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Storie di Campioni: Luigi Piva una vita da Algo-trader

Bolognese, classe ’68, Luigi Piva è un trader algoritmico, uno di quelli che prima di metterci i soldi (o farli mettere ai propri clienti) codifica un’idea, la testa e poi, forse, ne possiamo parlare. 

D: Quindi vade retro discrezionale?

R: Ho provato per brevissimo tempo all’inizio della mia carriera da trader ma non faceva davvero per me. Comunque bravo chi riesce.

D: Hai iniziato subito con il trading in proprio?

R: No. La mia prima esperienza sui mercati l’ho fatta per via indiretta, diciamo. Lavoravo presso un agente di cambio a Bologna; prima trasformatasi in Sim, quindi comprata da una banca ed infine venduta verso la fine degli anni ’90. Una bellissima esperienza, soprattutto formativa.

D: Formativa in che senso?

R: Anzitutto gli errori, sia miei che quelli dei clienti, e poi il rapporto con le persone. Con i colleghi, con i titolari e soprattutto con i clienti. Ce ne sarebbero di aneddoti, anche divertenti.

D: Ad esempio?

R: C’era il mitico macellaio di quartiere che chiamava dal negozio per chiedermi della chiusura di Tokio o di NewYork. Per poi magari comprare 4 Fib (il futures sull’indice di Borsa italiana dell’epoca – nda) perché “…me lo sento…”. Ovviamente non è durato a lungo. Tracollo economico, crisi familiare, divorzio, etc etc. Cmq mi risulta che alla fine si sia sistemato e no, non fa più trading.

D: Cos’è successo dopo la chiusura dell’agente di cambio/sim?

R: Prima una breve esperienza come promotore finanziario. MI sembrava la cosa più logica ma non faceva proprio per me. Nel 2002 ho iniziato a fare trading: essenzialmente futures, soprattutto sull’indice italiano (il fib di cui sopra – ndr) ma anche su Btp e Bund. Comunque quasi subito ho iniziato ad interessarmi di trading system e statistica applicata al trading.

Nel 2004 ho scritto un libro e di li a poco mi sono trasferito a Londra per iniziare una carriere nella gestione.

Nel 2012 sono rientrato in Italia ma tengo costantemente i contatti con Londra, infatti è lì che ho fondato la Quantlab (2013), una società che si occupa di ricerca in ambito algoritmico.

D: E i Campionati?

R: Li ritengo utili e tutto sommato divertenti. Ho partecipato 4 volte. In un caso ho mollato a metà (problemi personali/professionali), nelle altre tre volte sono arrivato sul podio nel 2008 (secondo sui futures con +37,56% – nda) e nel 2011 (primo sempre sui futures con 60,74% – nda). La cosa divertente è che nel 2009 ho realizzato il 40% ma sono arrivato settimo. Questo però è il suo bello, perché ti da un metro di paragone tra la tua operatività ed il mercato. Certo ti può semplicemente capitare di confrontarti con delle gente troppo brava ma alla fin fine ti permette comunque di avere un elemento di valutazione.

D: Ti va di dare qualche consiglio a chi inizia?

R: Consiglio è una parola impegnativa, diciamo che posso dare la mia personale opinione.

Credo che la prima fase del trading debba essere in paper (sulla carta), con una contabilità molto precisa. Si capiscono molte cose in questo modo. Poi iniziare con importi piccoli. Insomma occorre prendersi il giusto tempo. Alla fin fine si sta imparando un nuovo mestiere e neppure dei più facili.

D: E per i neofiti dell’algoritmico?

R: Darei tre spunti: il primo è scegliere il linguaggio ed il software in base alle proprie competenze. Saranno gli strumenti di lavoro e occorre essere a proprio agio con essi. Secondo farsi almeno una cultura di base, per poi decidere dove ‘spingere’. In giro c’è molto free, non tutto è da buttare ma occorre esercitare un sano scetticismo.

In ultimo ma più importante codificare e testare le idee, ma soprattutto credere ai test (ed in seguito ai risultati) e non alle proprie convinzioni.

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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