L’espressione “economia democratica” vuol dire anche un ampio pluralismo libero e democratico delle imprese private, vuol dire un numero elevatissimo di piccole e medie aziende presenti in un sistema economico o nel territorio di un Paese, la cui operatività asseconda gran parte delle necessità materiali e immateriali della collettività (coincidenti con gli stessi diritti dei cittadini ad avere prodotti e servizi di qualità e in abbondanza), vuol dire un libero mercato non dominato da monopoli o oligopoli privati, ma contrassegnato dalla presenza prevalente di una moltitudine di piccole e medie iniziative imprenditoriali (che hanno pur sempre bisogno di precise leggi democratiche per poter vivere senza subalternità nell’economia di una nazione). In tale prospettiva, siamo di fronte ad un’economia democratica allorquando il capitalismo non è monopolistico o oligopolistico, ma popolare ossia ampiamente partecipato dalle masse popolari. Con questa mia considerazione filosofica, io Gianluigi Cofano ho reso l’espressione nella lingua italiana – ma anche in altre lingue scritte e parlate mediante le traduzioni – “economia democratica” – in quanto piccolo ma significativo mezzo di comunicazione di massa verbale o letterale – anche letteratura filosofica e cultura popolare di stampo filosofico, in grado di trasmettere ai soggetti umani ideali o modelli etico-morali di pensiero e di comportamento pubblico progressisti, e di fare pertanto evolvere lo Spirito o l’Essere spirituale delle persone.
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