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Borse: agosto si chiude con il segno più, DB e Commerzbank verso nozze?

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Chiusura contrastata per le borse europee che sono riuscite comunque a chiudere per il secondo mese consecutivo con una performance positiva. L’attenzione rimane rivolta a Wall Street che, se dovesse terminare oggi almeno sopra la parità, chiuderebbe il sesto mese consecutivo con il segno più, cosa che non accadeva da inizio 2013.

Dopo il buon rialzo di ieri, oggi gli operatori sono apparsi un po’ più cauti. Il settore bancario è rimasto un po’ più sostenuto dalla notizia riportata da alcuni media sulla possibile fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank, rispettivamente banca numero uno e numero due in Germania.

I colloqui tra i vertici delle due banche sarebbero proseguiti un paio di settimane, salvo poi concludersi negli ultimi giorni tra dubbi e criticità. Le dimensioni degli istituti, difatti, creerebbero non poche difficoltà in termini di antitrust, pertanto rimane, a nostro avviso, un’ipotesi poco realistica.

Intanto sul mercato continuano a muoversi le aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Fed, man mano che vengono pubblicati i dati macro. Dopo la buona lettura della fiducia dei consumatori rilasciata ieri, che si è attestata ai massimi da quasi un anno, oggi sono state le stime ADP sui nuovi posti di lavoro del settore privato dell’economia a battere, seppur di poco, le attese del mercato.

Ad agosto sono stati creati 177 mila nuovi posti di lavoro contro attese di 175 mila unità, grazie soprattutto al comparto dei servizi. Positiva anche la revisione al rialzo del dato di luglio, passato a 194.000 da 179.000.

Gli investitori sperano, a questo punto, su una lettura incoraggiante anche del report sui Non Farm Payrolls in agenda questo venerdì, le cui aspettative rimangono fissate a +175 mila unità. L’apertura di molti governatori Fed, su tutti Janet Yellen e Stanley Fischer, a un possibile e imminente rialzo dei tassi d’interesse hanno incrementato l’attenzione del mercato verso i dati macro.

Probabilmente dei dati sorprendentemente positivi (sopra le 300 mila unità) potrebbero aumentare sensibilmente le aspettative su un rialzo tassi già nella riunione di settembre, mentre dati intorno o poco sotto le 200 mila unità si sposerebbero con un ritocco solo a dicembre. Solo delle figure sotto le 100 mila unità potrebbero allontanare questa view.

Ad ogni modo, crediamo che il tenore dei prossimi dati possa contribuire a ricalibrare le probabilità di un rialzo solo in misura frazionale, mentre la grande scommessa sul timing continua a ricadere sull’appuntamento di dicembre, come confermano anche i Fed Funds Future (58% rialzo).

Tutto ciò si traduce sui mercati con un rafforzamento del dollaro verso le principali valute mondiali. Stamane il cambio USD/JPY ha aggiornato i massimi da oltre un mese, spingendosi verso 103,50, mentre il cross EUR/USD è sceso sino a 1,1120, minimi dal 10 agosto scorso.

Ci aspettiamo che il cambio possa arrivare a stabilizzarsi sino a 1,0950-1,10 già venerdì nel caso di un dato incoraggiante sui NFP. Difficile aspettarsi discese marcate, dato che un forte apprezzamento del biglietto verde non dovrebbe essere gradito dalle aziende e dagli esponenti Fed.

Proprio il dollaro forte starebbe mettendo pressione alle commodity, con l’oro che oggi è sceso sino a 1.304 dollari/oncia, minimi dal giorno post referendum Brexit. Male il petrolio, che ha risentito anche del balzo delle scorte statunitensi.

VINCENZO LONGO
Market Strategist IG

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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