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IL FANTASMA DEL DOLLARO: CROLLA IL PIL AMERICANO!

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Poche chiacchiere e molti grafici, ma davvero c’è ancora qualche ingenuo che si domanda per quale motivo un uomo come Trump ha vinto le elezioni americane visto che tutto andava a meraviglia, piena occupazione e crescita economica?

United States GDP Growth Rate

Per la prima volta con la più imponente dose di stimoli monetari e fiscali della storia l’economia americana cresce nel 2016 ( revisioni successive escluse )  meno del 2 % la media del ultimi anni, ovvero solo 1,6 % ANNUALIZZATO!

Il Pil Usa rallenta a sorpresa: cresce “solo” dell’1,6%

MILANO – Nell’intero 2016 il Pil degli Stati Uniti è salito “soltanto” dell’1,6%, la crescita più lenta dal 2011. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato diffuso dal Dipartimento al commercio americano, secondo cui il Pil è cresciuto dell’1,9% nel quarto trimestre. A pesare il fatto che sull’espansione della prima metà dell’anno ha inciso in negativo il calo del petrolio e il rafforzamento del dollaro, fattori che hanno minato i profitti e gli investimenti aziendali.

Nel 2015 la crescita era stata del 2,6%, l’anno migliore dal 2006, sopra la media del 2,1% all’anno registrata dal 2010, il primo anno intero dopo la recessione. Per fare un paragone, la crescita media negli anni novanta era stata del 3,4% all’anno.

 Le esportazioni nette hanno sottrato 1,7 punti percentuali al pil, la cifra più alta.

Ma davvero in circolazione c’è ancora qualche ingenuo che crede che la Federal Reserve alzerà i tassi per ben tre volte nel 2017?

In molti mi hanno scritto perchè non parlo più del GDPnow della Fed di Atlanta che ha per l’ennesima volta clamorosamente fallito l’obiettivo con una differenza di un punto, 2,9 % previsto contro 1,9 % uscito venerdì.

Da tempo il cambio di metodologia ha portato questo strumento previsionale ha sovrastimare sensibilmente la crescita americana, peccato perchè in passato aveva dato prova di buona affidabilità.

Sotto la superficie però questo dato è molto peggiore di quello comunicato, visto che le rimanenze di magazzino ottenute con unaccumulo di scorte hanno aggiunto un punto intero al dato complessivo.

A differenza di quello che scrive la Repubblica sull’articolo riportato non ha inciso il calo del petrolio ma viceversa il dato sulle esportazioni nette testimonia un aumento dei prezzi del petrolio in combinazione con un dollaro che per il momento non sta ancora intaccando sensibilmente le esportazioni. Mi attendo a breve suggerimenti alla Banca centrale americana di rinviare l’aumento dei tassi visto il dollaro forte.

Non solo sarà davvero interessante osservare per quanto tempo ancora gli investimenti rersidenziali con tassi in deciso aumento possono sostenere la crescita.

Togliendo questi due fattori positivi la crescita americana nel quarto trimestre sarebbe stata del 0,56 %!

Hei bellezza, ma in giro oltre a scrivere fesserie c’è ancora qualcuno che si degna di guardare i dati, di riportare la verità?

treMa davvero c’è ancora qualcuno disposto a credere che alla fine di un ciclo economico globale, con il commercio mondiale in evidente affanno, Trump riuscirà a far ripartire l’America seminando guerre commerciali e protezionismo?

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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