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BANCA CARIGE: conviene aderire all’aumento di capitale?

Author: Danilo DT Finanza.com Blog Network Posts

Ogni promessa e debito. Parliamo ora dell’aumento di capitale di Banca Carige, una delle banche italiane quotate a Piazza Affari più nell’occhio del ciclone, in un momento tanto temuto dal mercato e anche dagli investitori, soprattutto quelli che in Banca Carige hanno già delle potenziali minusvalenze da incubo.
Ormai siamo la far west. In un mercato che ià di per se è debole, ci ritroviamo con una pressione ribassista su Banca Carige senza precedenti. Ed è proprio un hedge fund a polverizzare la banca. Ehi, Consob… Se ci sei batti un colpo, anzi no, ormai è tardi, come sempre…

Dalle comunicazioni di Borsa italiana è emerso che giovedì scorso, 23 novembre, il fondo hedge Guevoura Fund ha incrementato la posizione corta (vendita) portandola dall’8,72% al 13,63%. E anche Mediobanca , assieme a Intermonte, si sono posizionate in vendita sul titolo della banca ligure, rispettivamente al 3,69% e al 3,48%.
Chi ha oggi il titolo in mano e decide di non aderire, vendendo i diritti, avrebbe ricavato 76 euro ai prezzi di borsa dei diritti mercoledì, 42,5 euro giovedì e 38 euro venerdì e a fine operazione avrebbe in mano titoli per un controvalore di 11-12 euro. Se aderisse all’aumento di capitale dovrebbe, invece, sborsare 600 euro per avere in cambio 60mila nuove azioni. Complessivamente si ritroverebbe in portafoglio 61mila azioni ordinarie, con la differenza che i 600 euro in contanti si sarebbero trasformati in azioni, esposte alle oscillazioni del mercato e all’andamento della banca. (Source

Insomma avete capito, ennesima incaprettata per chi ha creduto nella banca ligure o se preferite AVEVA creduto in lei. E ora la domanda di tutti è semplicissima, o forse tremendamente complessa.

Conviene aderire all’aumento di capitale di Banca Carige? Cosa conviene fare?

Premetto che rispondere a questa domanda è un terno al lotto per chiunque e se scrivo questo post è solo per dar un aiuto a tutti quei risparmiatori che mi hanno contattato e che vogliono un parere, ovviamente non vincolante, e possibilmente indipendente. Sul fato che il mio sia indipendente, beh, potete starne certi, il problema è capire quanto può essere attendibile, viste le condizioni della banca, del mercato e della speculazione che sta sbrandellando banca Carige.
Intanto un piccolo excursus informativo.

Si prevede l’emissione di 49.810.870.500 nuove azioni ordinarie, in rapporto di 60 nuove azioni per ogni azione ordinaria e/o di risparmio posseduta. Ogni nuova azione sarà offerta a un prezzo unitario di 0,01 euro, per un controvalore massimo di 498,11 milioni di euro.

Oltre a queste azioni, date in prelazione (ma che dite, è un onore oppure solo un onere? Ndr) ci sarà un’ulteriore emissione di 6.000.000.000 nuove azioni ordinarie, da contraccambiare coi bondholder subordinati.

Inutile ricordarvelo. L’aumento di capitale viene fatto su richiesta BCE per ovviare ai bassi coefficienti di capitale, al fine di rispettare i requisiti minimi regolamentari, avendo come protagonista, oltre che una bassa redditività, le solite ed ormai inflazionate (sui giornali) sofferenze bancarie, ben note come NPL, generosamente presenti nel bilancio di Carige senza le adeguate coperture.
Quindi un contesto complesso, che già mette in dubbio la bonarietà dell’operazione.
Inoltre lo sconto all’emissione rende poco giustizia allo stakeholder, il quale dubirà un trattamento iperdiluitivo.

Ma c’è un’altra cosa che mi preoccupa. Ho provato a buttare un occhio al piano industriale. Una volta letti i target la parola che mi è uscita fuori in modo naturale è stata “Auguri”.

Mi sembrano numeri difficili da raggiungere, quasi utopici, Tanto per cominciare non sono così sicuro che questo aumento sia veramente l’ultimo. MPS insegna. Inoltre se non erro, ci ono ancora ispezioni in corso che potrebbero cambiare nuovamente le carte in tavola, in chiave peggiorativa soprattutto in merito ai soliti NPL. Infine, come dicevo prima, quando sento parlare di utili già nel 2018 pari a 25 milioni che poi diventano 146 milioni nel 2020 mi sembra quantomeno difficile, anche perché le condizioni di mercato, come ci ha ricordato Draghi, non permetteranno certo grandi allargamenti dei margini di contribuzione per le banche. E quindi… come li generiamo gli utili? Con le preghiere? Non credi bastino quelle, ci vogliono i miracoli. E quindi, non mi resta che dire una cosa.

Sul mercato ci sono tante altre banche che forse hanno numeri più trasparenti e prospettive più rosee. Questa è una vera scommessa, molto dipende da quante “fiches” dobbiamo buttare sul tavolo per giocare la partita. E se le fiches sono troppe forse non sarebbe male cambiare proprio tavolo.
Ma essendo al casinò, forse è meglio che ognuno giochi la partita come gli detta la coscienza, sempre nella convinzione che questo è casinò. Punto.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)
Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
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