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Maxi operazione anti-pirateria in Italia: la GdF oscura 50 siti illeciti

Le Autorità italiane stanno eseguendo il sequestro preventivo di 50 domini web pirata che rendevano disponibile un vastissimo catalogo di quotidiani costantemente aggiornato in maniera del tutto gratuita ed integrale, oltre che naturalmente illegale. Il sequestro è stato emesso dal Gip del Tribunale di Roma in risposta all’esito di un’indagine condotta dal Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l’Editoria per conto della Procura della Repubblica di Roma.

I siti coinvolti nel sequestro fornivano “l’illecita fruizione di tutte le principali testate nazionali”, si legge nella nota pubblicata dal SIAC (Sistema Informatico Anticontraffazione), e anche di alcuni quotidiani esteri. Fra le tante testate coinvolte citiamo: Corriere della Sera, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, La Stampa, Il Giornale, Italia Oggi, Libero, Il Messaggero, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Tuttosport. Non solo quotidiani ma anche periodici di larga diffusione all’interno di questi portali, come Panorama, Chi, TV Sorrisi e Canzoni, Focus, Cosmopolitan, Fashion Magazine, Vanity Fair, Elle e Gente.

Nella lista divulgata dalla SIAC ci sono solo alcuni dei nomi colpiti dalla pirateria italiana, che è stata presa di mira dalle Autorità per mezzo di un’operazione chiamata ODISSEA 2 che “rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa” condotta su specifiche direttive del Comando Unità Speciali della Guardia di Finanza. Nelle indagini sono stati scoperti diversi siti e domini che, utilizzando appositi servizi in grado di assicurare l’anonimato, figuravano come se fossero ubicati fuori dal territorio nazionale. Secondo la GdF si tratta di una “evoluzione delle tecniche criminali di pirateria” utilizzate in Italia.

Si evolvono pertanto anche le metodologie utilizzate nel corso delle indagini: dopo aver sperimentato il metodo “follow the money”, che si basa sulla ricostruzione dei flussi economici prodotti dalla pubblicità integrata sui siti pirata, nell’operazione ODISSEA 2 è stato utilizzato un nuovo metodo chiamato “follow the hosting” con la collaborazione dei provider nazionali. Individuato il sito web illecito, le indagini sono state svolte richiedendo ai provider di verificare sui propri server la presenza di un servizio “Web Hosting, Cloud Hosting, VPS Hosting, Server Dedicato”, oppure la fornitura di un servizio per la registrazione del nome a dominio.

Così si identifica chi c’è alla base dell’attività criminale rendendo inefficace l’adozione dei sistemi di anonimato utilizzati per coprire le condotte illecite. Di recente infatti i criminali hanno cercato di spostare le modalità di monetizzazione dal mero banner a qualcosa di più complesso: il profitto “è ora costituito dagli utili derivanti dalla sottoscrizione di abbonamenti presso i ‘cloud service’, affinché ogni utente possa fruire illegalmente delle opere multimediali tutelate”. I 50 domini messi a sequestro hanno consentito la fruizione illegale del materiale a milioni di utenti.

Complessivamente, negli ultimi tempi, la Guardia di Finanza ha oscurato ben 249 siti a tutela del diritto di informazione e a contrasto dei gravi danni al settore dell’editoria del nostro Paese, la cui perdita negli ultimi cinque anni ammonta a circa 2 miliardi di euro, con una riduzione del fatturato del 32%.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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