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TRUMP EUPHORIA!

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Ieri all’improvviso un’esplosione di ottimismo nell’indagine della  Federazione Nazionale della Independent Business (NFIB), le cosidette piccole e medie imprese americane…

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L’indice Nfib (National federation of independent busineess), che misura il sentiment delle piccole aziende americane, ha segnato netto miglioramento nel mese di dicembre. L’indicatore si è attestato a 105,8 punti, contro i 98,4 rilevati a novembre. Il dato ha superato di molto le attese degli analisti che avevano previsto un miglioramento a 99,5 punti.

I piccoli imprenditori si aspettano migliori condizioni di lavoro, peccato che nonostante la grande iniezioni di ottimismo, l’attività di assunzione è rimasta piatta! Trovare lavoratori qualificati resta un problema persistente per i proprietari delle piccole imprese.

Per carità ben venga l’ottimismo e l’euforia, ma se Trump deluderà le attese sarà un inferno, ma di questo ne parleremo in dettaglio nel prossimo Machiavelli di fine mese, abbiamo tante sorprese da raccontarvi a partire dalla storia.

Nell’indagine si evidenzia che l’appartenenza dei piccoli imprenditori al partito repubblicano è talmente sproporzionata che è possibile che stiano sopravvalutando le possibilità della nuova amministrazione rispetto alla precedente. Il presidente delle NFIB sostiene che gli imprenditori si sentono pronti a prendere nuovi rischi e a fare nuovi investimenti… sempre che lo Stato tanto odiato ci metta tanti soldini aggiungo io come crediti di imposta. ;-)

A che serve la fiducia se non è accompagnata dall’azione si chiede il nostro Mike Shedlock, l’aumento della fiducia non ha senso se non è accompagnato dall’azione.

NFIB-2017-01

Circa 88 % del rialzo dell’indice è dovuto solo a semplice euforia! Nulla di interessante sul lato dell’aumento dell’occupazione, nessuna aspettativa di aumentare le merci nei magazzini o delle spese in conto capitale, addirittura le opportunità di lavoro attuale sono viste in declino.

E’ come cercare di tagliare le tasse a chi il lavoro non ce l’ha, ma diamo 100 giorni di tempo all’euforia e all’illusione, io una mia idea me la sono già fatta studiando la storia.

Dopo la sbornia di ottimismo generata dalla vittoria a sorpresa del tycoon, accreditato di politiche favorevoli alla crescita, sui listini riaffiorano i dubbi del recente passato: anche la Brexit torna a preoccupare. Incertezze sottolineate nel rapporto Global Economic Prospects.Come nota Bloomberg, l’inquietudine si vede sul mercato valutario con la sterlina che soffre le ipotesi di Brexit dura e lo yuan cinese in preda a forti movimenti nonostante lo sforzo della Banca centrale di tenerlo sotto controllo. Secondo Yukio Ishizuki, strategist at Daiwa Securities a Tokyo, in questo momento i mercati sono in una fase di “esitazione”. Certo, “la forza dell’economia americana rende naturalmente attraente il dollaro, ma viste le alte aspettative che si sono create sulle politiche di Trump” ora i mercati si trovano in una fase di leggera correzione.

Noi ci aspettiamo che l’euforia continui sino alla prossima settimana, l’euforia che dimentica alcuni particolari scolpiti nella storia…

Donald Trump e la Brexit sono gli stessi fattori citati oggi dalla Banca Mondiale per motivare la revisione al ribasso delle stime sulla crescita globale. Nel rapporto semestrale Global Economic prospects, è detto espressamente che le incertezze legate all’azione dell’amministrazione Trump e alle conseguenze della Brexit rischiano di compromettere la ripresa dell’economia globale nel 2017 e nel 2018. Il rapporto sottolinea come il 2016 sia stato l’anno più debole per la crescita mondiale dopo la grande crisi del 2008-2009 e ammonisce sul fatto che le pressioni protezionistiche continueranno ad aumentare nei prossimi mesi su entrambe le sponde dell’Atlantico, mettendo in pericolo ogni tentativo di ripresa.La Banca mondiale abbassa le stime sulla crescita globale

Non diciamo fesserie le stime dovevano essere già abbassate perchè siamo alla fine del ciclo economico, Cina, America e Europa comprese, altro che Brexit e Trump.

Questi soloni, devono ficcarsi bene in testa che con il debito globale salito di oltre il 45 % dalla fine della crisi, ripeto dalla fine della crisi, con questa enorme massa di debito non c’è scampo per un’eventuale prosecuzione della ripresa anemica di questi anni.

In particolare si spiega come il piano fiscale promesso da Trump, caratterizzato da un massiccio taglio delle tasse su persone e imprese, può accelerare la crescita degli Stati Uniti e quindi globale. Ma questo obiettivo – si aggiunge – può essere offuscato da una politica commerciale troppo aggressiva, col rischio anche di rappresaglie che finirebbero per indebolire ulteriormente l’economia Usa. Vedi i pericoli legati a una eventuale guerra dei dazi con la Cina.

Per noi di Icebergfinanza la guerra commerciale è una certezza, su questo non abbiamo alcun dubbio, non sono le parole a fare la storia, ma gli uomini e i fatti!

Quanto infine alle materie prime, il petrolio dopo i forti cali di ieri torna a crescere, sull’aspettativa che i paesi Opec e non si attengano al piano per la riduzione della produzione…

Ma davvero qualche anima ingenua pensava che i paesi Opec si attenessero alla riduzione della produzione? Qualcuno ha mai letto la storia dell’Opec?

Uno dei primi passi della nuova amministrazione Trump sarà quello di dare il via libera all’indipendenza energetica americana, l’America esporterà petrolio e gas ovunque, quindi per il prezzo del petrolio non c’è scampo.

Buona euforia a tutti, lo spazio di un istante, l’ultimo volo dell’araba fenice prima di ….

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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