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Economia

WALL STREET: forse qualche temporale estivo ma nulla di più

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Agosto, mese tipicamente estivo con poche transazioni, si rivela un mese che potrebbe avere un andamento abbastanza piatto.  [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i buoni dati del mercato del lavoro Usa hanno apportato ulteriore ottimismo sui mercati finanziari internazionali, e confermato che la crescita economica globale prosegue, a ritmi sempre moderati, e  senza particolari pressioni inflazionistiche. Uno scenario in voga, peraltro, da oltre 8 anni, che sorprende sia per le sue peculiari caratteristiche che per la sua eccezionale durata, e che alimenta un ormai storico ed interminabile up-trend dei mercati azionari Usa e mondiali.

A livello contingente, invece, i 203 mila nuovi posti di lavoro Usa, hanno prodotto effetti molto circoscritti sullo scenario intermarket. L’effetto più evidente si è registrato sul mercato valutario. La nuova dimostrazione di vitalità dell’economia Usa ha, infatti, temporaneamente arrestato il down-trend del dollaro americano. Il rimbalzo dello 0,3 % potrebbe tuttavia rivelarsi effimero e non rappresentare una seria inversione del processo di deprezzamento della valuta Usa, dichiaratamente auspicato e voluto dalla nuova Amministrazione Trump. Il deprezzamento del dollaro, oltre a danneggiare l’economia di Europa e Giappone, non favorisce un deciso apprezzamento delle quotazioni delle commodities, che negli ultimi 9 mesi hanno perso il 12,8 % del loro valore in termini reali. Circostanza, quest’ultima, che danneggia i paesi produttori, frenando la crescita economica sia a livello interno che internazionale. Il mercato obbligazionario, invece, non registra sostanziali novità. E’ dall’elezione di Trump che il rendimento dei bonds decennali Usa galleggia stancamente tra il 2,15 ed il 2,60 %. D’altra parte le promesse elettorali di una maggior crescita economica sono state finora tutte disattese. Le quotazioni azionarie, invece, continuano a lievitare. In quest’ultima ottava è stato il vecchio Dow ha stabilire un nuovo significativo record storico, oltrepassando la fatidica quota di 22.000 punti.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 28.049
Large Traders : + 37.318
Small Traders : – 9.269

Trova pertanto ancora conferma la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Nell’ultima ottava registriamo, tuttavia, variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 9.719 contratti. In particolare, i Large Traders, evidenziano sintomi di vertigine da alta quota, cedono infatti 6.862 contratti long, e riducono la consistenza della loro attuale posizione Net Long. Gli Small Traders, dimostrano ancor maggior timori, cedono infatti altri 2.857 contratti long, ed accentuano ulteriormente la loro anomala ed inconsueta posizione Net Short. I Commercial Traders sono quindi costretti ad acquistare l’intero lotto dei 9.719 contratti long, ed a ridurre di circa ¼ la consistenza della loro abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, caratterizzate dalle vendite degli operati più deboli, ci segnalano che sul mercato azionario sono comunque attive e presenti delle correnti tese a morigerarne la corsa. La stagionalità e la riduzione dei volumi di scambio favorisce, peraltro, tale intento. Molto probabile pertanto che nelle prossime settimane si assista ad un galleggiare degli indici azionari Usa intorno agli attuali livelli. Sò che in molti si attendono rovesci  più o meno imminenti delle quotazioni azionarie Usa. Personalmente non intravvedo tale pericolo.

Permangono, infatti, del tutto intatte le favorevoli condizioni intermarket, inoltre anche da un punto di vista di analisi interna il mercato appare solido e ben impostato. Certo, come ho già accennato nelle scorse settimane, vi sono alcune sacche di evidente sopravvalutazione e sarebbe pertanto auspicabile una correzione circoscritta, dell’ordine del 3 – 4 %, dagli attuali valori. Allo stato, però, non credo esistano le condizioni nemmeno per tale limitata correzione, molto più probabile, invece, uno stallo intorno agli attuali valori.

Futuro prossimo che si prospetta, pertanto, ancora non negativo, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dall’inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance pari al + 9,16 %. Performance positiva e soddisfacente, ma inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 15,50 %. Una sotto-performance del 6,34 %, che evidenzia che, negli ultimi mesi, il mio portafoglio ha molto sofferto dell’assenza sul nostro listino dell’effetto momentum. Assenza che riteniamo transitoria, e che non fa venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, riduco leggermente dal 77,5 al 75 % le mie posizioni long ed innalzo dal 22,5 al 25 % le posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long pari al 50 % del mio portafoglio . Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

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Autore: Lukas Finanza.com Blog Network Posts

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