioco. Inizialmente Dots & Co è molto semplice, ma andando avanti il livello di sfida aumenta visto che raggiungere i punteggi prefissati entro il numero di mosse previsto diventa sempre più arduo.

Come i predecessori, Dots & Co si conferma un gioco immediato ma intelligente, capace di offrire diverse ore di gaming rilassato. Da rimarcare anche lo spessore della componente artistica, sia per l’efficacia della grafica che del comparto musicale. Lo potete scaricare gratuitamente sia da App Store che da Google Play.

Autore: GAMEmag – Videogames

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Gossip

Is Big Brother’s Josie Gibson back with her ex-fiancée?!

Can we hear wedding bells again, Josie?

She was the winner of Big Brother 2010 and one of the most popular house-mates EVER, and it looks like Josie Gibson‘s found happiness with plumber Luke Sanwo… Again!

GIF You go girl

Yeah, you go Josie!

The west country winner dated her fellow Big Brother contestant John James Parton during and after the show, but the relationship ended the following year in 2011. (The pair were reunited unexpectedly on Big Brother’s Bit On The Side last week and it was TOTALLY awkward!)

Enter dashing plumber Luke that very same year.

Josie Gibson and boyfriend Luke

I mean, we can’t blame you, Josie… *trying to avoid every plumber innuendo*

READ MORE CELEB NEWS HERE!

The happy couple got engaged after SHE proposed on holiday in early 2012. Girl power all the way!

However, their luck ran out in March 2013 when it was reported that they had split.

In true Ross and Rachel style, Josie confirmed that they were back together in June after a two-month break.

GIF Ross Friends 'we were on a break'

But yep, you guessed it, in April 2015 Josie confirmed that she had ended their 4-year relationship (AGAIN)

Wait! These two have more back and forth than the competitors at Wimbledon as it appears their love story isn’t over just yet.

MORE: BIG BROTHER’S LATEYSHA GRACE SUFFERS EPIC TWERKING FAIL

In a recent Instagram video Josie posted of the pair, she jokes: ‘Where my b**ch at?’ to which he responds by shaking his head and moaning ‘F**k you’ *cue Josie giggling*

Ah, how romantic…

However, what WAS kind of cute was the Josie’s caption, confirming that they are definitely back on: ‘#relationshipgoals’

Yay! Good luck to Josie and Luke!

Emily Jefferies

Autore: CelebsNow

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HardwareSoftware

Last VHS machine made this month

End of an error

While most of the world gave up on VHS years ago, after the arrival of the DVD, there had been a small number of VHS machines still being made.

An outfit called Funai Electric was the last remaining Japanese company to make the units. However, this month it has decided it will cease production on its VCR units, due to declining sales and difficulty acquiring parts.

Funai Electric’s VCRs are made in China and are sold in North America, under brand names like Sanyo. Last year’s figures were 750,000 worldwide.

Part of this was due to collector sales of VHS tapes and some rare editions are worth $ 2,000 a pop. The idea is that VHS was to be the vinyl of analogue video recording. The difference between them and vinyl is that at least a vinyl disk sounds nice, whereas a VHS recording is terrible.

Still these are the sorts of people who like their images blurred because they were never meant to look that good.  Goodness knows what these types will do next. It looks like repair shops will do their best to keep the old machines going.

VHS was never that great a standard anyway. It only succeeded over Betamax because it was slightly cheaper and backed by the porn industry.

Autore: Fudzilla.com – Home

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HardwareSoftware

La tastiera Swiftmoji è ufficiale per Android ed iOS

Se negli anni 2000 ci avessero detto che il mondo della messaggistica da telefono cellulare si fosse basata in maniera molto importante sulle emoji, sicuramente non ci avremmo creduto. Eppure, le piccole animazioni hanno praticamente conquistato il mondo. Esse sono talmente importanti che un’importante azienda come Swiftkey ha nelle scorse ore annunciato una tastiera virtuale per Android e per iOS chiamata Swiftmoji.

Come avrete sicuramente capito, essa si basa principalmente sulla predizione non delle parole come avviene nella tastiera a cui siamo abituati ormai tutti ma delle emoticons. Il sistema di “machine learning” è il medesimo, anche se viene applicato in maniera differente.

La popolarità delle emoji è esplosa e in pochissimo tempo essi sono diventati la lingua ufficiale più utilizzata a livello globale. Tuttavia le tastiere hanno tardato a sfruttare la loro crescente popolarità e la continua, ricerca quotidiana per trovare la giusta emoji è ancora una grande frustrazione. Ecco dove entra in gioco Swiftmoji – suggerendo solo le emoji giuste per quello che si vuole dire. – Peter Holc, iOS Swiftmoji product manager

Purtroppo al momento Swiftmoji è disponibile solamente per la lingua inglese. Ciò non vuol dire che noi italiani non la possiamo scaricare. Significa solo che dovremo impostare la lingua della tastiera in inglese, il che porterà alla predizione delle emoji solamente alle corrispondenti parole inglesi.

Dal punto di vista tecnico, la versione per iOS necessità dell’installazione di iOS 9 o successivi, ha un peso di 41 MB ed è compatibile sia con iPhone che con iPod ed iPad.

Per procedere al download di Swiftmoji per entrambi i sistemi operativi, vi basterà cliccare su uno dei nostri app box sottostanti che vi riporteranno direttamente sulla pagina dedicata del rispettivo store di applicazioni:

Swiftmoji - Emoji Keyboard
Price: Free*

VIA

Autore: Agemobile

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HardwareSoftware

Differenze processori Intel, come riconoscerli e sceglierli

Come fare per riconoscere, a colpo d’occhio, il processore Intel che equipaggia un qualunque sistema? Quali sono le principali differenze tra i processori Intel?

Differenze processori Intel: attenti alla sigla

La sigla che contraddistingue il processore Intel racchiude in sé tutte le informazioni sulla sua identità e sulle sue caratteristiche.

Il primo dato che dovrebbe immediatamente balzare all’occhio quando si prende in esame un qualunque processore Intel, è la sua architettura.
Il primo numero a destra dell’indicazione i7, i5 o i3, indica con quale architettura si ha a che fare. Il numero “6”, ad esempio, fa riferimento alla sesta generazione dei processori Intel (Skylake), al momento la più recente:

6: Skylake
5: Broadwell
4: Haswell

Differenze processori Intel, come riconoscerli e sceglierli

I processori di quarta e quinta generazione condividono il medesimo socket (LGA 1150): non si dovrà quindi cambiare scheda madre nel caso di sostituzione del processore.
Con i processori Skylake è invece indispensabile ricorrere a schede madri dotate del nuovo socket LGA 1151.

Core i7, i5, i3, Pentium e Celeron

Da diversi anni (2011), Intel utilizza le denominazioni core i7, i5 e i3 per “classificare” i processori di volta in volta immessi sul mercato. Si tratta di denominazioni che resistono al trascorrere del tempo e che sono utilizzate nelle varie generazioni di processori.

Prendendo in esame una specifica architettura di processori e i Core i7 sono ovviamente i processori più performanti, seguiti da Core i5 e Core i3.
A un livello inferiore si pongono i processori indicati con il marchio Pentium (denominazione che nel passato era usata per riferirsi ai top di gamma) mentre ancora più in basso ci sono i Celeron.

Differenze processori Intel, come riconoscerli e sceglierli

I processori Core M “fanno storia a sé” in quanto progettati espressamente per un utilizzo sui dispositivi mobili (ad esempio i notebook).

Discriminante per l’appartenenza all’una o all’altra categoria sono le caratteristiche del processore ovvero, essenzialmente, numero di core, dimensione della cache, utilizzo di tecnologie Intel come Turbo Boost e Hyper-Threading, velocità di clock (GHz).

I processori Pentium (e tanto meno i Celeron) non integrano tecnologie come il Turbo Boost e l’Hyper-Threading (vedere più avanti).
I Pentium offrono comunque un certo quantitativo di memoria cache (3 MB), due core e una GPU di base.

Quali sono le caratteristiche che determinano l’appartenenza di un processore all’una o all’altra categoria?

Differenze tra processori Intel: core, Turbo Boost, Hyper-Threading

1) Numero di core. Più nuclei di processori “fisici” montati sullo stesso package ci sono in un processore, maggiore sarà l’abilità nel gestire più attività contemporaneamente (threads).2) Turbo Boost. Si tratta di una tecnologia che permette al processore di lavorare a frequenze più alte nel momento in cui ve ne fosse la necessità e le condizioni.
L’attivazione del Turbo Boost avviene quando il processore non è particolarmente stressato (ad esempio quando non sono attivamente impegnati in elaborazioni tutti i core e quando la temperatura lo permette).
La frequenza di clock può essere automaticamente aumentata in Turbo Boost sulla base di diversi fattori tra cui numero di core presenti e attivi, assorbimento di corrente stimato, consumo energetico stimato e temperatura di lavoro.

3) Hyper-Threading. I processori che possono sfruttare la tecnologia Hyper-Threading offrono al sistema operativo la possibilità di utilizzare un numero di core logici doppio rispetto a quello dei core fisici.
Un Intel Core i7 quad-core verrà ad esempio “visto” dal sistema operativo installato sulla macchina come un processore dotato di otto core.
Poiché un solo core, di norma, può gestire una sola attività (thread), con Hyper-Threading un processore diventa in grado di gestire un numero di attività doppio rispetto a quanto, di base, potrebbe fare.
Le prestazioni offerte da Hyper-Threading non saranno paragonabili a quelle ottenibili con un processore dotato di un egual numero di core fisici ma consentiranno comunque di fare “il salto di qualità”.

4) Memoria cache. La memoria cache presente sul processore, di dimensioni molto limitate, è comunque funzionale per il veloce espletamento di molteplici operazioni. Dati frequentemente utilizzati dal processore vengono infatti salvati nella memoria cache integrata così da sveltire in maniera incisiva le varie elaborazioni.
Ovviamente, tanto maggiore sono dimensioni della cache del processore, tanto più le prestazioni saranno migliori.

5) Frequenza di clock. Le frequenze di clock del processore rivestono oggi un’importanza piuttosto ridotta. Abbiamo infatti scelto di “parlare di GHz” sono al quinto punto.

Giusto per dare l’idea di quanto importante sia la velocità di clock, basta fare una semplice ricerca su questo sito (è l’archivio omnicomprensivo di tutti i processori Intel, contenente le corrispondenti specifiche): ci si accorgerà rapidamente di come alcune CPU Core i3 abbiano una frequenza pari o superiore a CPU Core i7. La velocità di clock espressa in GHz non è più, quindi, un fattore utile per stimare le prestazioni di un processore (e non soltanto in casa Intel…).

Differenze processori Intel, come riconoscerli e sceglierli

Mettendo assieme tutte le informazioni, cerchiamo di tracciare un “identikit” di massima delle varie categorie di processori Intel:

Core i7. Sono i processori Intel di fascia più alta. Ad oggi dotati di un massimo di quattro core (quad-core), fanno uso sia di Hyper-Threading che del Turbo Boost.
Nella sesta generazione (Skylake) hanno 8 MB di cache mentre nella quinta (Broadwell) 6 MB (vedere qui e qui).

Core i5. I processori di fascia media di Intel sono quad-core (quattro core fisici) e non integrano la tecnologia Hyper-Threading.
Sono invece capaci di usare il Turbo Boost quando ritenuto necessario e poggiano anche su 6 MB di memoria cache per quanto riguarda Skylake (sesta generazione) e 4 MB su Broadwell (vedere qui e qui).

Core i3. Si tratta di processori dual-core (due core fisici) che permettono l’utilizzo della tecnologia Hyper-Threading.
Non è presente il Turbo Boost.
I Core i3 della serie 6300 montano 4 MB di cache; quelli della serie 6100 3 MB di cache (vedere qui).

Tutti i processori Intel Core dispongono di una GPU integrata che migliora, evidentemente, da i3 a i7.

L’appellativo Pentium viene oggi usato per identificare processori di fascia bassa mentre Celeron CPU ancora meno performanti.
I processori Pentium che Celeron sono oggi dual-core ma non offrono tecnologie “accessorie” come Hyper-Threading e Turbo Boost. La memoria cache non supera i 3 MB e la GPU integrata è estremamente “basica”.

Differenze tra processori Intel: importante anche il suffisso alfabetico

L’ultima o le ultime due lettere del modello di processore Intel vengono utilizzate per meglio caratterizzare le funzionalità e le potenzialità del prodotto.

Lettera K: indica un processore con moltiplicatore sbloccato. Si tratta di un processore che accetta l’overclocking, se utilizzato con una scheda madre compatibile.
I processori con suffisso K dovrebbero quindi essere acquistati solamente da chi è solito effettuare l’overclocking. Nel caso di Skylake, per sfruttare le potenzialità delle CPU K, bisognerà dotarsi di una scheda madre con chipset Z170.

Lettera T: processori contraddistinti da un consumo energetico ottimizzato. Lavorano generalmente a frequenze più basse rispetto agli “omologhi” processori “non-T” e hanno un TDP (Thermal Design Power) inferiore.
Si trovano anche processori TE (“E” sta per embedded) che si comportano in maniera simile ai T ma solo messi a disposizione dei produttori di PC da parte di Intel.

Lettera S: processore ottimizzato per le prestazioni. La lettera S si incontra solamente nella famiglia Haswell (quarta generazione).

Lettera C: nei processori Intel di quinta generazione, indica prodotti basati su package LGA 1150 con grafica ad elevate prestazioni. Questi processori dispongono di una GPU potente con eDRAM integrata e moltiplicatore di frequenza sbloccato.

Lettera R: processore per PC desktop basato su package BGA 1364 (mobile) con grafica ad elevate prestazioni. Questi processori (Broadwell e Haswell) sono di solito saldati alla scheda madre e dispongono di memoria eDRAM a supporto della CPU e della GPU.

Lettera U: si trova utilizzata nel caso dei processori Intel per PC portatili che sono contraddistinti da bassissimi consumi energetici. I processori, in questo caso, sono dual-core e hanno un TDP molto contenuto. I numeri che precedono la lettera U danno qualche informazione su TDP e potenza della GPU integrata.
Se il numero che precede la U è alto (esempio: 50 o 60), significa che la CPU ha un basso TDP e la GPU può contare su un quantitativo esteso di eDRAM.

Lettera H: quando l’ultima o la penultima lettera è H, si è dinanzi ad un processore per sistemi portatili con grafica ad elevate prestazioni. Il TDP più elevato implica l’utilizzo di una GPU più performante e di frequenze di clock più elevate.
L’aggiunta della lettera Q (HQ), fa riferimento all’utilizzo di quattro core. Anche in questo caso, numeri elevati prima di HQ (50-70), indicano l’impiego di una sezione grafica più performante.
HK, invece, viene utilizzato per specificare come il moltiplicatore sia sbloccato e quindi utilizzabile per l’overclocking del processore.

Lettera M: la sigla “M” è stata usata nei processori Haswell, sempre per le CPU destinate al mondo “mobile”. MX indica i quad-core più prestazionali e MQ i quad-core più “normali” in termini di performance.

Core M, m3, m5 e m7. Alcuni processori Broadwell-Y, presentati a fine 2014, sono stati battezzati con l’appellativo Core M.
In questo caso si ha sempre a che fare con processori pensati per i dispositivi mobili (tablet in primis) che supportano Hyper-Threading, Turbo Boost, hanno 4 MB di cache e sono contraddistinti da un TDP contenutissimo, pari a 4,5 W.
I Core M sono utilizzati prevalentemente nei convertibili e nei tablet raffreddati in modo passivo.

Con l’avvento della sesta generazione Skylake, Intel ha presentato poi i processori m3, m5 e m7. Anche in questo caso il TDP è bassissimo – 4,5 W – e viene comunque garantito il supporto per Hyper-Threading e Turbo Boost.
Questi tipi di processori sono stati ideati prevalentemente per i dispositivi mobili più economici e non viene richiesto un sistema attivo per la dissipazione del calore.

Come osservazione finale, è bene osservare che sicuramente – nel loro complesso – i processori di classe i7 sono più potenti rispetto agli i5 che, a loro volta, sono maggiormente prestazionali rispetto agli i3. Non è però detto che il modello maggiormente prestazionale della serie i3 sia meno potente del più economico processore di classe i5 o che il più economico i7 sia più performante del più veloce e costoso i5.

Per maggiori informazioni, è possibile fare riferimento a questa pagina sul sito ufficiale di Intel.

Autore: IlSoftware.it