Author: Fabio Milan Night
Bisogna dare atto a Pioli comunque di una cosa: ha provato e sta provando qualcosa di nuovo, nonostante il materiale sia poca roba. Una settimana fa parlavamo della difesa schierata a tre in fase di uscita: non è stato l’unico accorgimento tattico che l’ex tecnico di Inter e Lazio ha voluto provare a inserire. Contro la Roma è stata particolarmente interessante la tendenza di Calhanoglu e Paquetà di attaccare lo spazio centrale alle spalle di Leao. Per quanto riguarda il turco, schierato come ala sinistra, è stata essenziale la pressione offensiva portata da Hernandez sulla sua stessa fascia, che gli ha così dato la possibilità di godere di maggior libertà nella fascia di campo dove si sente più suo agio: quella centrale, appunto. Il brasiliano invece, schierato come mezzala destra, si è spesso staccato dalla propria posizione per affiancare di fatto Calhanoglu nel ruolo di trequartista. Due soluzioni interessanti che, soprattutto nel primo tempo, hanno creato qualche difficoltà alla retroguardia giallorossa. La possibile naturale evoluzione di questo accorgimento tattico potrebbe essere quella di arrivare a schierare i due giocatori alle spalle della punta della squadra, in un 4321 che potrebbe vedere, al fianco di Biglia ormai perno centrale del nuovo Milan di Pioli, due giocatori tra Bennacer (mediocre contro la Spal), Kessiè (terribile) e Krunic.
Lazio, dunque. Differenza reti migliore in Serie A dopo l’Atalanta (per quel che può valere). Ventidue gol segnati, solo dodici subiti. Un gioco offensivo che ha guadagnato brillantezza con l’innesto di un treno sulla destra come Lazzari, che concede molta più profondità e alternative al gioco di Simone Inzaghi. Con tanti ringraziamenti da parte dei vari Luis Alberto, Correa e Milinkovic-Savic, più liberi di creare beneficio di Immobile. Perché è inutile girarci intorno, se a livello di nomi ci sono certamente compagini più “blasonate”, il gioco offensivo di Lazio (e Atalanta) continua a essere una goduria per i nostalgici di Zemanlandia. A un reparto offensivo di grande qualità, i biancocelesti abbinano una solidità difensiva di grande valore, nonostante i singoli non siano certo al livello dei vari de Vrij, Godin e Skriniar (anche loro si sono fatti bucare 10 volte come gli aquilotti). Dove la Lazio pecca è la mentalità, nella cattiveria necessaria per chiudere le partite o in quella che serve per non perderle. In questo senso è didascalico il pareggio nel Derby, nonché la sconfitta di Milano contro l’Inter. Personalmente non nutro particolari speranze per il match di questa sera: il divario tra le due squadre è purtroppo enorme. Diciamo che mi stupirei se il Milan riuscisse a strappare una vittoria. Cerchiamo piuttosto di prenderla con filosofia: nelle prossime tre partite nessuno si aspetta, nel pieno delle proprie facoltà mentali, che la squadra possa davvero risollevarsi. Tanto vale prendere questi 270 minuti per quel che sono: tre test per crescere insieme, come squadra, senza la pressione di dover necessariamente portare a casa nove punti. Magari in questo modo, anche se dovessero arrivare tre sconfitte, potrebbero servire a qualcosa.
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