Categories: Calcio

Finalmente

Author: Milan Night

Finalmente ai nastri di partenza e finalmente ha termine una delle estati culturalmente più impegnative, milanisticamente parlando.
In realtà le difficoltà erano iniziate già dall’autunno dello scorso anno, con alcune cassandre fra cui ahimè il sottoscritto profetizzare, stante l’orrendo mercato estivo, di evidente indebolimento, e il riavvolgimento del nastro tattico al 2021, tempi più cupi. Impossibile però prevedere il tracollo di gennaio, seguito da un’improbabile corsa alla finale di Champions a suon di contropiedi e resilienza, tutto l’opposto rispetto a quanto seminato in stagione, interrotta da un catastrofico doppio derby che passerà agli annali come uno dei confronti più umilianti della nostra storia. Il tutto a meno di 12 mesi da un trionfo leggendario, proprio a scapito dei cugini, e con gli stessi protagonisti. Il tutto a meno di 12 mesi dall’insediarsi di una nuova proprietà, mai presentatasi né presentata, né in comando fino alla fine di maggio del corrente anno.
A margine di questa baraonda, è scoppiato anche di peggio. Prima Maldini silurato insieme a Ricky Massara senza troppe spiegazioni lasciando campo a ogni illazione, scenario e ipotesi; poi la cessione di Tonali, a fronte di un’offerta irrinunciabile soprattutto per lui, e tanti saluti a “Capitan Futuro”. Poi ancora l’apparizione di dirigenti misconosciuti, vissuti nell’ombra lontano dai riflettori, che scopriamo essere (anche per evidente affinità di modus operandi col recente passato) i manovratori del nostro amato Milan e non da oggi. Quindi un mercato numericamente importante, a tratti esaltante, ma che ad una attenta analisi pare ai più velleitario, impegnativo, squilibrato. E Pioli è sempre lì, speriamo meno confuso che nell’ultima stagione.

Un’estate divisiva al massimo, con ogni evento a creare nuove fazioni: il tribalismo milanista è risorto dopo la grande festa dello Scudetto. Ognuno ha le proprie convinzioni, ed ovviamente se le tiene e se le porta avanti come meglio crede. In dieci anni (penso) di Milan Night dopo aver articolato molti pezzi critici a volte anche complessi, le Gianniniadi, avere introdotto analisi e ricerche statistiche sui giocatori e sulle squadre, e avere spesso attaccato i ‘pronti’ culturali preparati dai menestrelli ma non solo, non ho certo la pretesa di modificare le idee di nessuno. Ho rivendicato però, e rivendicherò, il diritto ad avere una opinione libera e non schierata in faziosismi cretini o intrappolata in un ‘giorno della marmotta’ auto-imposto, in evoluzione piuttosto che statica: il Giannino con tutti i suoi codici è finito. Rispetto chi è in disaccordo, non rispetto invece chi cerca di infilare il mio pensiero, o analoghi pocho graditi, in qualche presunto schieramento pro-questo o contro-quest’altro, per propria comodità.
Ho accettato il licenziamento di Maldini, prendendolo come il segnale della discesa in campo di Redbird, che ha acquistato il Milan e pertanto trovo un bene che comandi; non mi piacciono i pregiudizi in generale, dunque non ne ho verso uomini e metodi che non conosco, e non mi condizionano certo un film con Brad Pitt o quattro scemenze belate dagli autarchisti nostrani (che mi stanno enormemente sul cazzo fra l’altro, specie calcisticamente parlando). Ho accettato la cessione di Tonali, che ha ricevuto un’offerta irrifiutabile e per fortuna ha dato anche modo al Milan di sedersi a un tavolo e trattare delle condizioni decenti, anche se la tempistica di uscita è stata troppo ‘furba’ per essere a sorpresa. Accetto che l’ambizioso quanto pretenzioso Furlani sia, e sarà, l’uomo dietro alle politiche che ci condizioneranno nei prossimi anni; che non significa che mi piaccia, ma prima di dargli addosso (a lui come a Cardinale) gradirei capire come, visto che tutti gli assertori de ‘poveraccio’, ‘non saranno capaci di comprare nessuno’, ‘venderanno tutti’ ecc. sono stati annichiliti in 1 mesetto scarso.
Accetto un po’ meno che un mercato da ben 8 innesti fra cui 0 difensori, 0 registi, 0 punte sia definito ‘capolavoro’ (cit. Oscar Damiani) prima di un adeguato responso del campo, visti anche i nostri precedenti storici con i mercati ‘grassi’, come anche una certa deriva bimbominkioide del clima pre e post-gara e la sensazione che, in generale, manchino gli occhi della tigre.  Mi sembriamo ancora più freskoni dell’anno scorso, e dopo 5 derby persi in 5 mesi la cosa mi agita.

L’utente-tipo dopo la lettura di qualunque articolo sportivo – estate ’23

Comunque quest’estate anche affermare: “aspettiamo qualche gara ufficiale” è diventato un gesto politico…mi auguro che fra 5 giorni le etichette possano sparire come anche le perlopiù assurde divisioni, e si torni al solito clima iperteso, elettrico e greve…ma pacifico.

Larry

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