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Idrogeno e reti intelligenti nel futuro prossimo della Puglia

Idrogeno e reti intelligenti nel futuro prossimo della Puglia

(Rinnovabili.it) – “Il tema delle soluzioni tecnologiche per lo stoccaggio e la gestione della produzione e della domanda variabile di energia elettrica è particolarmente rilevante per la Puglia, regione che produce più energia di quanta ne consumi, soprattutto utilizzando fonti rinnovabili”. Così Vito Albino, commissario straordinario dell’ARTI ha parlato dal palco della conferenza conclusiva del progetto Ingrid. Iniziativa di ricerca europea, Ingrid lavora dal giugno 2012 su un preciso obiettivo: dimostrare come e in quale misura le più recenti tecnologie ICT per il monitoraggio delle smart grid, unitamente allo stoccaggio dell’idrogeno, consentano l’integrazione delle rinnovabili nel bilanciamento della domanda e dell’offerta di energia.

Per la sperimentazione non poteva esserci un territorio migliore di quello pugliese, che partecipa al progetto tramite l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione ARTI. Nel 2016 infatti, la capacità fotovoltaica istallata nella regione ha raggiunto 2.490 MW, 16 volte l’obiettivo previsto dal Piano Energetico Regionale (150 MW per lo scorso anno). In pochi anni la quota di rinnovabili è cresciuta fino a regalarle veri primati nella produzione di energia elettrica green, con importanti effetti sulle reti elettriche regionali. E oggi, la Puglia è la prima per esportazioni di energia elettrica in Italia: circa la metà della propria produzione di energia è esportata (a fronte di una produzione di energia elettrica lorda pari a 38.102 GWh per il 2014, i consumi si attestano solo a 17.050 GWh).

“Partecipare a INGRID -aggiunge Albino – è stato dunque importante, anche perché il progetto ha consentito di sperimentare una soluzione specifica attraverso un dimostratore che oggi è stabilmente presente sul territorio pugliese”. Ingrid si proponeva di offrire una soluzione tecnologica al problema della discontinuità e dei picchi di sovrapproduzione di energie rinnovabili. Come? Attraverso lo stoccaggio in forma di idrogeno allo stato solido del surplus di energia elettrica da fonti rinnovabili, che altrimenti andrebbe disperso.

Per dimostrare la validità della soluzione prospettata, è stato costruito un impianto sperimentale a Troia (FG), un’area caratterizzata dalla presenza di un numero elevatissimo di impianti eolici e fotovoltaici: a causa sia dei picchi di produzione, sia dell’attuale insufficiente capacità di trasporto delle reti elettriche, l’energia non può essere direttamente utilizzabile in loco né trasportabile. L’impianto pilota, da 39MWh, è costituito da un elettrolizzatore da 1.2MW, un sistema di accumulo dell’idrogeno solido, una cella a combustibile e sistemi ICT di monitoraggio e controllo in tempo reale. Sfruttando l’energia solare ed eolica, l’idrogeno prodotto dall’elettrolizzatore in forma gassosa viene assorbito da dischi di magnesio, che formano composti stabili con l’idrogeno chiamati idruri di magnesio e consentono di conservarlo in forma solida.

In questo modo, il vettore può essere trasportato in maniera sicura e messo a disposizione di utilizzatori industriali, oppure può essere impiegato come combustibile a zero emissioni per la mobilità elettrica. Inoltre, grazie alla cella a combustibile, l’idrogeno accumulato può essere nuovamente convertito in energia elettrica e re-immesso nella rete quando le condizioni di carico lo consentono.

Autore: Rinnovabili

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