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ALERT: Come ti salvo MPS (ma con l’aiutino da casa)

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La giornata borsistica è stata veramente euforica.
Lasciamo perdere le motivazioni più o meno difendibili e cerchiamo di capire invece le ultime e per nulla sorprendenti (per il sottoscritto) novità su Monte dei Paschi.
Come ben sapete, molto del piano di ricapitalizzazione rischiava di essere subordinato all’esito del referendum.
Esce il NO, Panico a Siena.
Ma MPS non può essere abbandonata così. Ed ecco che in tempi record, scatta quello che era già in agenda. Il piano B.
E il piano B, come già detto in passato, poteva solo prevedere l’intervento pubblico, che andasse a garantire capra e cavoli.
Ma il Piano B deve avere un attore che sia d’accordo, che sarebbe poi il MEF, e poi deve ottenere il “nulla osta” da parte di Francoforte (BCE).
Ed ecco che nel pomeriggio già qualcosa si muove…

(…) In sostanza la banca, in ottemperanza alle disposizioni di Bruxelles, potrebbe azzerare il valore delle azioni e ridurre notevolmente quello delle obbligazioni subordinate attraverso una conversione obbligatoria in equity. In un caso di questo genere, però, è molto probabile che Via XX Settembre allarghi il proprio spettro d’azione e si prepari a intervenire nel capitale di altre tre-quattro banche con evidenti problemi patrimoniali. Politicamente converebbe infatti sfruttare la scia del salvataggio di Mps per chiudere una volta per tutte le falle del sistema bancario con un investimento complessivo fino 20 miliardi. Con Atlante quasi a corto di munizioni e il Fondo Volontario stremato dallo stillicidio di interventi non si vedono peraltro molte alternative all’intervento diretto dello Stato. Per attenuare l’effetto del burden sharing non si esclude peraltro che vengano messi in campo strumenti finanziari speciali destinati esclusivamente agli azionisti e agli obbligazionisti retail. Il mercato sembra dare ragione a queste ipotesi. Già ieri la convocazione del consiglio di amministrazione era stata spostata a mercoldì pomeriggio, ma non sono esclusi altri rinvii in base all’evoluzione degli eventi. (MF

Mamma mia che botta! La mano dello stato che interviene massicciamente per salvare MPS ma non solo. Cogliere l’occasione per fare un bel bail out anche a favore delle altre istituzioni finanziarie. Benzina gettata sulla cenere delle banche che, in borsa, non aspettava altro per tornare ad ardere. E così è stato.
Ma non è tutto. Ecco che poi in serata arriva un’altra interessante notizia.

(Reuters)  – Se Mps avrà bisogno di capitale pubblico per portare avanti il piano di salvataggio, il governo ha pronto un decreto che consentirebbe al Mef di comprare obbligazioni subordinate in mano a investitori retail per poi convertile in azioni.(…) “La conversione fatta dagli obbligazionisti subordinati istituzionali resta e il decreto serve a evitare che venga colpito il retail”, ha detto una delle fonti. “Lo Stato aumenterebbe la sua partecipazione in Mps attraverso la quota in mano agli obbligazionisti subordinati retail”, ha aggiunto.

Eccolo qui l’aiutino da casa. Il MEF compra direttamente bond dai risparmiatori. Presumo al nominale. E poi li converte in azioni. Una manna dal cielo per i possessori di bond subordinati ma… questa è una socializzazione delle perdite. Ovvero, il risparmiatore nonché detentore dei bond subordinati non perde nulla, ed il costo viene spalmato sulla collettività. Manovra old style insomma. E quindi proprio tu che ora sei a casa e stai leggendo questo post, a tua insaputa, sappi che stai aiutando MPS nel suo ennesimo piano di salvataggio.

(…) La seconda fonte, governativa, conferma: “Sostanzialmente lo Stato compra i bond dagli investitori retail e converte le obbligazioni in capitale. Il governo è pronto e attiverà il piano se dovesse servire”, ha detto. (Reuters)

Due inizi fanno una prova, si dice in gergo. E questa operazione sarebbe la garanzia che è necessaria per far andare a buon fine la ricapitalizzazione. Infatti ricordiamo che Mps deve raccogliere 5 miliardi di capitale entro fine anno e ha finora avuto l’adesione di bondholder subordinati istituzionali per un miliardo circa. L’aumento della quota dello Stato, già presente con il 4%, dovrebbe favorire secondo una delle fonti l’adesione anche di investitori anchor come il Qatar, che si impegnerebbe fino a 1,5 miliardi secondo altre due fonti.
Insomma, MPS ormai è sulla strada del salvataggio. Ma chi paga come sempre è pantalone a cui viene fatto l’ennesimo pacchetto (in periodo natalizio, tra l’altro).

PS: vi riposto questo simpatico grafico…

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STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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