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A.A.A. cercasi pompiere UE per spegnere incendio su banche italiane

Grisu-draghi-mario-pompiereLa problematica “banche italiane” oramai è molto sentita anche oltre il confine italico e per molti operatori c’è la convinzione che “l’elefante nella stanza dei cristalli” rischia di fare un grande danno al sistema se non viene accompagnato in questo momento di difficoltà.
Malgrado il rimbalzo di questi giorni, è meglio avere sempre le “antenne belle dritte” in quanto in realtà tutto è come prima e si sta rimbalzando su voci e speranze.
L’esempio è UniCredit. La vendita del 10% di Pekao e Fineco potrebbe non essere sufficiente per sanare le esigenze di liquidità (anche in ottica stress test) della banca. E le dichiarazioni di Mustier nuovo amministratore delegato di Unicredit, lasciano degli spiragli aperti in questa direzione.
Immaginate l’impatto che potrebbe avere una massiccia necessità di ricapitalizzazione del settore bancario italiano. Diventerebbe difficile prevedere il comportamento dell’indice FTSEMIB.
In questo grafico eccovi il FTSEMIB Banks Index. Da inizio anno siamo ancora a circa 50%. Quindi banche DIMEZZATE nella loro capitalizzazione.

FTSEMIB All Share Banks Index

ftsemib-italian-banks-indexCerchiamo quindi di essere realisti. La situazione è ben chiara a tutti. Sia in Italia che all’Estero, ma anche a Francoforte e Bruxelles (UE e BCE). Un tracollo del sistema bancario italiano quali effetti avrebbe a livello sistemico?

L’Italia, con tutto il rispetto parlando, non è la Grecia, quantomeno dimensionalmente. E quindi l’”elefante” deve essere trattato con cura, altrimenti sarebbe un gran casino. Quindi il “comprare tempo” da parte dei membri UE lo vedo come un modo per vedere quello che succede in quanto, ovviamente, ciò che si deciderà dovrà essere un qualcosa NON esclusivo per l’Italia ma per tutta l’UE. Quindi, escluderei l’ipotesi dove il sistema bancario italiano NON venga difeso dall’Europa. Non perchè siamo bravi e belli, ma perché siamo troppo pericolosi per il sistema, ma non solo dal punto di vista economico ma anche politico. “Abbandonare” l’Italia nel momento del bisogno, sarebbe terreno fertile per coltivare nuovi sentimenti Anti-Europeisti. Ed in un momento così delicato (post Brexit) l’UE non ha certo bisogno di questo.
E’ ovvio poi che qualsiasi cosa venga decisa per un eventuale sostegno al sistema bancario italiano, sarà valida per tutti i paesi dell’UE. E quel qualcosa potrebbe essere un primo passo verso una maggiore “Unione Bancaria” e magari un gesto che porta ad una “assicurazione comunitaria” sui depositi.
Piano piano…non sogniamo troppo ad occhi aperti. Un passo alla volta ragazzi…

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Danilo DT

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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