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Quando gli smartwatch salvano la vita: dopo Fitbit anche Apple Watch

Author: Le news di Hardware Upgrade

Scott Killian, avvocato cinquantenne statunitense, ha potuto prevenire e gestire un attacco cardiaco che altrimenti avrebbe avuto esito fatale grazie al proprio Apple Watch: la storia è stata raccontata al sito 9to5mac dallo stesso Killian, sopravvissuto ad una brutta avventura accaduta qualche settimana fa.

Dopo aver compiuto 50 anni, Killian racconta di essersi sottoposto ad un approfondito check-up medico per escludere qualsiasi possibile patologia associata all’età. Dopo svariati esami il check-up non ha rilevato nulla di anomalo, e Killian è tornato alla sua quotidianità, fatta di casi legali e attività fisica per mantenersi in forma.

Una notte Killian è stato svegliato dal suo Apple Watch che, mediante un’app di terze parti, ha registrato una variazione della frequenza cardiaca a riposo, con un picco di 121 battiti al minuto, mai registrato da quando ha indossato Apple Watch. L’avvocato si è recato al pronto soccorso per precauzione, dove a seguito di un elettrocardiogramma e delle analisi del sangue, gli è stato riscontrato un attacco cardiaco. “Se avesse continuato a dormire probabilmente non si sarebbe più svegliato, morendo nel sonno” avrebbe detto il medico a Killian.

Non è la prima volta in cui un dispositivo indossabile riesce a salvare la vita di una persona, riuscendo a gestire per tempo problemi cardiaci con esiti potenzialmente letali. Già a gennaio del 2016 si era diffusa la notizia di una ragazza inglese che ha potuto scoprire una delicata condizione cardiaca dopo aver monitorato la propria frequenza con un dispositivo Fitbit, e più recentemente nello scorso settembre una signora del Connecticut ha potuto chiamare tempestivamente il pronto intervento dopo che il proprio Fitbit Charge HR ha registrato un improvviso innalzamento della frequenza cardiaca, riuscendo a risolvere un problema di embolia polmonare altrimenti fatale.

Queste vicende danno modo di considerare in che modo le tecnologie che vediamo evolversi oggi sotto i nostri occhi potrebbero un domani diventare un elemento cardine della gestione medica di chiunque. La prevenzione è un approccio fondamentale per la cura della propria salute, ma che oggi ancora non riceve l’attenzione che dovrebbe. La possibilità di indossare un dispositivo discreto e poco invadente, ma in grado di monitorare i parametri più importanti della condizione fisica, può consentire di scorgere in anticipo problemi che affrontati per tempo eliminano o riducono enormemente le probabilità di esiti sfavorevoli.

Un filone, ad esempio, su cui si sta investendo oggi e che negli USA in alcuni casi è già realtà, è quello della cosiddetta “connected health”, ovvero la possibilità di condividere con il proprio medico curante o con personale di riferimento all’interno di ospedali o cliniche i parametri rilevati comodamente a casa tramite dispositivi gestiti dallo smartphone o dallo smartwatch. In questo modo si può, ad esempio, verificare immediatamente eventuali anomalie riscontrate senza recarsi, magari inutilmente, al pronto soccorso ed essere chiamati ad una visita di accertamento solamente nel caso in cui vi sia l’esigenza.

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