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Super Mario Run accusato di sessismo, i bimbi non dovrebbero giocarci

Nel caso in cui aveste vissuto sotto una roccia per tutto il mese di dicembre, lo scorso giovedì Nintendo ha rilasciato Super Mario Run. L’idraulico più famoso al mondo è sbarcato, sbancando, per la prima volta in assoluto sui dispositivi mobile della concorrenza. In pochi giorni il gioco è stato scaricato 40 milioni di volte, con il rilascio avvenuto in 151 nazioni differenti. Si stima che – dati Sensor Tower alla mano – Nintendo abbia fatturato oltre 20 milioni di dollari con il nuovo titolo.

Ma non tutti sembrano contenti. Le azioni Nintendo sono piombate ad un preoccupante -11% dal rilascio delle prime recensioni da parte degli utenti, che lamentano soprattutto un prezzo troppo elevato per il gioco completo, 9,99 euro una tantum, mentre pare che sarebbero state apprezzate maggiormente le metodiche tradizionali degli acquisti in-app con cui si comprano bonus speciali con piccole somme di denaro. In Italia Super Mario Run ha 2 stelline su 5.

Ma sembra ci sia un altro problema a fare ombra sul successo dell’idraulico italiano su mobile: secondo alcuni il gioco è infatti intriso di un sessismo ormai anacronistico che poteva andare bene nel 1985, quando Super Mario faceva capolino per la prima volta sulle piattaforme di Nintendo: “Il sessismo comincia da una delle prime schermate del gioco, dove la Principessa Peach sprona Mario a raggiungerla al castello per una festa, aggiungendo, ‘Ti preparerò una torta'”, scrive Recode.

È stato il celebre sito americano a lanciare l’originale accusa nei confronti di Super Mario Run, che comunque si è diffusa nei giorni scorsi a macchia d’olio via social, ma non solo. Anche Chris Suellentrop del New York Times si è scagliato contro l’ingenua scelta di mantenere le norme sociali in vigore nelle decadi scorse in un gioco del 2016, definendo Super Mario Run come un gioco “non adatto ai bambini”, conclusione che comunque viene condivisa da molti.

Recode cita ad esempio Caroline Sinders, ricercatrice e designer esperta sul machine learning: “La nostalgia non è un sentimento cattivo, ma la domanda è di cosa siamo nostalgici? Mario e gli altri personaggi del gioco sono personaggi infantili fondamentali di cui un sacco di americani sono affezionati. Non credo che molti di questi siano nostalgici del fatto di salvare la Principessa Peach, ma sono nostalgici soprattutto di vivere le avventure con Mario”.

“In un’era in cui possiamo guardare Frozen o Moana, l’approccio del gioco non va bene”, sono stati altri commenti sul web di esperti del settore videoludico. Insomma, la principessa che aspetta inerte il suo eroe che viene a salvarla è ormai un cliché che viola il ruolo della donna nel mondo moderno. Ma non per tutti il nuovo runner game di Nintendo avrà effetti nefasti sulla società: “Almeno qui la principessa è vestita”, è stato il commento di Aileen Lee di Cowboy Ventures.

Autore: GAMEmag – Videogames

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