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Entro dieci anni costi giù del 60% per i grandi impianti fotovoltaici

La nuova stima è dell’agenzia internazionale IRENA, che prevede a livello mondiale 80-90 GW di potenza FV aggiuntiva installata ogni dodici mesi nei prossimi cinque-sei anni. Le incognite del mercato Usa, Cina sempre in testa, aste molto più competitive anche in Europa.

Fino a che punto si spingeranno i costi al ribasso del fotovoltaico?

Rispondere a questa domanda è sempre stato molto difficile, così come prevedere l’esatta quantità di potenza installata ogni anno nel solare nei diversi mercati.

Le difficoltà aumentano nello scenario attuale di grande incertezza, dovuta alla “guerra delle tariffe” negli Stati Uniti, più in generale alla diatriba tra liberismo vs protezionismo commerciale (analisi di QualEnergia.it sulle politiche dei dazi in Europa e Usa).

Una nuova stima sulle potenzialità del fotovoltaico nel mondo è stata appena comunicata da Adnan Amin, numero uno dell’agenzia internazionale che studia lo sviluppo delle tecnologie pulite (IRENA, International Renewable Energy Agency).

Amin, citato da diversi organi della stampa specializzata nelle rinnovabili, ha dichiarato che il fotovoltaico raggiungerà 80-90 GW di potenza aggiuntiva nel 2018 e che continuerà a crescere con quel ritmo per almeno cinque-sei anni, poiché la Cina, da sola, potrà valere una cinquantina di GW all’anno.

India e Stati Uniti saranno gli altri paesi-chiave del boom solare, con tutte le avvertenze del caso per quanto riguarda però il mercato americano, il cui futuro dipenderà in buona parte dall’eventuale imposizione di tariffe doganali su celle e moduli d’importazione.

A questo proposito, Amin ha spiegato che non sempre è una buona idea difendere l’industria nazionale imponendo prezzi più elevati di quelli che si avrebbero in uno scenario no-tariff, perché “sul lungo termine quello che vuoi fare è ridurre i costi dell’energia”, mentre gli Usa, se applicheranno i prezzi minimi chiesti da Suniva-SolarWorld, andranno nella direzione opposta.

Entro un decennio, ha precisato Amin, i costi delle grandi installazioni FV saranno diminuiti del 60% in confronto a oggi, grazie a diversi fattori, ad esempio i miglioramenti tecnologici soprattutto nei moduli a film sottile per applicazioni architettoniche (BIPV, Building-Integrated Photovoltaics).

Anche i prezzi delle batterie per l’accumulo elettrochimico caleranno moltissimo, nell’ordine del 60-70% in pochi anni, come illustrato nel recente rapporto dell’agenzia su costi e tendenze dello storage energetico (articolo di QualEnergia.it).

Tornando alle previsioni sulla nuova potenza installata, i numeri diffusi da IRENA sono sostanzialmente gli stessi di quelli indicati da GTM Research qualche mese fa: 85 GW nel 2017 – una stima questa che si discosta dalle previsioni iniziali per l’anno in corso, molto più conservative – per poi salire fino a 90-110 GW/anno nel periodo 2019-2022.

Di certo le aste competitive stanno correndo a velocità inaspettate, basti vedere quanto successo in Arabia Saudita con l’ultima offerta record da 17 $ /MWh per un impianto utility-scale da 300 MW.

Il rischio, per il mercato americano, è che le probabili tariffe “punitive” sui prodotti solari FV importati faranno perdere terreno ai grandi progetti fotovoltaici, deprimendo la domanda di pannelli che invece proseguirà la sua espansione altrove, in Asia soprattutto e anche in certi paesi europei.

In Germania il nuovo fotovoltaico produrrà energia a meno di 50 €/MWh (vedi QualEnergia.it), in una discesa dei costi di generazione delle rinnovabili che sembra inarrestabile ed è trasversale, perché coinvolge non solo il solare, ma anche l’eolico a terra e gli impianti offshore.

Autore: Luca QualEnergia.it – Il portale dell’energia sostenibile che analizza mercati e scenari

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