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La fregatura Barclays: il mutuo in franchi svizzeri

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Finalmente.. la fine di un incubo

Tra gli anni 2003 e 2009, Barclays consigliava alle famiglie di stipulare un mutuo in euro indicizzato al franco svizzero che la banca proponeva come un mutuo “sicuro” perché indicizzato su una moneta stabile, come quella elvetica.

Il problema è nel fatto che nei contratti era presente una clausola che prevedeva, in caso di estinzione anticipata, che il residuo in euro venga convertito in franchi svizzeri. Alla fine del 2014, il franco svizzero si apprezza sull’euro e le famiglie si trovano di fronte al grande inghippo.

Scoprono di dover restituire a Barclays cifre da capogiro per effetto della clausola di estinzione anticipata. Fino a quel momento, le famiglie non si erano rese conto del debito che stavano accumulando perché la banca, con scarsa trasparenza, mandava gli estratti e i piani di ammortamento essenzialmente in euro. Quando alcuni clienti iniziano a ciedere a Barclays i conteggi estintivi per chiudere il mutuo o surrogarlo scatta l’allarme generalizzato e lo scandalo.

In pratica Barclays impedisce a chi ha sottoscritto questo mutuo di estinguerlo in anticipo viste le cifre spropositate che i mutuatari dovrebbero versare.

Nella primavera dello scorso anno, attraverso Altroconsumo, alcuni clienti hanno depositato un’azione inibitoria davanti al giudice che ha affermato che la clausola sull’estinzione anticipata è vessatoria. Essa è scritta infatti in maniera non chiara e dunque impedisce al consumatore di fare delle scelte consapevoli e corrette. Il singolo può quindi ora chiedere la sua eliminazione con un’azione individuale.

Nel dicembre scorso poi, l’Arbitro Bancario e Finanziario del tribunale di Roma, condanna il colosso inglese Barclays a pagare oltre 85mila euro a un ex cliente che aveva sottoscritto un mutuo in franchi svizzeri proprio per la poca chiarezza del contratto e per la poca chiarezza utilizzata dai propri consulenti che ne hanno nascosto la rischiosità dell’investimento.

Il cliente che ha avviato il contenzioso, al momento dell’estinzione, si era trovato a dover saldare, oltre ai 220 mila euro di debito residuo, anche 75 mila euro per il conguaglio del tasso di cambio in franchi svizzeri.

Il giudice ha inoltre definito come forzata e poco chiara la modalità di calcolo e richiesta di “rivalutazione” e condannando per mancanza di trasparenza la clausola che ha prodotto “un significativo squilibrio ai danni del consumatore”.

Tuconfin, l’associazione che si batte per portare avanti le ragioni delle vittime di questo tipo di finanziamenti e che ha avviato una causa comune dei propri soci contro Barclays definisce il verdetto come un risultato che “farà sicuramente bene” a tutti coloro che decidono di non arrendersi e recuperare i propri soldi.

Lo speriamo anche noi.

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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