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In Portogallo grandi progetti fotovoltaici senza incentivi

Circa 2 GW di nuovi progetti hanno ottenuto, o stanno per ottenere, le licenze delle autorità competenti e dovranno operare in condizioni di mercato, senza tariffe-bonus o altri tipi di sussidi. Intanto la BEI sta valutando di finanziare alcuni impianti FV portoghesi.

Parlando di competitività del fotovoltaico rispetto alle altre fonti energetiche, bisogna citare quello che sta accadendo in Portogallo: ci sono alcune decine di progetti, per complessivi 2 GW di potenza, che hanno ottenuto o stanno per ottenere le varie licenze e che potrebbero essere realizzati senza incentivi.

Sono tutti progetti presentati tra settembre 2015 e marzo 2016 che – se verranno completati – dovranno operare in condizioni di mercato, quindi senza tariffe feed-in, riporta un comunicato governativo.

Gli sviluppi del fotovoltaico in Portogallo

A questi potenziali 2 GW non incentivati, si riporta,  si aggiungono 180 MW di nuove installazioni nella regione meridionale di Alentejo che il Governo ha già autorizzato nell’ambito del sistema di mercato e che dunque si tratta di capacità rinnovabile “del tutto priva di tariffe-bonus o sussidi pagati dai consumatori finali di energia”.

Così, mentre i vecchi progetti solari ottenevano premi fino a 300 €/MWh, quelli di nuova autorizzazione sono destinati a produrre elettricità in uno scenario molto diverso dal passato, anche se in alcuni casi il fotovoltaico portoghese potrebbe ricevere il supporto della BEI, Banca Europea per gli Investimenti (European Investment Bank).

Ci sono infatti due progetti in lizza: il primo è della società Expoentfokus, che intende costruire quattro impianti per complessivi 165 MW, con un costo totale d’investimento pari a 130 milioni di euro, di cui circa 65 potrebbero arrivare da un cofinanziamento della BEI.

L’altro progetto papabile comprende due installazioni per complessivi 100 MW nella regione di Alentejo; in questo caso, la banca europea potrebbe intervenire con circa 50 milioni di euro.

Dal solare all’eolico: opportunità e rischi delle aste

La stagione del FV competitivo senza incentivi potrebbe aprirsi anche in Europa, anche se il condizionale è d’obbligo dato che al momento si parla di progetti – alcuni approvati altri ancora no – che potranno essere realizzati o meno.

Il fotovoltaico, come abbiamo visto in diverse nostri articoli, è entrato in una corsa al ribasso per il costo dell’energia prodotta. Ricordiamo l’esito dell’asta di Dubai lo scorso maggio, dove il prezzo finale è sceso al livello record di appena 2,99 centesimi di dollaro per kWh offerto dal consorzio vincitore (vedi QualEnergia.it).

Tuttavia alcuni analisti cominciano a domandarsi se questi valori siano realistici o, invece, frutto di precise strategie dei colossi energetici per conquistare e poi monopolizzare il mercato delle rinnovabili.

Secondo un’analisi di Renewables International ci sarebbero delle cattive notizie. Rimanendo a Dubai, ai primi di luglio molte compagnie avevano deciso di abbandonare l’asta competitiva per il progetto Sweihan da 350 MW di fotovoltaico, perché temevano che i prezzi sarebbero scesi eccessivamente.

Spostiamoci in un altro settore. Sempre all’inizio di luglio, il colosso dell’eolico offshore Dong Energy ha piazzato l’offerta migliore per il futuro parco marino di Borssele, in Olanda (700 MW di potenza cumulativa): appena 7,27 centesimi di € per kWh, pari a cinque centesimi meno del prezzo massimo fissato in partenza.

Sono tutte cifre che mettono fuori mercato la maggior parte delle società delle rinnovabili, lasciando la possibilità di competere solo a quelle finanziariamente più solide e in grado di ottenere le migliori condizioni possibili dalle banche.

E dunque abbiamo un un rischio: che il consolidamento di pochi giganti porti a un mercato molto meno aperto e concorrenziale di quanto si potesse prevedere qualche anno fa.

Autore: QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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