Author: Tuttosport
Rafael Leao è sicuramente l’uomo di punta del Milan targato Stefano Pioli. Uno dei protagonisti dell’ultimo Scudetto vinto, grande assente nella semifinale di andata di Champions League contro l’Inter. In attesa della sfida di ritorno, dove dovrebbe essere regolarmente in campo, l’asso portoghese si è raccontato in una lunga intervista al sito Gaffer: dagli esordi fino al Milan, il Mondiale col Portogallo e i sogni futuri.
Leao ha mosso i primi passi allo Sporting, poi un anno formativo in Ligue 1: “Lo Sporting è una delle migliori accademie del mondo, se non la migliore, visto che ha allenato due Palloni d’Oro. È un onore che mi riempie di grande orgoglio essere arrivato lì, mi hanno aperto le porte del mondo del calcio e sono molto grato. È sicuramente un club che ricorderò e porterò con me per sempre. Idoli? Ronaldinho e Cristiano Ronaldo. Sono giocatori che ho seguito e ho provato a copiare quando stavo crescendo. Ho imparato a fare le cose che faccio oggi, il dribbling e così via guardando i loro video su Youtube. Sono entrambi dei miei grandi idoli e mi piacerebbe avere una carriera simile alla loro. L’anno in Francia in Ligue 1 non è stato facile, almeno all’inizio, perché è stato un cambiamento improvviso e non mi aspettavo di trasferirmi in un altro paese così presto, ma questo è stato molto importante per la mia crescita e mi ha aiutato a maturare come giocatore. Sono cresciuto anche come persona perché ho imparato una nuova lingua e come trattare con nuove persone in un ambiente diverso“.
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Dagli inizi alla consacrazione una volta arrivato al Milan, con tanto di Scudetto vinto: “Ho provato un immenso orgoglio e anche un grande senso di responsabilità. Mi sentivo anche nervoso perché la maglia del Milan pesa tantissimo. È un club con molta storia che ha vinto diversi titoli, sette Champions League! Quindi, quando ho avuto l’opportunità di venire qui, non ci ho pensato due volte. I primi giorni e mesi sono stati momenti entusiasmanti perché non avrei mai pensato di poter indossare questa maglia. È un onore rappresentarlo fino ad oggi. Lo Scudetto mi ha reso felice. Era qualcosa che la squadra attendeva da tempo. È stato il risultato di molto impegno e lavoro, è stato storico, un momento molto speciale per me personalmente perché è stato il primo scudetto che ho vinto con il Milan ed è un ricordo che conserverò per il resto della mia carriera e della mia vita“.
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