Categories: Calcio

Il gioco dei punti deboli

L’effetto di una guarnizione difettosa e/o di avere Montolivo alla guida e Galliani a comprare i pezzi

Nella osservazione di questo bel gioco ho maturato poche convinzioni; una di queste è che i punti deboli definiscono alla lunga la forza di una squadra e gli obiettivi. Quindi così come lo space shuttle non può andare nello spazio se le piccole guarnizioni di isolamento sono di scarsa qualità, un team composto per la maggiore da giocatori discreti, diciamo ‘da quinto/sesto posto’, ha poche possibilità di farcela a centrare quell’obiettivo se qua e là schiera giocatori più mediocri o se ha altri difetti gestionali o qualitativi. La “teoria dell’O-Ring” è suffragata nel nostro caso dai risultati degli ultimi tre anni che illustrano bene che un’accozzaglia di promesse, giocatori discreti, ma anche di mediocri, modesti e pippe che combina alla fine? Un cazzo. I buoni giocatori e i manager capaci influenzano positivamente il gruppo tuttavia nel complesso le aspettative di una squadra omogeneamente discreta restano più alte di una squadra ‘miscellanea’; la Fiorentina, con quattro tranquilli piazzamenti europei consecutivi senza follie e nomi di grido ma pure senza strapippe e sciagure in rosa, lo ha dimostrato; e Montella lo sa. Inoltre se la disomogeneità è il tratto caratteristico del gruppo a spiccare sono certamente gli anelli deboli.
Il Milan è purtroppo ancora un mistone, pieno di giocatori da Giannino ed altri con migliori qualità. Ecco dove, a mio avviso, rischiamo di spezzarci; molte delle debolezze sono tristemente consolidate:

-Ricambi: la profondità della rosa non pare adeguata; ‘senza le coppe’ ci sono meno esigenze? Vero, ma stando semplicemente alle statistiche dell’anno scorso si parla comunque, portieri esclusi, di 14 giocatori in campo per più del 50% dei minuti disputati dalla squadra (10 quelli sul terreno per il 70% del tempo), 2 che hanno superato il 30% del minutaggio e altri 2 con una quota significativa di presenza; morale: 18 giocatori che dovrebbero essere di qualità abbastanza uniforme, da Coppa, più 2 portieri. Tolti i portieri il Milan ha registrato 25 giocatori, come lo scorso anno; #numericamentecompetitivi ma i problemi principali sono sempre gli stessi: sovrabbondanza in alcuni ruoli e penuria in alti, dunque terzini e punte in quantità e mezzali invece da adattare, centrali contati e un solo ‘regista’, uno sbalzo che come già visto e rivisto è dannoso. Poi squilibri qualitativi, con giocatori quali Vergara ed Ely che sono da serie B, e non per eufemismo, che potrebbero dover essere chiamati in causa. I giovani Calabria e Locatelli non forniscono ad oggi garanzie; Vangioni, Sosa, Pasalic e anche, per motivi diversi, Lapadula non sembrano le scelte migliori che il mercato poteva offrire per rinforzare seriamente la rosa: gli argentini sembrano scelte casuali, il croato è a Milano a tempo e per recupero della forma, Lapadula ha fatto il demonio per ora nelle categorie inferiori. Rispetto all’ultima stagione se non altro ci sono più incognite/speranze e meno falliti, ma fare il solito ‘passo avanti’ non risolve la situazione. In ultimo alcuni giocatori per morale o motivazioni sembrano sotto la decenza: Honda (impalpabile negli ultimi 30 metri), Luiz Adriano (non segna mai) e Poli (inconsistente) paiono da tempo pesi morti; tranne su twitter o quando vanno in Cambogia… Per Montella insomma il solito mazzo di carte spaiate da cui dover pescare qualche jolly, sempre che ci sia.

-Infortuni: l’infermeria sempre piena aggrava ulteriormente quanto sopra descritto. Dai nuovi arrivati già sciancati al disgraziato Bertolacci abbiamo già ricevuto un assaggio estivo di quel che ci aspetta; almeno non ci è toccato leggere le solite puttanate tipo “Milan: il nuovo acquisto è X (inserire nome di lungodegente)”, ma ciò è avvenuto perché appunto i nuovi acquisti sono già dei moribondi. Li si prende, poi li si aspetta…quando si dice ‘lungimiranza’. Magari si potesse incolpare la sfiga, come fu per Hateley ad esempio. Il problema è che la maggior parte di questi sono stati presi già con problemi; magari pagati meno proprio ‘grazie’ alla propensione alla rottura (Kucka). Al resto pensa Giannino Lab, dove fra un programma personalizzato e una serie di test specifici che manco la Nasa…si dimenticano di controllare che almeno il giocatore sia in grado di deambulare; esagerato? Beh ad Alex a Oporto hanno comunicato il decesso con 6 mesi di ritardo! E come dimenticare Balotelli, afflitto da una pubalgia da operare ma perfettamente abile secondo gli scienziati del Giannino. D’altronde la pubalgia a Milanello è diventata virale da tempo, non ci si fa più caso.

-Qualità: nella disperata ricerca di precisione, continuità di occasioni create, dribbling Montella ha già fatto capire di voler collocare Bonaventura a centrocampo rinunciando alle sue doti di ala che producono assist e gol (dati consolidati nel tempo); ma giustamente che deve fare? Al Milan servivano almeno due centrocampisti di qualità, uno in grado di distribuire una cinquantina di palloni a partita con precisione (85%), in grado di fornire assist, creare occasioni e interdire il gioco avversario di testa e di contrasto; un altro più dedicato al raccordo con la fase offensiva, più mobile ma comunque preciso, produttivo. Non mi piace fare nomi ‘da calciomercato’, ma per far capire sarebbero bastati Badelj e Zielinksi o analoghi; mica Xavi e Iniesta. Sono arrivati Sosa e Pasalic, che non hanno queste caratteristiche e speriamo ne posseggano altre; sta di fatto che ad oggi non ci sono uomini così, i tratti distintivi dei centrocampisti rossoneri sono: ‘adattati’, spesso da posizioni più offensive, con tutto ciò che ne consegue a livello difensivo; propensione all’errore, se complessivamente il migliore della truppa è universalmente ritenuto Kucka è bene sapere che un quarto di quel che fa in campo lo sbaglia; poca produttività, lo scorso anno dal centrocampo milanista sono arrivati 6 assist e 3 gol (incluso Bonaventura ‘arretrato’ da gennaio in poi), una miseria; per dire, il Sassuolo di Duncan, Magnanelli, Missiroli e compagnia ne ha sfornati 8 e 7. Anche qui tocca sperare nella ‘stagione di grazia’ di qualcuno.

-Mentalità: ci poteva stare anche il grassetto, questo è il punto debole numero 1 per me. Negli ultimi 3 anni in 31 occasioni (TRENTUNO) il Milan è stato rimontato dopo essere passato in vantaggio, e in 12 partite la rimonta si è chiusa con un successo avversario; sempre in questo periodo ci sono stati ben 5 filotti di 5 partite senza vittorie. Numeri danno la misura della debolezza mentale del gruppo, inconsapevole e fragile, per tanti aspetti purtroppo ‘parassita’ di quella bella maglia rossonera. In questi anni si è inneggiato alla ‘grinta’ da mettere, al ‘100%’ da dare, al ‘sudore’; tutta roba che mi fa incazzare: al Milan di queste cose non si dovrebbe nemmeno parlare, dovrebbero essere la base. Se un giocatore è da motivare, recuperare, fustigare per rendere…non si prende, non per il Milan! Questi risultati sono inaccettabili. Invece si sono creati i feticci di quello ‘che corre’, ‘che salta’ e ‘che ogni tanto azzecca i cross’…e la voglia di vincere, di divertire, di Grande Milan, di spaccare i culi dove sta? I risultati dove sono? Vale per tutti, anche se i picchi li raggiungono gli ‘uomini copertina’ del Giannino, quelli che spero indottrinati dal marketing e dalla società si prodigano in selfie, dichiarazioni di guerra e battimenti di petto per poi far figuracce sul campo; se lo facessero di loro sponte si meriterebbero il diluvio di insulti che gli piove puntualmente contro, ma confido non siano così ebeti. Laurà e tasè, Vincenzo spiegaglielo; anche in napoletano va bene, il linguaggio dell’umiltà è universale. Umiltà di forma per un contenuto più consistente, per tornare sentirsi Milan dentro. Il diciassettenne Gigio pare quello con le balle più grosse e i piedi più a terra; sperèm, anche sul lungo periodo.

-Montolivo: il ruolo chiave di centrocampo e di leadership è rimasto al momento al Ricotta, un giocatore inadatto e in regressione. Oltre a non avere i tempi, ad aver pescato un singolo assist in due anni e aver concluso la precedente stagione con statistiche mediocri negli aspetti peculiari del ruolo di regista (ha ripreso con un 70% al passaggio breve che è qualcosa di terrificante), il caravaggino sta entrando in una nuova fase di confusione; ogni partita in almeno una occasione si rende protagonista di assist alla squadra avversaria, sotto forma di errori o addirittura passaggi in verticale! Carpi, Frosinone, Verona, Roma e Torino: in ciascuno di questi match si contano errori, anche fatali, che non ci si può permettere. L’errore va bandito, sbagliare è più grave che non fare la cosa determinante: in questo senso il Ricotta sta peggiorando. Anche sforzandomi di comprendere che c’è un discorso di ‘meno peggio’ da fare non capisco chi effettivamente possa essere più dannoso della sciagura numero 18.

Aggiungo un’ultima considerazione. La ‘teoria dell’O-Ring’ (che non è certo mia, sia chiaro, e se vi va di approfondire c’è questo link) dimostra non solo che l’omogeneità è un valore e la disomogeneità un disvalore, e che eliminare i punti deboli a parità di risorse impiegate paga più che sostituire elementi funzionanti con altri (in teoria) più funzionanti. Ma anche che i giocatori di elevata qualità tendono a giocare con altri giocatori di qualità, in squadre ricche e viceversa quelli scarsi. Lo scempio illogico di risorse commesso dal sig. Galliani negli anni, che ha completamente, colpevolmente e ripetutamente cannato la maggior parte delle valutazioni qualitative e corrisposto nel tempo ingaggi paurosi a giocatori mediocri, trasformando il Milan in una squadra mediocre che attrae giocatori al più modesti, ha sfasciato il circolo virtuoso ‘teorico’ consegnando alla nuova proprietà una situazione in cui solo mucchi di soldi e/o un risultato sportivo imprevisto (es. terzo posto) potrebbero riavviare rapidamente un ciclo normale. In ogni caso si parla alla meglio di due/tre stagioni, confidando che il nuovo D.S. abbia la capacità di individuare ed elidere gradualmente i punti deboli senza perdersi in teatrini, banchetti, ‘progetti’ farlocchi e feticismi verso giocatori; l’unico progetto che ci dev’essere è essere più forti dell’anno prima. Se le risorse son quelle pattuite il primo step sarà semplice, gli altri il banco di prova che attenderemo fiduciosi. E un giorno magari Carlos Bacca o Bonaventura saranno, loro malgrado, gli O-Ring difettosi; nel mentre Dei del Calcio preservateli, assieme al Gigio, o saranno uccelli per diabetici (cit.)

Larry

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Categoria: Mondo Milan

Autore: Milan Night

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