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DVB-T2: nuova fase del digitale terrestre per far posto al 5G

L’esigenza principale è quella di lasciare spazio al 5G all’interno dello spettro delle frequenze secondo quanto deliberato dalla Commissione Europea, che sta gestendo proprio la transizione alla nuova modalità di comunicazione della telefonia mobile. Frequenze che sono attualmente occupate proprio dal digitale terrestre di prima generazione.

Il DVB-T2, invece, permetterà di trasmettere più canali in meno spazio e per questo dovrà essere messo a disposizione di tutti gli italiani entro l’1 luglio 2022, così come ratifica la nuova Legge di Bilancio all’interno dell’articolo “Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”. Entro il 31 marzo 2018 l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà definire ”le procedure per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze radioelettriche”. L’Agcom dovrà anche stabilire le frequenze da destinare al servizio televisivo in digitale terrestre, ovvero il cosiddetto PNAF.

DVB-T2

Il passaggio allo standard DVB-T2 libera le frequenze cosiddette nobili, della banda dei 700 MHz, comprese tra i 694 e i 790 MHz, e le assegna alle telecomunicazioni mobili 4G e 5G. Queste frequenze si caratterizzano per un migliore coefficiente di penetrazione negli immobili rispetto alle frequenze con lunghezze d’onda più corte. Si tratta di frequenze che, per questi motivi, si adattano meglio alla navigazione su internet, e che quindi vanno destinate agli smartphone equipaggiati con i moduli di comunicazione 4G e 5G.

La transizione al DVB-T2 arriverà insieme al passaggio al codec HEVC (High Efficiency Video Coding), che prenderà il posto dell’attuale MPEG2/MPEG4. Il nuovo codec supporta l’ultra definizione delle immagini fino a 8192×4320 pixel. E’ proprio grazie a HEVC che si ottiene il risparmio sullo spazio all’interno dello spettro delle frequenze adibito alla trasmissione dei dati, il tutto senza perdita di qualità.

La Commissione Europea sta richiedendo agli stati membri un piano strategico per la gestione della transizione che prevede varie fasi. L’Agcom, infatti, dovrà anche occuparsi di rilasciare il piano per il diritto d’uso ai vari protagonisti del mercato, con il 40% della capacità trasmissiva del multiplex regionale che andrà assegnato al servizio pubblico. La fase di transizione, invece, riguarderà il periodo che va dal primo gennaio 2020 al 30 giugno 2022. Questa comporterà la commercializzazione di nuove TV aderenti allo standard DVB-T2 e l’adeguamento delle antenne centralizzate dei condomini.

Sarà comunque possibile dotarsi esclusivamente del decoder adatto, esattamente come avvenne al passaggio da analogico a digitale di qualche anno fa. Il decoder deve ovviamente supportare gli standard DVB-T2 e HEVC.

Per sostenere la transizione il Governo ha varato un piano di 100 milioni di euro entro il 2022 come contributo alle famiglie per l’adeguamento delle TV in vista dello switch off. Questo proprio per venire incontro alle necessità dei cittadini che dovranno aggiornare il loro apparato di ricezione del digitale terrestre.

Autore: Le news di Hardware Upgrade

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